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“Il diritto alla salute al di sopra dei giochi politici”

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‘Il Santa Maria degli Angeli’ diventa Centro Covid. La testimonianza del consigliere Paolo Tundo che rassicura: “Emiliano ha promesso che l’Ospedale non chiuderà”

La velocità di diffusione dei contagi in questa “seconda ondata” della pandemia ha mandato in corto circuito il sistema sanitario pugliese, imponendo una volata per adeguare il numero dei posti letto e fornire le cure adeguate ai pazienti affetti da Coronavirus. Si è dunque ampliata la rete regionale degli “ospedali Covid”, arrivando a coinvolgere 28 strutture ospedaliere pubbliche e 6 strutture private accreditate, con una disponibilità – entro fino novembre – di 3.062 posti letto.

Paolo Tundo

Nelle maglie di questa rete è finito anche il “Santa Maria degli Angeli” di Putignano, punto di riferimento per i cittadini turesi. Per comprendere quali siano le prospettive del nuovo scenario che si va delineando in queste ore abbiamo ascoltato Paolo Tundo, consigliere comunale di opposizione, che, in quanto dipendente del presidio putignanese, sta vivendo in prima linea la fase transitoria.

Nella seconda parte dell’intervista, la discussione si sposta da Putignano a Turi, chiarendo la notizia fuorviante dell’assegnazione di un’autoambulanza medicalizzata e portando alla luce le criticità della sede del nostro 118, che necessita di interventi di ristrutturazione non più procrastinabili. Un tema che porta dritto al Poliambulatorio Socio-Sanitario, “inteso come polo di eccellenza dell’ASL di Turi”, il cui progetto è fermo nel cassetto dal 2011: la nuova struttura, che dovrebbe sorgere in via Conversano, sarebbe la risposta ottimale alla corale richiesta di investire nella medicina territoriale, ricavando uno spazio dignitoso anche per il servizio di emergenza-urgenza.

Consigliere, può riassumere cosa prevede il piano di conversione?

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«Il piano prevede, a regime, l’attivazione di un’Area Medica della capienza di 82 posti letto: 8 di terapia intensiva (anestesia e rianimazione), 15 di terapia semintensiva e 59 internistici. Al momento sono stati attivati 31 posti letto, di cui 4 di rianimazione. È bene precisare che le unità operative di Geriatria, Medicina, Cardiologia e Pneumologia non sono “scomparse” ma sono state temporaneamente convertite in reparti Covid, ovvero si è creato uno staff di medici, specializzati nelle diverse branche, pronto a curare le patologie connesse a questa inedita infezione respiratoria. Stesso discorso vale per il Pronto Soccorso: sono false le voci che raccontano della sua “chiusura”, è stato solo adeguato ai protocolli per accogliere i cittadini Covid positivi e, di conseguenza, non può più essere accessibile agli utenti non-Covid».

Quali servizi sono erogati ai pazienti non-Covid?

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«Come ha comunicato la Direzione dell’ASL, i cittadini potranno continuare a fruire del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, del Laboratorio Analisi, del Servizio Trasfusionale e del Centro Dialisi. Vale la pena sottolineare che tutte le strutture dedicate ai pazienti non-Covid, sebbene ubicate all’interno del perimetro ospedaliero, sono ben separate dall’Area Covid, proprio per evitare qualsiasi contatto con utenti infetti. Inoltre, presso i locali della Guardia Medica, è stato attivato un Punto di Assistenza territoriale per l’utenza non-Covid: l’accesso è garantito ogni giorno dalle 8.00 alle 20.00, mentre il sabato e la domenica il servizio viene coperto dalla Guardia Medica. Attualmente, oltre alla visita medica, vengono assicurati l’ECG con consulenza cardiologica e gli ausili sanitari per le urgenze ortopediche. Nel caso i sanitari riscontrino la necessità di un intervento chirurgico o di prestazioni cardiologiche e radiologiche più approfondite, il paziente verrà trasportato mediante le ambulanze a disposizione del presidio putignanese presso l’Irccs “De Bellis” di Castellana Grotte, mentre le urgenze ortopediche saranno indirizzate verso l’Ospedale di Monopoli».

L’Ospedale risulta penalizzato da questa conversione?

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«Sicuramente il passaggio a Cento Covid ha comportato un ridimensionamento delle ordinarie attività di assistenza: ad esempio, il reparto oculistico è stato spostato a Gioia del Colle, mentre parte dei medici di ortopedia e chirurgia sono stati trasferiti a Monopoli. È indubbio anche che varie prestazioni, come lo screening mammografico o il trattamento dei pazienti oncologici, hanno subito un temporaneo rallentamento. Tuttavia, la situazione emergenziale straordinaria che stiamo affrontando impone soluzioni altrettanto straordinarie. L’auspicio è che arrivi quanto prima il tanto atteso vaccino, in modo che si possa gradualmente ridurre la pressione sugli ospedali e ritornare finalmente alla normalità».

A fine emergenza, il “Santa Maria degli Angeli” sarà destinato alla chiusura?

«Il presidente Emiliano, come ha confermato il senatore Ubaldo Pagano, ha dato la sua “parola d’onore” che, al termine della pandemia, l’Ospedale di Putignano non solo non chiuderà ma sarà rafforzato, diventando Presidio di I livello. Del resto, la centralità del “Santa Maria degli Angeli” è confermata dal vasto bacino di utenza che serve: oltre 200 mila abitanti, suddivisi tra i 12 Comuni della bassa Murgia, tra cui anche quello di Turi. In più, l’attivazione dei posti di terapia intensiva e semintensiva porterà a velocizzare il futuro percorso di potenziamento; un percorso che non verrà intaccato dal realizzando nuovo ospedale di Monopoli-Fasano, che si rivolgerà prevalentemente all’area litoranea. Ad oggi, dunque, non vedo motivi per mettere in dubbio la promessa del Governatore. Non nego, ad ogni modo, che sarebbe stato importante sottoscrivere un documento politico d’intenti tra il sindaco di Putignano e i vertici regionali, formalizzando gli impegni per il futuro del nosocomio. Agendo in questa direzione, si sarebbero tranquillizzate le legittime perplessità dei cittadini, bloccando sul nascere polemiche o inutili allarmismi».

L’EQUIVOCO DELLA ‘MEDICALIZZATA’

«La notizia divulgata dal sindaco – spiega Tundo – di un’autoambulanza medicalizzata assegnata al nostro Comune è fuorviante. In realtà, si tratta di un’operazione di routine: ogni 3-4 anni, l’ASL provvede a sostituire tutti i mezzi presenti, al fine di assicurare una prestazione sempre eccellente delle apparecchiature mediche presenti all’interno».

«Volendo fare un po’ di storia – precisa – l’ambulanza medicalizzata nel nostro Comune è presente dal 2003, non arriva di certo oggi. Nel 2009 abbiamo rischiato di perdere questo privilegio poiché, in virtù del Piano regionale di riorganizzazione della Sanità, a Turi sarebbe spettata solo un’ambulanza “India”, ossia senza medico a bordo. All’epoca, da assessore alle politiche sanitarie, grazie alla sinergia con l’allora sindaco Emiliano e con il dott. Colasanto, riuscì a mantenere l’ambulanza medicalizzata, con un’equipe composta da autista, medico, infermiere e soccorritore».

LE CRITICITÀ DELLA SEDE DEL 118 TURESE

«I problemi della sanità turese – affonda il consigliere di opposizione – sono ben altri. Ad iniziare dai disagi dell’attuale sede del 118, che ha bisogno di interventi di ristrutturazione non più procrastinabili o, in alternativa, dell’individuazione di nuovi locali adeguati alle prestazioni che vengono dispensate».

«Tuttavia, la vera “battaglia” resta quella dell’attivazione del Poliambulatorio Socio-Sanitario, inteso come polo di eccellenza dell’ASL di Turi in cui far convergere la medicina territoriale e il sistema di emergenza-urgenza. Abbiamo un progetto già pronto dal 2011 – ricorda Tundo – fermo in un cassetto poiché le Amministrazioni che si sono susseguite non hanno finalizzato la cessione dell’area in via Conversano su cui era prevista la realizzazione dell’opera».

«Nonostante recentemente abbia rinnovato la mia disponibilità per far andare in porto questo progetto, trovando le giuste mediazioni con la Dirigenza dell’ASL, l’Amministrazione Resta continua a non dare alcun segnale. Eppure – chiosa con rammarico – il primo cittadino sa bene che l’ASL non ha più interesse a pagare il canone di locazione per la struttura di via Rutigliano e, in assenza di un piano alternativo, potrebbe decidere di spostare tutto a Casamassima. Il diritto alla salute è al di sopra dei giochi politici e non può essere sacrificato da deleterie perdite di tempo».

Fabio D’Aprile

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