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“Sant’Oronzo non abbandonarci”

Pellgrinaggio Croce _ Fabio Zita (1)

Don Giovanni rinnova il “pellegrinaggio della Croce” alla Grotta del Santo Protettore di Turi

Domenica 3 maggio, don Giovanni Amodio si è recato in pellegrinaggio alla Grotta di Sant’Oronzo con il Crocifisso che, quasi tre secoli fa, fu collocato davanti all’ingresso della “casa del nostro Protettore”. Un segno di riconoscenza e devozione che, all’epoca, i sacerdoti e il popolo di Turi vollero tributare al Santo per aver liberato la nostra comunità dalla piaga della peste.

Pellgrinaggio Croce _ Fabio Zita (2)

Dopo la deposizione in Grotta della Croce, trasmessa in diretta sulla pagina Facebook “Grotta di Sant’Oronzo”, l’arciprete ha recitato il Rosario e celebrato la Santa Messa. «Una celebrazione particolare – ha commentato don Giovanni nella sua omelia – che coincide con la solennità del “Buon Pastore”: la Chiesa celebra in tutto il mondo “Gesù Pastore Buono”, colui che si prende cura, colui che custodisce».

Sottolineati «alcuni passaggi straordinari del Vangelo che abbiamo ascoltato», il parroco ha ripreso le parole di Papa Francesco, che ha indicato i medici come “buoni pastori” dei nostri giorni, poiché – al pari dei sacerdoti – “hanno perso la vita per prendersi cura delle persone”. Una riflessione che l’arciprete ha voluto estendere al Protettore di Turi: «Sant’Oronzo è stato il medico di questa comunità, il nostro Pastore. È colui che ci ha salvato, che ci è venuto incontro e ci ha incoraggiati. Dopo 300 anni, abbiamo portato di nuovo quella Croce giù in Grotta, a simbolo, a memoria, a ricordo».

Memoria del rito tramandato dalla storiografia cristiana: «Nell’aprile del 1726, Sant’Oronzo apparve nella sua Grotta ad un pio frate laico dell’allora convento dei Padri Francescani Riformati di Turi, un certo fra’ Tommaso da Carbonara, e lo invitava a riferire al Popolo di Turi che “molto si è raffreddata la divozione verso di me” e gli raccomandò che venisse portata in quel luogo una croce, a significare che quella Grotta – parole di Sant’Oronzo – “È la mia casa!”. Il successivo 3 maggio, antica festa del Ritrovamento della Croce di Cristo da parte di Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, i sacerdoti e il popolo di Turi portarono solennemente una Croce e la collocarono davanti all’ingresso della Grotta dove vige tutt’ora. Tale rito si sarebbe ripetuto ogni anno e poi, per motivi a noi sconosciuti, soppresso».

LA PREGHIERA DI INTERCESSIONE

Pellgrinaggio Croce _ Fabio Zita (3)

Terminata la Santa Messa, don Giovanni è ritornato in Grotta, dove ha recitato la preghiera dell’Anno Giubilare «per affidare tutti i nostri cari nelle mani del nostro Santo Patrono», chiedendo di «non abbandonarci, soprattutto in questo momento difficile, triste, nebuloso della nostra vita. Proteggici, vienici incontro, con il tuo manto coprici, preservaci, liberaci da tutti i mali e facci stare sempre bene. Questo chiediamo con tanta forza e fede a Sant’Oronzo».

A conclusione, l’arciprete ha ringraziato Alberto Lenato, presidente della sezione locale dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri, che si prende amorevole cura della “casa di Sant’Oronzo”, e Livio Lerede, presidente del Comitato Festa Patronale, «che ho voluto fosse qui con me perché siamo tutti pensierosi per il futuro, per agosto». «Chiediamo a Sant’Oronzo la grazia di far sì che tutti i nostri desideri possano realizzarsi».

FD

Foto di Fabio Zita

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