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Influenza, al via la campagna di vaccinazione

Il dott. Risplendente

Il dott. Risplendente: “Vaccinarsi è un gesto semplice ma di grande valenza sociale e sanitaria”

È partita in questi giorni la campagna di vaccinazione antinfluenzale: durerà fino alla fine di dicembre e avrà l’obiet¬tivo di coinvolgere il maggior numero di cittadini per prevenire la malattia e soprattutto le eventuali complicanze cliniche. Quest’anno esiste, tuttavia, una ragione in più per scegliere di vaccinarsi: la possibilità di ridurre il rischio di confondere in fase diagnostica l’influenza con l’infezione da Coronavirus che, soprattutto nelle prime fasi, presenta sintomi simili o addirittura sovrapponibili.

Come spesso capita quando si affrontano temi medici o scientifici, ci si imbatte in un coro di voci dissonanti, raramente qualificate, che genera nel paziente dubbi e timori infondati. Ed allora per avere informazioni chiare e attendibili ci siamo rivolti al dott. Pietro Gaetano Risplendente, medico di medicina generale con alle spalle un’esperienza quarantennale. Oltre a rassicurare sui possibili effetti collaterali, il dott. Risplendente evidenzia “l’importanza di un gesto semplice ma di grande valenza sociale e sanitaria” come la vaccinazione.

Nell’ultima parte dell’intervista, il discorso si sposta inevitabilmente sulla pandemia, riflettendo sulla possibilità del ‘collasso’ del sistema sanitario se non si riuscirà a mitigare la crescita della curva epidemiologica e soffermandoci sul ruolo che i medici di medicina generale, le “sentinelle della prima linea”, giocheranno in questa seconda fase.

I medici turesi hanno già ricevuto le dosi di vaccino antinfluenzale?

«Sì, abbiamo ricevuto una prima tranche delle forniture richieste, a breve completeranno la consegna».

C’è stato un aumento delle richieste?

«Sì, la sensibilità delle persone è cambiata. I più hanno capito l’importanza di un gesto semplice ma di grande valenza sociale e sanitaria».

Da quale tipologia di pazienti si inizierà?

«Abbiamo iniziato, secondo le indicazioni regionali, dagli ultrasessantacinquenni e dai soggetti ad alto rischio; di seguito vaccineremo tutti gli altri. Approfitto per ricordare che non c’è solo la vaccinazione antinfluenzale, i pazienti possono chiedere ai propri medici informazioni in merito alla vaccinazione anti-pneumococco (quella che viene comunemente definita la vaccinazione per la bronchite) e, in taluni casi, anche quella per Herpes Zooster».

Questo vaccino presenta particolari effetti collaterali?

«I soliti: può esserci una reazione febbrile, una reazione locale nel punto di inoculo. Si possono verificare reazioni di tipo allergico in chi è intollerante alle proteine dell’uovo. Sono descritte reazioni neurologiche che, almeno nella mia quarantennale esperienza non ho mai registrato».

Ci sono protocolli specifici che dovrete seguire per la somministrazione?

«Sono quelli che regolano l’accesso dei pazienti nei nostri studi: l’appuntamento, il controllo della temperatura all’accesso, la disinfezione delle mani. Accede solo una persona alla volta nella stanza del medico. Detersione della cute e inoculo del vaccino. La sintomatologia di esordio del Covid-19 è subdola, certe volte paucisintomatica. Sapendo che il soggetto è già stato vaccinato per l’influenza aiuterà molto nella diagnosi».

Si prospetta una co-circolazione del virus influenzale e del Covid. Quali scenari epidemiologici potrebbero verificarsi?

«Ci attendiamo tutti una co-circolazione dei virus. Per questo stiamo vaccinando con anticipo sul periodo solitamente dedicato alla vaccinazione. Temo molto il prossimo futuro, troppi comportamenti non corretti, troppe mascherine portate come ornamento».

Cambiando argomento, ritiene che il sistema sanitario stia reagendo bene alla nuova ondata di contagi o si è prossimi al “collasso”?

«Il sistema sta tenendo ma se non fermiamo, o almeno rallentiamo la progressione della pandemia, il sistema crollerà».

Quale ruolo hanno i medici di medicina generale in questa seconda fase?

«Quello che, sempre, abbiamo avuto e che non sempre ci è stato riconosciuto. Noi siamo le sentinelle della prima linea. Abbandonati a noi stessi, lasciati a mani nude nella prima fase, ora blanditi e celebrati come eroi, ora classificati come pavidi e arroccati nei nostri studi. La verità è che siamo una categoria indispensabile del SSN e questo, forse, non a tutti piace. Nella seconda fase continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Presidio sanitario, vigilanza, ascolto».

Fabio D’Aprile

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