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“Modello Turi”

Il rientro a Turi

Livio Lerede: “Il successo della Sagra Express può essere l’inizio di una visione più ampia di promozione della nostra ciliegia”

La 'Ferrovia' arriva ad Ascoli Piceno

All’indomani delle tappe pugliesi e lucane, la “Sagra della Ciliegia Ferrovia Express” ha proseguito il suo tour con la trasferta nelle Marche, seducendo la piazza di Ascoli Piceno, per poi celebrare il gran finale a Roma. Volendo azzardare un bilancio dell’iniziativa patrocinata dal Comune di Turi, la prima considerazione che s’impone riguarda la collaborazione tra le associazioni “In Piazza” e “TurPuglia”: le due abili “fantasiste” turesi sono scese su un terreno di gioco difficile e, senza scoraggiarsi, palla al piede hanno superato la propria metà campo, portando la ciliegia ‘Ferrovia’ in rete. Fuor di metafora calcistica, la promozione della ciliegia si è spinta al di là della sua ‘comfort zone’, intessendo una rete di relazioni e contatti che ha consentito di mantenere viva l’attenzione sul nostro oro rosso e gettare le basi per le future azioni di marketing territoriale. In un frangente in cui sagre e tradizioni folkloristiche venivano “imbavagliate” dall’emergenza sanitaria, Turi è riuscita a “gridare”; ha avuto il merito di far risuonare la propria voce tra la gente e le istituzioni, tanto da imporsi come “modello” da imitare.

La tappa a Ostuni

Partita con qualche dubbio, più che comprensibile quando si inizia a percorrere un nuovo sentiero, questa inedita versione della festa della ciliegia ‘Ferrovia’ è andata in crescendo, con la degna volata conclusiva che ha fatto approdare la perla rossa di Turi in Campidoglio, nelle piazze della Capitale e persino in Vaticano. Ci pare, dunque, quantomeno ingeneroso derubricare l’impegno dei nostri ragazzi, trainati e motivati dal sindaco Tina Resta, a una semplice “passerella”: il ritorno d’immagine, alimentato dalla cassa di risonanza dei media, ha portato il nostro Comune, e quindi tutto il comparto della cerasicoltura, ad avere una visibilità senza precedenti.

Non è mancata poi la parte filantropica e solidale, insita nelle linee programmatiche dell’evento. Esempi eloquenti sono la visita all’Istituto “Spallanzani”, con l’omaggio ai medici e agli infermieri che per primi hanno lottato contro il virus, e la donazione del nostro oro rosso all’Elemosineria Apostolica, l’Ufficio della Santa Sede che ha il compito di esercitare la carità verso i bisognosi a nome del Sommo Pontefice.

Non anticipiamo altro e cediamo la parola a Livio Lerede, presidente di “In Piazza”, che nell’intervista rilasciataci ha riassunto la corsa dei due minivan che hanno portato Turi e la sua ‘Ferrovia’ in giro per il sud Italia.

L'incontro con l'assessore Cafarotti

Come è nata l’idea di spingervi nelle Marche?

«C’è un gruppo di visitatori della nostra Sagra che ormai da due anni viene a Turi per gustare la nostra ‘Ferrovia’. Seguendo la nostra pagina Facebook hanno visto l’iniziativa e ci hanno chiesto di far tappa da loro. Non potevamo non accontentarli e quindi abbiamo ampliato il nostro tour».

Gran finale a Roma. Può raccontarci la giornata?

«Roma, ad onor del vero, è stata un’idea del nostro sindaco. Mi propose di andare allo “Spallanzani” a omaggiare con le nostre ciliegie i medici e il personale sanitario che hanno guidato la battaglia contro il Covid. Inutile dire che siamo stati più che lieti di accogliere questo suggerimento. Successivamente, senza che fosse previsto, siamo riusciti ad entrare in Vaticano ed abbiamo fatto dono delle nostre ciliegie alle persone meno abbienti di Roma presso l’Elemosineria Apostolica di Papa Francesco, al Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale José Saraiva Martins, e a padre Bruno Silvestrini, custode del Sacrario Apostolico. A seguire abbiamo incontrato in Campidoglio l’assessore alle attività produttive della città di Roma, Carlo Cafarotti. La nostra promozione, dopo il giro istituzionale, si è spostata in Piazza della Repubblica il sabato pomeriggio e in via Cola di Rienzo (la via dello shopping, nei pressi di Castel Sant’Angelo) la domenica mattina».

Dopo il reparto Covid del Policlinico, avete fatto tappa anche allo “Spallanzani”.

La visita all'Istituto 'Spallanzani' (3)

«Sì, come dicevo, sabato mattina mentre un nostro van era appena arrivato ad Ascoli Piceno, l’altro arrivava all’Istituto “Spallanzani”. A darci una calorosa accoglienza circa 25 tra medici, virologi e infermieri. C’era la dottoressa Branca, Direttore Generale dell’Ospedale, il Direttore Scientifico dott. Giuseppe Ippolito e la dott.ssa Maria Rosaria Capobianchi, Direttrice del Laboratorio di Virologia, cui va il merito di aver isolato per prima il virus Covid-19. Abbiamo regalato il nostro oro rosso come un modesto gesto simbolico che testimoniasse la riconoscenza per il loro instancabile e prezioso lavoro, che tante vite ha salvato».

Quale riscontro avete avuto nei Comuni toccati durante il tour?

La visita all'Istituto 'Spallanzani' (2)

«Il nostro tour ci ha riempiti di soddisfazione. In ogni città abbiamo incontrato gente vogliosa di degustare il nostro prodotto. Sono stati molto contenti di questa possibilità e della nostra iniziativa. Il Salento si riconferma lo zoccolo duro dei visitatori della Sagra, come dimostrato dal successo delle tre tappe di Brindisi, Lecce e Gallipoli. La cosa che continua a rimbalzarmi in testa però è sempre la stessa: noi turesi non abbiamo ancora sfruttato nemmeno il 50% del potenziale della nostra ciliegia. Siamo i migliori produttori, abbiamo la ciliegia migliore ma fuori dalla Puglia ci conoscono ancora in pochi. La mia idea di Sagra “itinerante”, che valica i confini del territorio turese, credo possa essere l’inizio di una visione più ampia di promozione».

Che ci dice a proposito di Katiuscia Fasano, fan storica della nostra ‘Ferrovia’?

A colloquio con il Cardinale José Saraiva Martins (2)

«La signora Fasano viene a Turi da circa sei anni. Si è complimentata con noi per questa edizione “anti-Covid” della Sagra e ha definito la nostra ciliegia la migliore al mondo! Ha prenotato per Lecce e quando ci è venuta a trovare ci confessò di avere intenzione di utilizzare una parte delle ‘Ferrovie’ acquistate per fare la marmellata… Sapere che avrebbe “sacrificato” le ciliegie “buone” per la marmellata ci sorprese non poco, le spiegammo che da noi si ricorre a quelle di “scarto”. Il giorno dopo tornò a trovarci nella tappa di Brindisi e le regalammo un po’ di ciliegie “spaccate”: ci promise che nella successiva tappa salentina, ovvero quella di Gallipoli, si sarebbe sdebitata facendoci assaggiare la sua crostata. E così è stato… davvero buona! Una piccola dimostrazione di quanto apprezzato è il nostro prodotto e di quanto forte è il legame con i nostri visitatori».

Sono stati sollevati dubbi sulla correttezza delle operazioni di vendita delle ciliegie.

Con Mons. Silvestrini, custode del Sacrario Apostolico

«Vogliamo chiarirlo una volta per tutte: abbiamo messo su una raccolta fondi, operazione consentita alle associazioni per un massimo di due volte l’anno secondo l’articolo 2 del Decreto Legislativo 460 del 4 dicembre 1997. Abbiamo acquistato le ciliegie dai produttori che negli anni sono stati presenti in Sagra, e sono state distribuite, previa prenotazione sul nostro sito, a fronte di un contributo minimo di 15 euro a cassettina (2 kg). Un po’ come si fa per le azalee, le stelle di Natale o le uova di cioccolato. A tutto il ricavato saranno sottratte le spese di carburante, imballaggio, costo del prodotto e rappresentanza. La restante parte verrà devoluta in beneficenza effettuando un bonifico sul conto corrente del Comune di Turi dedicato all’emergenza Covid-19».

Una considerazione conclusiva su questa avventura?

L'inattesa 'incursione' in Vaticano

«Mi preme ringraziare i miei amici dell’associazione “In Piazza”. L’ennesima conferma di un gruppo che mi onoro di rappresentare. Giovani a lavoro per il bene del nostro paese. La nostra forza resta l’amicizia di fondo e la vicinanza delle rispettive famiglie, mogli e fidanzate che non ci lasciano mai soli, anzi ci aiutano e diventano parte del nostro progetto. Quest’anno, a causa del Covid, poteva diventare un anno anonimo dal punto di vista promozionale della nostra ciliegia. Da un po’ di anni ci balenava l’idea di una Sagra della Ciliegia a Turi ma anche fuori Puglia, per far conoscere direttamente il nostro prodotto. La pandemia ci ha costretti a pensare, la difficoltà aguzza l’ingegno e, dopo una nostra proposta all’Amministrazione comunale, il sindaco e la Giunta hanno voluto addirittura rilanciare: ci hanno messo a disposizione un budget per poter noleggiare due pulmini da brandizzare e far partire questo tour nelle piazze. È stata l’occasione per creare da zero un nuovo format d’evento in cui fondamentale è stata la collaborazione con l’associazione “TurPuglia”, guidata da Lorenzo Simone, che colgo l’occasione di ringraziare per il prezioso apporto. In un paese due associazioni che collaborano dovrebbe essere la normalità, ma sappiamo bene che a Turi nulla è scontato. Questa volta ce l’abbiamo fatta conseguendo un magnifico risultato. Il vero marketing territoriale è questo.

Grazie alla Cooperativa L’Ortofrutticola che ha messo a disposizione i suoi spazi, agli agricoltori, alla dottoressa Anita Di Ciolla, al gruppo Protezione Civile di Turi, a Pugliafruit, Orchidea, Giacovelli srl, la farmacia Lavarra, Segni Grafici e Centro copie e stampe.

Un ultimo doveroso ringraziamento lo voglio rivolgere ai consiglieri comunali, agli assessori e al nostro sindaco Tina Resta, vera motivatrice di questa esperienza innovativa. Il nostro sindaco ci è stata vicina, ci ha dato preziosi suggerimenti, ci ha aperto le strade con i colleghi dei paesi che ci hanno ospitati, il suo estremo modo di essere operativa è quello che fa decollare il lavoro di squadra tra Amministrazione ed associazioni. Grazie Sindaco!».

Possiamo sperare di darci appuntamento alla Festa di Sant’Oronzo?

«Domanda sentimentale… Sono in costante comunicazione con Arciprete don Giovanni e il sindaco. È la festa dei turesi, la festa del popolo, la nostra identità. Il 26 agosto per Turi è il giorno più importante dell’anno, non può passare inosservato. C’è da dire che regna ancora tanta confusione tra le direttive del governo regionale, che aprono a fiere e sagre, e la Conferenza episcopale pugliese, che al momento ha bloccato le processioni e i festeggiamenti esterni. Qualcosa però si sta muovendo in alcuni paesi, timidamente raccogliamo i primi segnali positivi. Il tempo gioca a nostro favore: mancano ancora più di due mesi e gli aggiornamenti sulle aperture sono costanti. Cosa si farà non lo possiamo ancora sapere, ma la volontà resta quella di onorare nel miglior modo possibile il nostro Sant’Oronzo, attenendoci a ciò che sarà consentito».

Fabio D’Aprile

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