Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Politica

Commissione di Controllo, le obiezioni della Zaccheo

Giannalisa Zaccheo

“Abbiamo apprese notizie di una certa gravità, non è sufficiente una presa d’atto del Consiglio”

Il secondo passo nella ricostruzione di quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio è l’intervento del consigliere Giannalisa Zaccheo, che ha sollevato alcune obiezioni su quanto emerso dalla relazione finale.

«L’attività della Commissione di Controllo – esordisce – non può concludersi con una presa d’atto da parte del Consiglio. Ritengo che, dalla lettura della relazione finale, abbiamo appreso notizie di una certa gravità, che meritano opportuni provvedimenti da parte del Consiglio, nel rispetto dell’articolo 11 del Regolamento del Consiglio comunale, per evitare di esporre tutti noi a responsabilità future».

“Vizi di parole”

In merito all’avviso pubblico per la selezione di un istruttore tecnico, arriva la contestazione semantica sull’uso di parole come “ineccepibile dal punto di vista formale” o “sfumature che potevano rivelarsi dannose per il Comune”, ritenendole inappropriate sotto il profilo del diritto amministrativo. «Ogni atto – afferma – o è perfetto o è viziato. Se è viziato, dobbiamo chiederci quanto è grave questo vizio: tanto grave da rendere nullo il procedimento e il provvedimento adottato o meno grave da renderlo annullabile. Dobbiamo chiederci se quelle sfumature sono ancora oggi potenzialmente idonee a esporre il Comune a futuri problemi. Ciò richiede una puntuale verifica».

La Commissione scavalca il Consiglio

«Il primo aspetto evidenziato dalla Commissione – prosegue il consigliere – è un falso problema. È macroscopicamente un errore materiale, un refuso che ha determinato la mancata scrittura dell’avverbio “non”: è chiaro che il periodo vada letto nel senso che “i manifestanti d’interesse non avessero procedimenti penali in corso”. Questo refuso necessitava solo di un’attività di rettifica da parte del responsabile degli Affari generali, invece la Commissione di Controllo all’unanimità sollecita il sindaco e gli organi preposti a revisionare tutto il Regolamento». Così operando, rincara la Zaccheo, «la Commissione scavalca il Consiglio e dà un indirizzo politico», poiché spettava al Consiglio, una volta informato del problema, indicare il proprio orientamento in merito a una deliberazione di competenza della Giunta.

Il paradosso dei requisiti

A seguire, il consigliere d’opposizione mette in luce quello che, a suo parere, è il “vero problema” dell’avviso pubblico: «È stato fatto in modo da distinguere due categorie: quella dei candidati provenienti dalla Pubblica Amministrazione, per cui erano richiesti solo i requisiti generali, e quella relativa ai liberi professionisti, cui sembra non si richiedessero i requisiti generali ma solo quelli professionali». Dunque, «per come è stato scritto l’avviso pubblico, i dipendenti della Pubblica Amministrazione potevano partecipare anche in assenza di specifiche competenze, mentre per i liberi professionisti era irrilevante se fossero cittadini italiani o avessero condanne pendenti».

Chiarito questo paradosso, la Zaccheo arriva al cuore del suo ragionamento: «tra i diversi professionisti in possesso di curricula equiparabili dal punto di vista professionale, è stato scelto quello che, rispetto al requisito generale dell’assenza di procedimenti penali in corso, risultava vulnerabile, per usare un eufemismo».

Al termine della propria disamina, il consigliere propone di investire il Segretario comunale del compito di verificare la fondatezza delle preoccupazioni esposte e di suggerire eventuali provvedimenti in autotutela «per evitare che il Comune rimanga esposto a quelle gravi conseguenze a cui fa riferimento la Commissione».

La sanatoria

Stessa linea viene mantenuta quando si passa a parlare della sanatoria. Tralasciando i punti relativi agli studi idrogeologici e alle distanze stradali, aspetti tecnici che sono già al vaglio di altri organi, la Zaccheo si sofferma sull’interpretazione che il Responsabile del Settore Urbanistica ha dato in merito all’articolo 38.1 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PUG.

Secondo l’architetto Del Rosso, l’ampliamento non in aderenza alle volumetrie preesistenti è legittimo poiché la norma in questione si estende agli insediamenti produttivi. «Questa lettura – incalza la Zaccheo – contrasta con l’articolo 38.5 che, riferendosi espressamente agli insediamenti produttivi esistenti alla data di adozione del PUG, e gli elenca tassativamente perché oggetto di precedenti varianti al Piano di Urbanizzazione, riconosce solo per questi la possibilità di ampliamento con corpi separati».

Ed anche in questo caso, si chiude con una proposta: il Consiglio si pronunci nel merito dell’interpretazione data dal Responsabile del Settore Urbanistica, come previsto dall’articolo 1 delle NTA. In subordine, si chieda un parere anche alla Regione Puglia, «poiché ci stiamo occupando di una norma tecnica del PUG strutturale».

FD

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *