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Giovanni Palmisano a lezione da Gianluca Vialli

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 I primi passi con J.P. TV e le cronache del Thuriae, il sogno di diventare cronista sportivo ed il master alla IULM di Milano, a contatto con mostri sacri del marketing e dello sport

“Martedì 19 novembre ’19: inizia un nuovo viaggio, una vita nuova. Nuova, sì, ma frutto di tutto ciò che la mia vita a Turi mi ha insegnato: dai principi dei miei genitori a quelli dei miei amici, passando per le tante persone incrociate in questi 26 anni. Lascio il mare, la campagna, il piccolo paese per trasferirmi nell’esatto opposto: niente mare, niente campagna, ma tanta tanta vita e produttività”. Con queste parole iniziava il post di congedo con cui Giovanni Palmisano, turese classe ’93, salutava con un velo di comprensibile malinconia la propria terra. Tanti come lui hanno dovuto cercare la propria fortuna altrove, o meglio, più che parlare di fortuna, è più opportuno fare riferimento alle opportunità che purtroppo il Sud da anni nega ai propri figli, spesso con separazioni dolorose: nonostante la volontà di dirigersi ed insediarsi altrove, sono davvero pochi i giovani che hanno accettato la propria partenza a cuor leggero. Ci vuole difatti coraggio per lasciare tutto e partire e, di questo aspetto, si dovrebbe sempre tener conto quando si analizza il fenomeno migratorio, a prescindere da quali possano essere i suoi protagonisti.

L'esordio con JP-TV

Tornando a Giovanni, parliamo di un ragazzo dalla brillante carriera accademica, coronata con una laurea con lode in Giurisprudenza, conseguita all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Negli anni vissuti qui a Turi, parallelamente al suo percorso di studi universitari, il nostro giovane concittadino ha profuso tantissime energie anche nell’ambito dello sport e del giornalismo, nel tentativo di realizzare un sogno ambizioso: diventare un cronista sportivo. Per sette edizioni, infatti, Giovanni ha organizzato il tanto atteso Torneo di Sant’Oronzo, ha scritto alcuni articoli per la stampa locale, si è dedicato al progetto di informazione politica “Detto tra noi”, per poi iniziare a sperimentarsi, con la sua “J.P. TV”, nella telecronaca live delle gare di calcio a 5 disputate dal Thuriae: un’esperienza entusiasmante che ha appassionato tantissimi turesi, catapultati grazie alla sua voce nell’atmosfera del nostro palazzetto e nei ritmi di gioco febbrili tipici del futsal.

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«I primi passi mossi verso il mio obiettivo di diventare cronista sportivo, più nello specifico calcistico – racconta Palmisano – risalgono alla mia esperienza turese con J.P. TV. Dopo questa fase iniziale, adesso sto sperimentandomi in una realtà tutt’altro che locale». Difatti, come preannunciato in introduzione, il nostro concittadino si trova da novembre a Milano. Prima di raggiungere la città della Madonnina, Giovanni ha conseguito un Master in Giornalismo Sportivo 3.0 organizzato a Torre Annunziata dalla Rompipallone Academy, durante il quale ha potuto partecipare a lezioni frontali con personalità di spicco nel settore del giornalismo calcistico italiano, quali Repice, Borghi, Marianella, Biasin, nonché con direttori di testate prestigiose. Al termine di questa parentesi, gli occhi azzurri del nostro concittadino hanno iniziato a guardare sempre più altrove, orientandosi verso prospettive che avrebbero potuto permettergli di continuare a coltivare con passione e dedizione il proprio sogno.

IL MASTER ALLA IULM

Ed è così che si arriva a novembre, quando, in seguito alla vittoria di un bando, Giovanni ottiene la possibilità di seguire un Master in Marketing e Comunicazione dello Sport presso la IULM, lì a Milano, luogo della propria fede calcistica neroazzurra. «Il Master rappresenta un punto di congiunzione tra la possibilità di continuare ad inseguire le mie ambizioni e l’opportunità di lavorare davvero nell’ambito sportivo. L’aspetto fondamentale del Master a cui sto partecipando consiste nell’opportunità di essere ogni giorno a contatto con dei mostri sacri del marketing, della comunicazione, dello sport e non solo. Dunque, come dicevo, questo mio impegno non ha soltanto risvolti sportivi. In ogni caso, a tal proposito, le figure di riferimento che si impegnano nella nostra formazione pongono spesso al centro, come discriminante tra lo sport ed altri settori, la componente “passione” che difatti regge quasi totalmente l’indotto economico sportivo».

«Tra le tantissime attività che svolgiamo – prosegue Palmisano – posso parlarvi ad esempio delle lezioni di public speaking con successive prove di stand-up: ci viene data una consegna con delle direttive e, al momento, dobbiamo simulare un collegamento dal campo; ad esempio ci dicono “Sei all’Old Trafford per il derby che deciderà il campionato”. L’approccio del Master è dunque di tipo “learning by doing”, molto pratico, diversamente da quello accademico del percorso universitario. In questo caso infatti spesso siamo chiamati a misurarci con le dinamiche reali di lavoro e di squadra».

LA LEZIONE DI VIALLI

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Da questo spunto, cogliamo l’occasione per chiedere a Giovanni alcune impressioni in merito alla recente lezione tenuta niente poco di meno che da Gianluca Vialli, il quale, durante la carriera da calciatore, ha portato a casa per quattro volte la Coppa Italia, per due volte lo scudetto e altrettante Supercoppe italiane. Numerosi, inoltre, sono i successi ottenuti in competizioni internazionali sempre in blucerchiato ed in bianconero, come anche in Inghilterra tra le fila dei blues del Chelsea. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, il centravanti cremonese si è dedicato all’attività di allenatore e, dopo essere entrato nella Hall of Fame del calcio italiano, ha ottenuto ruoli di rilievo nella FIGC. Fuori dal campo Vialli si è distinto anche come ottimo opinionista e commentatore, lavorando per Sky Sport: di tutto questo, per sommi capi, si è parlato durante la lezione a cui ha assistito Giovanni.

«Un grande campione come lui avrebbe potuto presentarsi a noi senza troppo impegno. Mi ha colpito la sua professionalità: è stato per me molto emozionante vederlo così preparato per noi, per trasmetterci delle informazioni tra l’altro parecchio concrete e spendibili nella vita professionale. Tra le sue riflessioni, sottolineo in particolar modo quella inerente al talento. Dal suo punto di vista ciò che conta non è il talento, ma la voglia di allenarsi e migliorarsi: è più forte chi si allena di più e non spreca neanche un momento per trascurare l’allenamento. In buona sostanza, ha ridimensionato la concezione del talento come quella della fortuna a favore del duro allenamento, del rigore morale e del senso di responsabilità che ha, con la sua professionalità, dimostrato durante la stessa lezione. Nulla era improvvisato».

Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?

«Quel giorno sono tornato a casa positivo, felice, ottimista, energico, con la voglia di fare. Pensavo che “il mondo mi aspetta, tocca a me”: con il suo sguardo, le sue parole, i suoi gesti Vialli ha dimostrato e trasmesso questo. Per un ragazzo che, come me, parte con un sogno, certi concetti sono un propulsore a crederci maggiormente, a lavorare con professionalità e onestà intellettuale».

Per concludere: un’impressione sulla tua vita a Milano?

«Vivendo qui, provo dispiacere per il fatto che tornare dal Nord sia parecchio difficile, perché qui gli sforzi vengono ripagati in maniera maggiore. Qui c’è un contesto socio-economico diverso, più possibilista.”. D’altronde un concetto del genere, nella sua controparte locale, era già stato esplicitato dallo stesso Giovanni al momento della sua partenza, proprio in quel post cui facevamo prima riferimento: “A Turi c’è una grande forza che è la cultura del lavoro, del lavoro fino allo “sfinimento”, ma spesso manca il coraggio di sognare, di vedere una cosa nuova e dire “Dai, andrà bene” piuttosto che smorzare l’entusiasmo. Questa “cappa mentale” in cui si vive deve essere eliminata perchè rovina il futuro e appiattisce il presente, vanifica tutti gli sforzi fatti. […] Io, di Turi, mi porterò tutti gli insegnamenti positivi in questa mia nuova vita milanese, voi, a Turi, spero che cogliate i frutti più genuini della vita e del lavoro, senza più deprimere la vostra stessa vita individuale e collettiva. Sciamn wagnù».

LEONARDO FLORIO

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