Agricoltura e ciliegie al tempo del Covid-19
Il segretario PD, Lilli Susca, riunisce i colleghi del sud-est barese per proporre soluzioni compatibili con l’emergenza
L’inizio della campagna cerasicola incombe e, per forza di cose, dovrà coesistere con l’emergenza sanitaria in corso. Una “convivenza forzata” che pone non poche incognite, ad iniziare dalla tenuta di un comparto vitale per l’economia turese dinanzi alle misure restrittive adottate per il contenimento dei contagi.
A marzo, “Patto per Turi” aveva sollevato il problema con largo anticipo, protocollando una lettera aperta in cui invitava l’Amministrazione a istituire un tavolo tecnico-politico che coinvolgesse anche i Comuni limitrofi. A distanza di un mese, il segretario cittadino del Partito Democratico, Lilli Susca, ha fatto un passo in più verso la chiarezza, promuovendo un gruppo di lavoro, costituito dai colleghi segretari di Casamassima, Castellana, Conversano, Noicattaro, Rutigliano, Sammichele e Terlizzi.
Dall’attività di questo gruppo di lavoro è venuto fuori un “manifesto di quesiti”, con l’obiettivo di “sensibilizzare le autorità competenti e di stimolare alla riflessione e alla ricerca di possibili soluzioni”. Ed il primo interlocutore è stato Francesco Boccia, Ministro per gli Affari Regionali, in occasione di una videoconferenza organizzata dal deputato democratico Ubaldo Pagano. Non mancano, tuttavia, anche le proposte concrete, volte sperimentare un modello organizzativo dell’imprenditoria agricola che sia al tempo stesso sostenibile ed efficace.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, abbiamo chiesto al segretario Susca una valutazione su come Turi abbia risposto a questo primo mese d’emergenza e su cosa possa essere migliorato, come ad esempio l’introduzione di meccanismi di controllo più serrati sull’aumento indiscriminato dei prezzi dei beni di prima necessità.
Come giudica la gestione comunale dell’emergenza sanitaria?
«In una parola: materna. Ritengo che il sindaco si stia adoperando con dedizione e sacrificio alla salvaguardia dei cittadini, un po’ come una mamma con i propri figli. Non so quanto supporto stia ricevendo dal resto della maggioranza – non uscendo da settimane ormai non ne ho una chiara percezione – ma posso testimoniare il suo impegno, avendola più volte raggiunta telefonicamente per condividere con lei dubbi e proposte. Io e i consiglieri di “Patto per Turi” ci siamo messi fin da subito a disposizione dell’Amministrazione, mettendo da parte ogni genere di polemica che in questo momento storico sarebbe solo controproducente e ricevendo, devo dire, buona disponibilità ad accogliere il nostro desiderio di collaborare».
Qualche suggerimento per migliorare la risposta della macchina amministrativa?
«All’inizio della quarantena avevo riscontrato una certa confusione nella comunicazione delle restrizioni e delle informazioni ufficiali in generale e ho suggerito alla consigliera Deflorio di elaborare un sistema di comunicazione veloce fra Polizia Locale e cittadini. Qualche giorno dopo è stata lanciata la app per allerta sanitaria.
Al sindaco ho chiesto espressamente di non trascurare i cittadini senza residenza nella distribuzione degli aiuti. Essendo esclusi dal bando che regolamenta la distribuzione dei buoni spesa statali e degli aiuti regionali, temevo che fossero lasciati soli a gestire questa difficile situazione. Il sindaco mi ha risposto che stanno compensando con i beni di prima necessità donati dai cittadini. Quindi, posso confermare che la risposta dell’amministrazione all’emergenza è sufficientemente sollecita e attenta.
Un suggerimento che mi sento di dare oggi, sulla base di un comune sentire e di sollecitazioni da parte di iscritti al PD e di tanti altri cittadini, è il seguente: gestire il problema dell’aumento dei prezzi in maniera sistematica, così come si faceva in passato. Fino a qualche anno fa la Polizia Locale svolgeva un compito molto utile alla comunità: conduceva un monitoraggio dei prezzi dei beni di prima necessità i cui esiti venivano trasmessi alla Camera di Commercio e agli uffici amministrativi della Casa Penitenziaria di Turi, dove venivano usati come termine di paragone per gli acquisti interni. Se questo servizio fosse ancora vigente forse non assisteremmo oggi ai rincari che stanno mettendo in difficoltà diverse famiglie turesi».
Quali sono le proposte del gruppo di lavoro del PD per sostenere l’agricoltura in questa fase?
«Questo gruppo di lavoro, costituito da segretari PD del sud-est barese, è nato su mia richiesta anche in virtù di un confronto, in seno a “Patto per Turi”, che ci ha spinti a pubblicare una lettera aperta al sindaco in data 10 marzo, in cui chiedevamo di aprire un tavolo tecnico con i Comuni limitrofi per affrontare l’emergenza della campagna cerasicola alle porte. Il gruppo di segretari PD per l’agricoltura si è riunito virtualmente più volte e, sentiti i rappresentanti delle associazioni di categoria, ha stilato un documento che intende condividere con le massime autorità al fine di sensibilizzarle e di cercare insieme delle soluzioni.
Questo ne è in sintesi il contenuto:
“A breve inizierà la raccolta delle ciliegie. Nel sud-est barese si produce l’80% delle ciliegie di tutta Italia. Parliamo di Comuni che insieme non superano i 50mila abitanti. Facile immaginare, quindi, la domanda di manodopera che si concentra in un mese di lavoro. In passato si è provveduto ad accogliere gli stagionali, richiamati da tale domanda, in una foresteria allestita all’uopo in territorio turese. Ci chiediamo:
a) Gli stagionali saranno in grado di raggiungere il nostro territorio?
b) Se sì, dove potranno alloggiare visto che le foresterie sono caratterizzate da elevata promiscuità e condizioni tutt’altro che conformi alle disposizioni di sicurezza stabilite dai recenti decreti?
c) Come potranno i produttori sostenere i costi di vitto e alloggio degli operai e di spostamento da e per i campi nel rispetto delle norme vigenti – dovendo trasportare massimo due operai per mezzo, quanti mezzi saranno necessari? Quanto costerà ai produttori?
d) Quali alternative sono al vaglio del governo per rispondere alla domanda di manodopera? Come si possono concretizzare le ipotesi di impiego di dipendenti in CIG o di coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza, tenendo conto che non ci si improvvisa agricoltori?
e) Il governo pensa di provvedere in tempi brevi a manovre di stabilizzazione degli “invisibili”, di coloro che non sarebbero nelle condizioni di superare qualsivoglia controllo posto in essere, oggi più che mai, in conformità ai decreti COVID?
f) Qualora i produttori decidessero, nonostante tutto, di procedere alla raccolta, quali prospettive per la vendita?
I. Se non sarà possibile conferire il prodotto ai magazzini, in quanto difficilmente gestibili nel rispetto delle norme di sicurezza, quali strade percorrere per la vendita?
II. È possibile pensare ad incentivi per la vendita online, attraverso il potenziamento di piattaforme apposite?
III. Data l’emergenza, è ipotizzabile da parte del governo un’accelerazione all’apertura verso nuovi mercati – soprattutto quelli asiatici – di tutti i prodotti agroalimentari?
g) Considerato il quadro qui esposto, e in virtù dei danni che la produzione cerasicola ha già subito a causa del gelo che ha bruciato buona parte del prodotto, esiste la possibilità di intervenire con fondi speciali, in deroga alla legge Alemanno, a supporto delle famiglie di produttori del sud-est barese?”.
Queste domande sono state poste a Boccia, ministro per gli affari regionali, in occasione di una videoconferenza con i segretari dei circoli cittadini della provincia di Bari e con l’onorevole Ubaldo Pagano.
Avete pensato a misure particolari per la prossima campagna cerasicola?
«Il documento che ho riportato nella precedente risposta è stato scritto in forma di quesito perché ha la funzione di sensibilizzare le autorità competenti e di stimolare alla riflessione e alla ricerca di possibili soluzioni. Ora il gruppo si pone anche l’obiettivo di fare proposte concrete. Una delle idee è quella di mettere a disposizione degli operai dei mezzi di trasporto che facciano da spola dal paese ai campi, nel rispetto delle norme vigenti. Un’altra è quella di adoperare manodopera non specializzata, dipendenti in cassa integrazione o percettori di reddito di cittadinanza, con sgravi fiscali o agevolazioni di altro tipo per i produttori datori di lavoro. Questa proposta è in linea con la manovra al vaglio della Bellanova, Ministro delle politiche agricole. Per quanto riguarda la vendita, si proporrà di agevolare la vendita online per far fronte alle difficoltà che è facile immaginare nella gestione dei magazzini di raccolta e smistamento della frutta. L’auspicio è quello che di necessità si faccia virtù e cioè che da questa grave crisi si esca con idee e modi di gestire l’imprenditoria agricola, nuovi ed efficaci sempre».
Fabio D’Aprile