Ordinanza “anti bivacco”
Necessaria per “conciliare il decoro e la vivibilità urbana con la sanità e l’igiene pubblica”
L’emergenza sanitaria che ci accompagna da oltre due mesi dispiega i suoi effetti anche sulla raccolta delle ciliegie. Come anticipato dal sindaco Tina Resta, quest’anno non sussistono le condizioni per installare in sicurezza il campo di accoglienza riservato ai lavoratori stagionali immigrati.
Una decisione assunta dal primo cittadino dopo il confronto con il referente dell’ASL, che ha confermato l’impossibilità di ottemperare alle norme “anti assembramento” e le misure di prevenzione e contenimento della diffusione del Coronavirus. Meno costruttiva, per inciso, è stata l’interlocuzione con la Regione che, oltre a promettere un protocollo sanitario mai arrivato, si sarebbe limitata a riproporre la stessa soluzione dell’anno scorso (i 34 moduli abitativi).
L’ordinanza
Chiusa la vicenda foresteria, il sindaco ha emanato un’ordinanza che vieta di utilizzare aree pubbliche (o aperte al pubblico) quale luogo di dimora o bivacco, «tramite stazionamento e/o posizionamento di tende, campers, roulottes, furgoni ed autoveicoli in genere, individualmente o in gruppo di qualsivoglia entità».
I trasgressori saranno puniti con una multa da 25 a 500 euro e con l’obbligo di liberare nell’immediato le aree occupate. Alla sanzione seguirà anche la «confisca delle cose che sono servite a commettere la violazione e/o delle cose che ne sono il prodotto».
Le motivazioni
Il provvedimento, in vigore fino al 31 luglio su tutto il territorio comunale, si basa sull’analisi di quanto avvenuto l’anno scorso: vari controlli della Polizia Locale hanno documentato «un fenomeno di vero e proprio accampamento, da parte di cittadini non appartenenti alla Comunità Europea, in luoghi pubblici e in particolare nell’area adiacente il campo sportivo».
Accampamenti temporanei che, in primis, «contrastano con i principi di convivenza civile, di decoro e vivibilità pubblica, di igiene e di dignità sociale della persona». In più, le forme incontrollate di bivacco creano, tanto per i cittadini turesi quanto per gli stessi lavoratori, una situazione critica sotto il profilo igienico, dell’abbandono incontrollato di rifiuti e della possibilità di accensione di fuochi ed incendi. A questo, oggi, si aggiunge il rischio sanitario: dimorando in tende o in soluzioni di fortuna, sarebbe inverosimile far rispettare le disposizioni “anti Covid-19”.
FD