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Le cartolerie possono effettuare la vendita con consegna a domicilio

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Lo ha stabilito il Prefetto di Bari: a chiarirlo è il titolare di una cartolibreria turese

“Il Decreto” è senza dubbio la telenovela più seguita dagli italiani negli ultimi tempi. Ironie a parte, le rettifiche e le novità di volta in volta riportate nei vari DPCM hanno generato fino ad oggi un certo scompiglio e non poche incomprensioni a tutti i livelli. Insomma, come sempre, polemiche nelle polemiche.

In questa babele di interpretazioni sono state coinvolti anche gli esercizi commerciali; venendo a noi, tra i commenti di un post pubblicato sul gruppo Facebook “Comitato sei di Turi se…” sarebbe sorto un dilemma: le cartolerie possono rimanere attive nonostante il rispettivo codice Ateco sia incluso nell’elenco di tutti gli esercizi che devono restare chiusi a causa del Coronavirus? A tal proposito, il casus belli sarebbe da rintracciarsi nell’attivazione del servizio a domicilio da parte di una cartolibreria turese che, secondo qualcuno, nel caos interpretativo successivo ad una recente puntata de “Il Decreto”, in tal modo aggirerebbe in maniera sleale o addirittura illegale l’ostacolo, ovvero l’obbligo della chiusura.

Effettivamente il dubbio è lecito, o quantomeno il cavillo è davvero molto sottile. Ne sa qualcosa lo stesso titolare della cartolibreria in questione, in quanto avrebbe di persona richiesto chiarimenti ufficiali a tal proposito. Dopo essersi rivolto dapprima alle autorità locali e successivamente al Ministero delle Finanze con tanto di PEC, il nostro concittadino ha finalmente ottenuto una risposta definitiva attraverso l’associazione di categoria alla quale il Prefetto di Bari, Antonella Bellomo, avrebbe dato il placet per la vendita di materiale di cancelleria, purché a domicilio.

Ancora una volta, dunque, in medio stat virtus, anzi veritas. Fortunatamente, tutto è bene quel che finisce bene, poiché, dopo la polemica e lo scontro di opinioni iniziale, è stato possibile dirimere la controversia, con beneficio di tutti coloro che dell’ultima puntata de “Il Decreto” non avevano compreso qualche concitato passaggio.

LEONARDO FLORIO

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