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Politica

“Una comunità che riparte insieme”

Lilli Susca

Il segretario Lilli Susca riassume i contenuti dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico: “Ridiamo valore all’entusiasmo che la vita di partito può infondere”

Il 22 maggio i segretari del Partito Democratico si sono dati appuntamento sul web per la tradizione Assemblea nazionale dei circoli cittadini; un momento in cui è stato possibile condividere le esperienze maturate in questa difficile congiuntura e tracciare la rotta futura, che deve orientarsi a rafforzare l’idea di una comunità capace di “ripartire insieme”.

A guidare il dialogo tra i numerosi partecipanti, Nicola Zingaretti, Andrea Orlando e Valentina Cuppi. Presente anche il circolo locale di Turi, rappresentato dal segretario cittadino Lilli Susca che, per l’occasione, ha ricevuto dalla segreteria provinciale l’incarico di farsi portavoce della comunità democratica della Provincia di Bari.

Dopo aver passato in rassegna i temi discussi durante l’Assemblea, abbiamo chiesto al segretario Susca un ragguaglio sulle proposte che il Partito Democratico, in sinergia con il gruppo “Patto per Turi”, sta elaborando per incentivare il commercio turese e dare “nuovo slancio al centro storico”.

Quali temi sono stati affrontati durante l’assemblea dei segretari di circolo del PD?

«Venerdì scorso ho partecipato all’assemblea dei segretari di circolo del PD. Si è svolta per ovvi motivi attraverso una piattaforma di videoconferenze online ed ha coinvolto un centinaio di segretari. Ho avuto l’onore di rappresentare non solo la comunità democratica di Turi ma anche quella della provincia, essendomi stato affidato tale compito dalla segreteria provinciale. È stata un’importante occasione di confronto che mi ha fortemente motivata ad andare avanti con ancora più impegno. Diversi segretari hanno raccontato la propria esperienza durante la “fase 1” del lockdown, condividendo racconti di vicinanza alle persone, di ascolto e sostegno a favore della comunità. Il Partito Democratico ha saputo “attivare i suoi capillari” per far circolare informazioni, per organizzare iniziative rivolte a tutti, soprattutto alle categorie più deboli, per far arrivare alle forze governative suggerimenti e istanze provenienti dai cittadini. Io stessa posso testimoniare questa cosa: ho preso parte a moltissime videoconferenze, organizzate dall’onorevole Ubaldo Pagano e da Domenico De Santis, con numerosi segretari dei circoli della provincia di Bari e con ministri, viceministri, parlamentari europei, che hanno risposto con grande disponibilità, competenza e generosità alle nostre domande.

I temi dell’assemblea sono stati quelli dell’impegno profuso in questi mesi; della digitalizzazione che ci ha permesso di sentirci ancora più vicini di prima seppure a distanza; della volontà di proseguire su questa strada anche quando l’emergenza si sarà conclusa; dell’Europa che, bistrattata dai populisti, ha poi affrontato la crisi con strumenti economico-finanziari di grande portata, ritrovando, anche se non in prima battuta, la spinta a fare squadra contro un nemico che è ben presto diventato comune. Altri temi sono stati quello dell’istruzione, chiamata ad affrontare le difficoltà della didattica a distanza, ma che deve tornare ad essere perno del programma del Partito Democratico; quello dell’appello alla comunità intesa, nelle parole di Zingaretti, come “protagonismo popolare” e non come “populismo” e infine quello dell’iniziativa politica declinata come presenza concreta sul territorio».

Da dove riparte il Partito Democratico di Turi?

«Riparte da qui. Dall’entusiasmo che la vita di partito può infondere e dalla volontà di esporre tanti miei concittadini allo stesso entusiasmo. Non è facile. Soprattutto a Turi, dove pare che la colpa sia sempre del PD… Perdonatemi la battuta. Ma davvero c’è una diffidenza dura a morire, talvolta volutamente fomentata da chi dice di non credere ai partiti e istiga i giovani a non farlo, commettendo così un grave errore politico. Si può non essere d’accordo con le linee programmatiche di un partito o non condividerne i valori, ma schierarsi contro un’istituzione storica come quella dei partiti è puro qualunquismo. Siamo di fronte ad un inarrestabile processo di cambiamento delle forme partitiche, non più rigide, elefantiache come nel Novecento, ma sempre più fluide, sempre meno legate alle tessere – altrimenti non si spiegherebbe come mai abbiano chiesto proprio a me di partecipare all’assemblea nazionale. La partecipazione è più un’aggregazione intorno a idee, progetti, iniziative, che viaggiano attraverso il web da una piazza all’altra, da un circolo cittadino all’altro. Ma il cambiamento bisogna essere disposti a coglierlo. Demonizzare i partiti ha inoltre, molto spesso, delle derive individualistiche che portano alcuni a pensare di poter fare tutto da sé, in quanto rappresentanti di se stessi, interpreti di istanze ben lungi dall’essere di un gruppo o di una comunità. E questo a tutti i livelli, dal locale al nazionale. I ragazzi vanno invece motivati a fare politica anche in seno ad un’organizzazione ben precisa, perché ogni iniziativa deve far riferimento a dei valori e perché è giusto che imparino da subito il ruolo aggregativo, di confronto e di rete che solo un partito può assolvere».

Insieme a “Patto per Turi” avete realizzato un video che invita a “comprare a Turi”. Com’è nata questa idea?

«L’idea nasce dalla volontà di sostenere una categoria duramente colpita dalla pandemia: quella dei piccoli commercianti locali, in particolare coloro che hanno dovuto chiudere le serrande fino al 18 maggio. Contrastare il mercato globale è impossibile e tutt’altro che auspicabile: chiuderci nel nostro guscio di compaesani è non solo anacronistico ma anche controproducente, perché se volessimo per assurdo limitare gli scambi commerciali al nostro territorio, che fine farebbero le nostre ciliegie? Quindi nessuna demonizzazione del mercato globale. Ma, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, è necessario rafforzare la propria comunità prima di tutto. Questo è il senso del video “Compra a Turi!”, pubblicato sulle pagine Facebook di “Patto per Turi” e di “PD Turi” e condiviso dai molti esercenti, protagonisti delle riprese, i quali hanno svolto innanzitutto il ruolo di simbolo di una categoria. Ne approfitto per chiedere scusa a coloro che inavvertitamente abbiamo escluso dal progetto e confidiamo nella loro intelligenza perché colgano la finalità dell’iniziativa, che è ciò che davvero conta. Il concetto che abbiamo voluto esprimere è la circolarità dell’economia di prossimità: se io compro da A, A compra da B, B compra da C, che compra da A. Semplice e immediato».

Ci sono altre iniziative che si potrebbero adottare per rilanciare il commercio?

«Le iniziative che si potrebbero intraprendere per il rilancio del commercio sono tante. È necessario avere le idee chiare. Se si vuole puntare sul rilancio del centro storico, non basta preventivare una somma di 6 mila euro per incentivare il commercio nelle strade del borgo antico. È necessario programmare delle attività che facciano rivivere quei luoghi. Sulla pagina Facebook di “Patto per Turi” abbiamo pubblicato tempo fa una proposta alla maggioranza. Si tratta di una sagra permanente ubicata nelle nostre piazze più belle. Questo non solo risolverebbe il problema degli spazi da dedicare ai dehors, mettendo tutti nelle condizioni di poter operare nel rispetto delle regole anti-COVID, ma darebbe slancio a tutto il centro storico, rendendo quelle strade luoghi ideali per aprire nuove attività. Ma di questo progetto preferirei parlare in un secondo momento, quando avrò finito di elaborarlo nei dettagli e avrò predisposto una scheda dei costi. Noi vogliamo offrire alla maggioranza un progetto concreto, perché siamo convinti, e i commenti che abbiamo ricevuto lo dimostrano, che questa iniziativa sarebbe molto gradita a tutti».

FD

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