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Politica

La Memoria in Consiglio comunale

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Le riflessioni del Sindaco e della minoranza condivise con gli studenti presenti in Consiglio

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La seduta del Consiglio Comunale, svoltasi martedì 28 gennaio, è stata introdotta da un importante momento di riflessione sulla Shoah condiviso tra l’intera Amministrazione, il Consiglio Comunale dei Ragazzi, una rappresentanza dell’Istituto Comprensivo “Resta – De Donato Giannini” ed una dell’IISS “Pertini-Anelli”.

I ragazzi dell’Istituto Comprensivo hanno dato il proprio contributo preparando una serie di slides con le quali hanno potuto far riferimento a testimonianze e citazioni di intellettuali e superstiti dell’Olocausto: la lettura di questo materiale ha preparato il solco alla commozione generale che ha pervaso l’atmosfera della Sala consiliare per tutto il resto dell’incontro. D’altronde, la Giornata della Memoria rappresenta un momento dove l’essere umano, spogliato da ogni razionalità di fronte alle assurdità commesse in una pagina di storia che vorremmo senza dubbio poter strappare e fingere che non sia mai esistita, si ritrova solo davanti all’emotività più sconvolgente, alla crudezza della propria esistenza, fragile, contingente. In questo contesto, uomini e donne riscoprono quel sentimento d’impotenza in grado, come la morte, di far da “livella” tra individui di qualsiasi età, provenienza geografica, lingua ecc. Anzi, lo stesso linguaggio stenta a trovare vie simboliche di fuga, individuate da chi quell’inferno lo ha vissuto e, con fatica titanica, metabolizzato per comunicarlo agli altri. Per queste ragioni, come detto poc’anzi, tutti i presenti, adulti e giovanissimi, non hanno potuto che affidarsi ai pensieri di quegli intellettuali e dei superstiti che, fortunatamente, sono rimasti in vita nonostante le atrocità dei campi di concentramento.

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A concludere gli interventi dei ragazzi è stato il rappresentante d’istituto del “Pertini – Anelli”, il quale, nelle ultime battute, ha voluto rimarcare la sensibilità dei propri coetanei nei confronti di un argomento, di un fenomeno che va combattuto sempre, affinché non si ripeta mai più, nonostante possano ancora oggi serpeggiare determinati pensieri e sentimenti di odio, violenza e discriminazione.

Prima del suggestivo racconto a cinque voci esposto dai volti del gruppo di minoranza, il sindaco Tina Resta ha voluto esprimere i propri complimenti nei confronti dei ragazzi dell’Istituto tecnico turese e della loro rappresentazione teatrale: “Avete parlato della Shoah in maniera innovativa, più coinvolgente, invece di fare una semplice rispolverata di ricordi storici. Ho ascoltato riflessioni molto belle, interessanti anche perché attualizzate: questo mi è piaciuto molto. Anche negli anni passati l’IISS si è sempre dimostrato sensibile a questa tematica”.

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Successivamente sono intervenuti i consiglieri di “Patto per Turi” con le parole di seguito riportate: «Capire è impossibile, ma conoscere è necessario. Lo dice Primo Levi, nato a Torino nel ’19, deportato ad Auschwitz nel ’44, liberato nel ’45, morto, forse suicida, nell’87. Capire è impossibile. E come si fa a capire?! Si può capire il dolore di un piede livido di freddo, di uno stomaco che si accartoccia su se stesso, di un dente che proprio non si vuole staccare neanche con l’aiuto di una tenaglia lurida rubata dalla cassetta degli attrezzi? Si può capire il dolore che si prova a dover scegliere quale dei due figli salvare? Impossibile. Ma conoscere è necessario. Sapere è doveroso. Anche il particolare più raccapricciante, anche il dettaglio più bestiale. Conoscere non solo la Storia, ma le storie, il dolore di tutti e di ciascuno. Conoscere quel dolore e ciò che lo ha causato e lo ha alimentato è necessario. E non è questo un atto di altruismo, non è solo un gesto di rispetto in memoria di chi ha sofferto, ma è un atto di egoismo verso noi stessi, verso la razza umana tutta. Perché se di razza si deve parlare, d’ora in avanti, che sia dell’unica razza che abbia motivo di essere riconosciuta: quella dell’essere umano. Perché la repulsione per ciò che è stato ci spinga in avanti e mai indietro».

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Collegandosi a questa conclusione, il capogruppo della minoranza Angelo Palmisano ha poi chiosato: «Visto che siamo in una sede politica, qui torna spesso la frase “conoscere per deliberare”. Attraverso la conoscenza della storia, l’umanità deve riuscire a non commettere più gli errori del passato»

La parola torna poi al sindaco, al quale è affidata l’ardua impresa di dover tirare delle conclusioni significative: «Vorrei tirare delle conclusioni anche se delle conclusioni non ci sono mai. In questa giornata si parla di memoria e la memoria riconduce ormai a qualcosa che non c’è più, a una cosa passata. Questo però non è completamente vero: noi dobbiamo anche riflettere sul mondo in cui viviamo, dove certi sentimenti, se di sentimenti vogliamo parlare, sono subdoli. Per esempio, il sentimento della cattiveria è subdolo, non lo si comprende subito. Nei rapporti quotidiani bisogna essere attenti ai dettagli, alle parole: le parole hanno un peso, esprimono un sentimento, uno stato d’animo, dei pensieri alcune volte non completamente esplicitati. E allora quel rischio che voi magistralmente avete presentato con il supporto dei vostri docenti e della dirigente è un rischio sempre presente. Non pensate ai fatti che ricordate nella Giornata della Memoria come ad un qualcosa che potrebbe non succedere mai più. Proprio perché c’è questo rischio, bisogna vivere il mondo con attenzione: questi rischi, a tutti livelli, sono dietro l’angolo. E allora qualcuno vi può chiedere: ma a Turi, noi scuola, noi Amministrazione, noi società, cosa possiamo fare davanti ad eventi che non sono certamente sotto il nostro controllo? Io dico che nel nostro piccolo possiamo fare tanto, cominciando dalla rete di rapporti interpersonali corretti, rispettosi, non necessariamente omologanti, poiché il confronto è arricchimento. L’appello che faccio a voi direttamente è che stamattina, con le vostre riflessioni, vi rimanga comunque un pensiero positivo».

«La storia – dirà più tardi – è importante perché possiamo riviverla. Quando ci siamo visti ultimamente davanti al monumento dei Caduti, con il Consiglio Comunale dei Ragazzi abbiamo riflettuto sulle persone che hanno dato la vita davanti a quel monumento che spesso guardiamo in maniera indifferente. Il concetto è proprio l’indifferenza e non fare nulla per evitare qualcosa di negativo è una forma di complicità ancora più subdola. Possiamo sbagliare, ma la bellezza straordinaria di chiedere scusa non deve mai mancare. Vi ringrazio di cuore»

Ecco, unendo gli interventi della minoranza e del sindaco, ne uscirebbe una sintesi in cui risulta importante scusarsi con la Storia affinché non si ripetano gli stessi errori: d’altronde una Memoria che abbia senso di esistere spinge, o almeno dovrebbe, a fare mea culpa verso gli uomini del passato, come fossero quelli del presente e del futuro.

LEONARDO FLORIO
Foto di Antonio Gasparro

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