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Nella pelle di Kader con la penna di Visitilli

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Domus Libri presenta “La pelle in cui abito”
Martedì 25 Febbraio il prof. Visitilli e Kader Diabate saranno a Turi per offrire una toccante testimonianza diretta di immigrazione e salvezza

Il 26 ottobre scorso, a Turi, si inaugurava Domus Libri, ovvero il nuovo Presidio del Libro locale. Per l’occasione, all’interno della suggestiva ed intima cornice offerta dalla Chiesa di S. Rocco, veniva presentato il libro “L’estate dell’incanto”, l’ultima fatica del noto autore Francesco Carofiglio. Da quel giorno, Domus Libri ha portato in città altri due autori, ovvero Nico Catalano e il suo “Ecce mondo” e, ultimo in ordine cronologico, Tommaso Adriano Galiani con “Le sirene non si cercano”. In ognuno di questi tre precedenti si è registrata una buona presenza di pubblico, attivamente coinvolto dai diversi moderatori chiamati in causa; tutto ciò a conferma del fatto che la scommessa culturale del nuovo Presidio locale sta sortendo gli effetti sperati.

Ebbene, a distanza di un mese dalla presentazione del romanzo di Galiani, si attende qui a Turi il prof. Giancarlo Visitilli, docente di Lettere e giornalista: da alcuni anni, infatti, cura una propria rubrica su “La Repubblica” intitolata “In cattedra”. Visitilli, tra i suoi vari impegni, ha inoltre fondato la cooperativa sociale “I bambini di Truffaut” ed è tutt’ora organizzatore e direttore del Festival Cinema & Letteratura “Del Racconto, il Film”. La scrittura e il cinema sono dunque i media con cui il prossimo ospite di Domus Libri ha maggiormente lavorato, partecipando a laboratori e rassegne nelle scuole, come anche, nel ruolo di organizzatore, a festival del calibro di BIF&St. Di non minor conto la sua partecipazione alla scorsa edizione del Festival di Sanremo, non come cantante, ma in qualità di ghostwriter poiché di fatto sarebbe stato l’autore segreto di uno dei brani in gara: dall’anno scorso si tenta di capire quale sia stato l’artista che ha beneficiato della sua penna e si spera, forse in vano, che a Turi l’arcano possa essere svelato. In sintesi, dunque, se si parla di Visitilli, si fa riferimento ad un comunicatore esperto e dal valore conclamato.

IL TEMA

Ariston a parte, veniamo all’incontro in programma martedì 25 Febbraio, a partire dalle 18.30: nel caffè letterario del Bar Origine, Visitilli presenterà al pubblico il suo ultimo libro “La pelle in cui abito”, una storia drammatica, fortemente attuale, dal finale tanto lieto quanto raro; si tratta della vicenda di Kader Diabate, un quindicenne ivoriano che parte dalla sua Costa d’Avorio per raggiungere l’Europa, terra promessa di tanti africani in fuga da un continente lacerato da problematiche di ordine sociale, economico e religioso su cui spesso si tende a stendere un impietoso velo omertoso.

Kader scappa dalla sua casa, attraversa il deserto, viene incarcerato in Libia per poi riuscire ad imbarcarsi nel Mediterraneo, raggiungendo l’Italia. Nonostante la propria indicibile sofferenza, vissuta sulla propria pelle, il giovane ivoriano, adesso poco più che ventenne, non si lascia schiacciare, preserva i suoi valori e diventa un’attivista per i diritti umani, a difesa della sua gente costretta ad abbandonare le proprie radici per trapiantarle altrove: «Sono nato in una casa senza porte. La sua forma – racconta nel libro – è sempre stata quella di una U, che è una lettera simile alla O ma non è chiusa, permette di uscire ed entrare, abbraccia e tiene. Proprio come la mia casa, che accoglieva tutti quelli che vi entravano e uscivano a piacimento, come è nella tradizione africana».

Alla luce di quanto appena riportato, l’incontro di martedì non sarà soltanto un momento di riflessione, ma di conoscenza e condivisione dal vivo di una storia vera che risuona come un fiore, raro, che sboccia su un muretto a secco: il muro di un dibattito politico divisivo in cui si cerca di deresponsabilizzare gli europei rispetto alle tragedie quotidiane che insanguinano il Mediterraneo, in cui determinate vittime vengono relegate ad una confortevole distanza di sicurezza che rende ciechi e sordi.

La storia conosce, seppur talvolta dimenticando, il potere di una propaganda basata sulla semplificazione, sulla reductio ad unum, sulle dichiarazioni iperboliche e su quanto di più avvelenante possa esserci per una chiara comprensione di situazioni complesse, in cui gli slogan valgono poco ed in cui la sensibilità non può essere oscurata dalla parola “buonismo”.

Di fronte a tutto ciò le testimonianze dirette, come quella di Kader, hanno un potere enorme nel rovesciare prospettive ottuse che reggono finché non sono degnamente messe in discussione.

A tal proposito, sempre martedì, interverrà Bamba Moussa, presidente dell’APS Ivoire Union ETS di Turi: anche lui, come Kader, parlerà della propria esperienza migratoria vissuta con altri connazionali. Volendo parafrasare Primo Levi, è bene ricordare che se la pelle in cui abitiamo è soltanto un caso, indossarne un’altra è a volte un dovere certamente umano.

LEONARDO FLORIO

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