Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Attualità

Cerasicoltura: adesso il gelo, domani il Coronavirus?

CILIEGIE VITO 1

Patto per Turi insiste sull’urgenza di convocare un tecnico-politico per difendere la produzione dagli effetti del Covid-19.
Palmisano: “Ci piacerebbe essere ascoltati e coinvolti”

Se il Coronavirus sparisse domani saremmo tutti felici. E probabilmente continueremo ad esserlo, anche quando dovremo fare i conti con la terra bruciata che questa pandemia ha lasciato dietro di sé.

Per adesso, nonostante tutto, non siamo al livello degli incendi australiani, ma tra qualche tempo il perdurare delle fiamme potrebbe essere motivo di serio sconforto, quantomeno per gli agricoltori turesi.

CILIEGIE VITO 2

I primi a sentire “puzza di bruciato” tra le stanze del Municipio sono stati i rappresentanti del gruppo di minoranza. Lo scorso 10 marzo, Patto per Turi ha difatti protocollato una missiva in cui si chiede la convocazione di un tavolo tecnico-politico con gli amministratori locali dei territori produttori di ciliegie, al fine di ottenere un incontro con l’Assessore Regionale all’agricoltura dott. Michele Emiliano e il Ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova sui seguenti temi: valutazione e prevenzione dei rischi economico-finanziari a cui il comparto cerasicolo sarà sottoposto a seguito della congiuntura negativa determinata dalla diffusione del Covid-19; gestione del fenomeno dei lavoratori stagionali dal punto di vista sanitario e dell’impiego.

“CI PIACEREBBE CHE VENISSIMO ASCOLTATI E COINVOLTI”

Il tempo corre, specie adesso che restiamo forzatamente fermi sul posto. Per questo, a distanza di due settimane, abbiamo interpellato direttamente Angelo Palmisano, capogruppo di minoranza.

«Abbiamo protocollato la richiesta di un tavolo tecnico politico il 10 marzo, ma ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta. Certamente capiamo il momento particolare che stiamo attraversando e proprio con il solito spirito propositivo pensiamo di poter dare un contributo fattivo alla collettività, preventivando possibili soluzioni al problema che tra 30 giorni si presenterà inesorabile e che riguarda la campagna cerasicola.

La nostra richiesta verte su 2 aspetti: uno legato alla raccolta e un altro legato alla vendita. Nel primo caso ci piacerebbe capire come ci si comporterà con gli stagionali in tempi di Coronavirus: verranno fatti dei tamponi? Verrà allestita la foresteria? E in tal caso come verrà gestita? Secondo aspetto quello della vendita. Ci piacerebbe aprire un dialogo con associazioni di categoria e GDO per incentivare una campagna di promozione del settore agroalimentare italiano in vista di una più che probabile crisi delle esportazioni. Inoltre vorremmo cercare, se possibile, di imporre un tetto massimo di margine sui prodotti che permetta una vendita costante e sostenibile a salvaguardia della fragile economia nazionale e delle singole famiglie. Questi sono i temi che vorremmo discutere ora prima che esploda un altro problema, stavolta di natura economica, per una comunità che sulle ciliegie riversa tante speranze.

Comunque – dirà più tardi – ci stiamo già muovendo, coinvolgendo produttori e parti politiche dei paesi limitrofi per portare all’attenzione di tutte le amministrazioni queste perplessità e per dare speranza e fiducia ad una comunità già provata dalla pandemia in corso».

Vorrebbe dire qualcosa agli agricoltori turesi?

«Gli agricoltori sapranno sicuramente tirar fuori la loro tenacia e la caparbietà e sapranno affrontare e vincere questo momento difficile. Insieme ce la faremo».

I punti interrogativi per adesso rimangono e si spera che, in una modalità uguale o diversa da quella proposta da Patto per Turi, possano presto arrivare delle risposte concrete. In questo scenario ad apparire poco chiara è anche la posizione della maggioranza che, fino ad ora, non ha mostrato né accordo né disaccordo rispetto all’iniziativa della minoranza.

«Noi continuiamo a fare proposte che sicuramente vanno verso l’interesse comune e ci piacerebbe che venissimo ascoltati e coinvolti» – afferma Palmisano in chiusura.

IL GELO E LA TERRA DEI FUOCHI

Nelle parole introduttive, veniva impiegata la metafora degli incendi, nello specifico quelli australiani, in buona parte causati dai cambiamenti climatici; a soffrirne, non da adesso, anche la cerasicoltura.

VIGNETI IERI NOTTE

«Strage in campagna per il gelo che sta interessando da 2 giorni la Puglia con temperature fino a – 5 gradi dopo un inverno bollente, con danni ingenti su primizie come i piselli, verdure in pieno campo come asparagi, carciofi, finocchi, cicorie, con gravi danni sul grano e sulle patate, sugli alberi da frutto come ciliegi e albicocchi, sui mandorli, fino ad arrivare alle gravi gelate a carico dei vigneti di uva va da tavola e da vino» – denuncia la Coldiretti Puglia dopo la verifica dei danni dovuti all’ondata di gelo degli ultimi giorni.

«In campagna gli agricoltori stanno cercando di lottare contro le gelate improvvise con pratiche antiche quali l’accensione di fuochi controllati tra i filari, per cercare di aumentare la temperatura tra le viti o attraverso l’apertura dei teli antigrandine per creare una sorta di ‘effetto serra’ e alzare di qualche grado moderatamente le temperature» – dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Una terra dei fuochi, almeno per quanto riguarda la viticoltura, mentre i cerasicoltori iniziano a contare quante sono state le prime ciliegie ancora verdi bruciate dal freddo.

LEONARDO FLORIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *