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“Dopo i sacrifici dei commercianti, pianifichiamo la ripresa”

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Il sindaco dei sindaci, Antonio Decaro, chiede misure straordinarie al Governo

Lo scorso 30 aprile, l’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) ha presentato un documento di proposte per supportare e rilanciare le attività commerciali e artigianali. Si tratta di una serie di richieste, avanzate a Governo e Regioni, per sostenere nell’immediato il mondo delle micro, piccole e medie imprese del commercio al dettaglio, dell’artigianato, del turismo, dell’agricoltura e della pesca.

“Riaccendere le vetrine spente”

«La nostra priorità – ha dichiarato il presidente Antonio Decaro – è riaccendere le vetrine spente e garantire ai cittadini le misure di sicurezza per poter tornare a frequentare le attività commerciali. Abbiamo chiesto tanti sacrifici ai negozianti, ora dobbiamo sostenere la ripresa. Dobbiamo, prima di tutto, garantire alle attività commerciali risorse a fondo perduto che aiutino i tantissimi negozi che animano le strade delle nostre città a riaprire. Sono poi necessarie regole più elastiche sull’occupazione del suolo pubblico. Chiediamo al Governo di avviare questa discussione».

«Non basta il bonus partite Iva – ha aggiunto – bisogna aiutare i negozianti a pagare non solo le tasse, ma le bollette, l’affitto, i costi di sanificazione e le attrezzature di cui dovranno dotare i locali per rispettare le misure di distanziamento sociale».

Il ‘preambolo’ dell’Anci Puglia

Il 29 aprile, un giorno prima che il documento di proposte fosse ufficializzato, si è svolta una videoconferenza tra il presidente Michele Emiliano e il comitato direttivo di Anci Puglia.

Nel corso dell’incontro, che fa quasi da ‘preambolo’ all’iniziativa dell’Anci nazionale, i nostri sindaci hanno sottolineato una serie di questioni urgenti. In primis, il “rischio default” per i Bilanci comunali a causa delle mancate entrate dei tributi locali e la necessità di rianimare tutti i comparti dell’economia locale maggiormente colpiti dall’emergenza. Senza tralasciare il difficile compito di monitorare il distanziamento sociale in luoghi e spiagge pubbliche: un “lavoro straordinario” che grava sugli Enti locali spesso sguarniti di personale.

Sfide che impongono un intervento da parte del governo regionale, eventualmente anche attraverso il ricorso ai fondi europei o la riassegnazione delle risorse non spese dagli Ambiti Sociali di Zona.

Le proposte per la ‘fase due’

Raccogliendo le istanze dei sindaci pugliesi rispetto alla gestione immediata delle conseguenze generate dal lockdown, l’Anci ha chiesto di mettere a disposizione dei Comuni risorse che permettano alle Amministrazioni di intervenire sui tributi locali, senza mettere a rischio gli equilibri di Bilancio.

In particolare, si fa riferimento alla possibilità di esonerare, per la durata della “fase due”, le attività commerciali dal pagamento di Cosap e Tari, di erogare un contributo per il pagamento degli affitti e di ridurre o azzerare l’Imu per i locali commerciali, alberghieri ed extralberghieri di proprietà.

Si sollecitano, parallelamente, contributi diretti per le spese di sanificazione dei locali commerciali e misure di supporto specifiche per gli operatori del commercio ambulante.

Andrà poi definito un percorso di semplificazione amministrativa che velocizzi la riattivazione delle attività nella nuova configurazione imposta dal distanziamento sociale: dalle autorizzazioni per la modifica del layout dei locali, alle domande per l’occupazione di suolo pubblico e l’allargamento delle aree dove è possibile installare i dehors.

Infine, l’Anci investe il Governo del compito di codificare a livello nazionale un protocollo di contingentamento dell’entrata nei mercati, il cui controllo sia sostenibile, in termini di costi e impiego di personale di Polizia Locale, da parte dei Comuni.

FD

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