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Pugliese, il ‘Mastino Del Bentegodi’

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Gepy Pugliese è stato inserito nella top 11 2000/2020 dell’Hellas Verona, al fianco di grandissimi nomi; grande rammarico, invece, per lo sport a Turi

La consegna del premio 'Mastino del Bentegodi'

Ironia della sorte, precisamente dieci anni fa, pubblicavamo su turiweb.it la seguente notizia: «È Giuseppe Pugliese “Il Mastino del Bentegodi” 2009/2010: il ventiseienne difensore turese si aggiudica l’undicesima edizione del concorso promosso dal mensile di Confcommercio Verona “Il Commercio Veronese” in collaborazione con Hellas Verona, in virtù dei 337 voti ricevuti dai tifosi scaligeri, che per 4 volte (con Foggia, Ternana, Rimini e Pescara) lo hanno eletto migliore in campo».

Giusto per farci un’idea del valore di questo riconoscimento, ecco l’albo d’oro con tutti i nomi dei “Mastini” eletti dal popolo gialloblù: Antonio Marasco (1999/00), Martin Laursen (2000/01), Adrian Mutu (2001/02), Martins Adailton (2002/03 e 2005/06), Sandro Mazzola (2003/04), Valon Behrami (2004/05), Gianluca Pegolo (2006/07), Rafael De Andrade (2007/08 e 2008/09), Giuseppe Pugliese (2009/10), Emil Halfredsson (2010/11), Juan Ignacio Gomez (2011/12), Jorginho (2012/13), Luca Toni (2013/14 e 2014/15), Giampaolo Pazzini (2015/16), Daniel Bessa (2016/17).

LA TOP 11 2000/2020 DELL’HELLAS VERONA

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Ironia della sorte – si diceva – perché, a distanza di dieci anni esatti, torniamo a parlare di Pugliese, più nello specifico del solco da lui lasciato sulla fascia sinistra del Marcantonio Bentegodi e, di riflesso, nel cuore dei tifosi dell’Hellas Verona. Negli scorsi giorni, infatti, sul sito ufficiale della tifoseria veronese “Hellas Verona Style” è stata pubblicata la migliore formazione scaligera degli ultimi 20 anni. In questa top 11 2000/2020, disposta col 4-3-3, troviamo: Silvestri tra i pali, Maietta e Kumbulla al centro, Pugliese e Faraoni rispettivamente a sinistra e a destra; centrocampo di qualità con Jorginho in cabina di regia ed i due laterali Romulo ed Halfredsson; in avanti il tridente è composto da Juanito, Iturbe e Toni, mentre in panchina troviamo mister Mandorlini.

La soddisfazione di rientrare in questa hall of fame dell’ultimo ventennio è doppia per Pugliese, poiché affiancato a nomi di altissimo livello come lo stesso Toni, campione del mondo nel 2006: è interessante notare, inoltre, che a differenza di tutti gli altri Pugliese non ha mai avuto modo di calcare davvero il palco della serie A. Questo riconoscimento può essere dunque per lui un motivo di riscatto per quello sciagurato infortunio subito nella prima amichevole della stagione 2012/13 contro la Fiorentina: il nostro concittadino, infatti, sempre con gli scaligeri, era appena approdato dalla serie cadetta alla massima serie, purtroppo però mai vista ufficialmente dal campo a causa della grave frattura riportata contro la viola. All’apice della sua carriera, ad un passo dalla tanto sudata serie A, Pugliese ha dovuto quindi fare i conti con un destino ingrato che, forse, avrebbe potuto riservare qualcosa in più ad un atleta che ha sempre dato tutto in campo: caratteristica, questa, che lo rende ancora oggi memorabile in quel di Verona, come una vera e propria bandiera.

“NON CONTA LA QUANTITÀ, MA LA QUALITÀ”

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«Negli ultimi 20 anni la casacca gialloblu è stata indossata da fior fiori di professionisti e alcuni di questi sono stati esclusi dalla top 11 stilata da “Hellas Verona Style”. Si pensi ad esempio a Camoranesi, Oddo, Pazzini e Mutu. Essere in questa formazione mi riempie d’orgoglio, perché dimostra l’affetto che dopo tanti anni la piazza veronese nutre nei miei confronti». È curioso notare che, con la maglia dell’Hellas, Pugliese abbia disputato un totale di 69 presenze, un numero in fin dei conti non esorbitante, certamente inferiore ad esempio alle 114 gare disputate col Monopoli. Eppure, «se posso dire la mia – puntualizza – non conta la quantità ma la qualità. Penso di aver messo in campo prestazioni importanti, tanto da guadagnarmi la stima dei tifosi che, com’è logico intuire, amano i giocatori che non si risparmiano. Forse nella loro mente è ancora impressa la mia prima rete contro la Pro Sesto, quando inconsciamente attraversai tutto il campo per andare a festeggiare sotto la mia curva. A dire il vero, però, gli episodi da raccontare sono tanti, altrimenti non si giustificherebbe né “Il Mastino” che mi fu consegnato 10 anni fa, né la mia presenza nella top 11 2000/2020».

“È FUORI DA OGNI LOGICA…”

Cosa ritiene opportuno dire riguardo l’assenza di un campo sportivo a Turi?

«Ormai sono lontano da Turi dal 2009. Sono a conoscenza del fatto che il campo è inutilizzato da anni. Quel che posso dire è che negli anni ’90 c’era una realtà sportiva bellissima; adesso siamo tornati indietro, perché non abbiamo né una scuola calcio né un campo. Penso che sia fuori da ogni logica per un paese di 13mila abitanti come Turi non avere questo spazio e questa possibilità, tutt’al più nel 2020. Qui a Verona, persino in frazioni e paeselli di 2mila, 5mila abitanti c’è un campo da calcio».

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Ha mai pensato di fondare una scuola calcio a Turi?

«In passato ebbi modo di rifletterci su e decisi di interfacciarmi col sindaco dell’epoca. Gli ostacoli, però, furono tantissimi, giacché una scuola calcio necessita di una struttura per poter esistere. Struttura che, secondo qualcuno, avrei dovuto rimettere in piedi a mie spese: in pratica mi si chiese di investire sul campo. Ovviamente, constatato che non c’erano le basi, capii di dover intraprendere la carriera da allenatore nel settore giovanile al Nord. Spiace con tutto il cuore dirlo, ma al Nord ci sono molte più possibilità sotto tutti i punti di vista».

Quale squadra sta allenando attualmente?

«La juniores nazionale dell’Ambrosiana. Parlo di ragazzi del 2001/02, già abbastanza grandi e pronti. Sono tutti tifosi del Verona e mi percepiscono un po’ come il loro idolo, motivo per cui la parola in più detta da me viene captata meglio. Fino ad ora ci siamo tolte le nostre soddisfazioni, ma purtroppo a febbraio, per ovvi motivi, tutto si è fermato».

COSTRETTI AD EMIGRARE

Più che per piaggeria, con un certo cinismo facciamo notare a Pugliese che, probabilmente, non essendo più Turi una fucina di giovani talenti, bisognerà attendere a lungo prima di poter rivedere un nostro concittadino su palchi importanti come la serie B o la stessa serie A. È vero, nelle città limitrofe ci sono tante società sportive, per cui “basta spostarsi”: quanti ragazzi e quanti genitori possono tuttavia permetterselo in termini economici e di tempo? Per non parlare della strada che, nella società post-moderna, ha spazio solo per auto e gas di scarico, anche in una piccola cittadina come Turi che di campetti gratuiti ne conta la bellezza di zero. Insomma, “nessun pranzo è gratuito” ed anche la partitella a calcio può non essere così scontata da queste parti. Ad ogni modo, il calcio a 5 ha certamente dato ossigeno a coloro che altresì sarebbero rimasti indietro, esclusi perché impossibilitati a spostarsi: «Bisogna essere fortunati ed avere un genitore che si prodighi per tutti gli spostamenti. Conosco ragazzi turesi che vengono accompagnati anche ad un’ora di macchina di distanza. L’unica speranza per i giovani turesi sono i genitori e le società sportive di altre città. Purtroppo è questa la realtà desolante di cui, sia chiaro, prendo atto con rammarico, perché mi ritengo ancora estremamente legato al Sud e a Turi. Mi auguro che ci sia un cambiamento da questo punto di vista: me lo auguro per i turesi».

Un pensiero per i ragazzi turesi che sognano di diventare calciatori?

«Direi loro di crederci sempre, di inseguire il proprio sogno e di non abbattersi alle prime difficoltà perché non esiste successo senza sofferenza, sacrifici e sconfitte. Inoltre, direi loro di non tralasciare mai la carriera scolastica, perché è molto importante per la crescita mentale ed umana di ognuno di noi e perché, al di là del calcio, bisogna crearsi un’opportunità lavorativa. D’altronde si possono portare avanti insieme sia il calcio che la scuola, se solo si ha voglia di farlo, ovviamente, anche in questo caso, con sacrificio».

Concludiamo ringraziando Milko Iacovazzi per averci messo in contatto con Pugliese.

LEONARDO FLORIO

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