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La nota… dolina

L'interno della 'grave' di Largo Pozzi

Manutenzione del verde pubblico aggressiva o necessaria? La “grave” è del tutto sicura?

Poco tempo fa, su queste colonne, abbiamo analizzato alcuni interventi sul verde pubblico disposti dall’attuale Amministrazione, passando sotto la lente d’ingrandimento la dolina di Largo Pozzi, Piazza Aurelio Cisternino, la villa comunale e Piazza Venusio.

Gli aranci in piazza Chiesa 2

Oggi, invece, prendiamo in esame la vigorosa potatura cui sono stati sottoposti gli aranci presenti di fianco alla birreria Jedes, al cospetto della Chiesa Madre. Anche questa volta, ci domandiamo se la rimondatura non sia stata eccessivamente aggressiva, come le stesse chiome degli aranci in questione sembrerebbero suggerire. Per saperne di più, abbiamo interpellato l’assessore Stefano Dell’Aera che, con molta chiarezza, si è così espresso: “L’azienda incaricata per la manutenzione e la messa in sicurezza del verde pubblico vanta una certa esperienza nel proprio settore. L’Amministrazione non valuta autonomamente come si debbano potare gli alberi, poiché queste decisioni le affidiamo all’esperienza della ditta che, in base alle proprie competenze, decide anche la tempistica dell’intervento. Ciò che invece facciamo, consiste nel dare indirizzo di manutenzione e ripristino della sicurezza. Ad ogni modo, gli aranci di cui stiamo discutendo hanno creato alcuni problemi, a causa della presenza di infestanti. La potatura è stata inoltre necessaria per permettere agli alberi di riprendere le proprie funzionalità vegetative”.

Riguardo la misura dell’intervento, Dell’Aera è altrettanto chiaro: “Se per troppo tempo l’albero non è sottoposto a potature, è normale che queste possano sembrare drastiche. Questo vale anche per gli alberi di Piazza Aurelio Cisternino, le cui chiome esageratamente cariche di rami hanno anche suscitato non poche preoccupazioni in termini di sicurezza. Parliamo in questo caso di alberi che, per forma e sviluppo naturale, necessitano di spazi e di una certa distanza l’uno dall’altro. Per evitare che i rami divenissero elementi di pericolosità, la ditta ha pensato di intervenire con una certa energia nella potatura. La manutenzione del verde pubblico, dunque, è importante sia per una questione di decoro che per motivi di sicurezza”.

L'interno della 'grave' di Largo Pozzi 2

Chiariti questi punti, cogliamo l’occasione per tirare nuovamente in ballo la dolina di Largo Pozzi a proposito della quale, non molto tempo fa, si sarebbe creato un notevole dibattito, sia sulla carta stampata che sui social. In breve, la polemica riguardava gli alberi presenti all’interno della “grave” che, stando al commento tecnico dell’ex assessore Antonello Palmisano, nel caso in cui venissero rimossi, andrebbero a creare importanti rischi idrogeologici, che si potrebbero tranquillamente evitare. Di parere contrario è l’assessore Dell’Aera, che spiega: “La vegetazione spontanea presente nella dolina ha apparati radicali superficiali ed il terreno, da questa trattenuto e stabilizzato, è un terreno di riporto, accumulatosi con la pioggia, che raggiunge il livello di mezzo metro. Al di sotto vi è una solida base di cemento. È chiaro, quindi, che non sussiste alcun pericolo”.

Riguardo, invece, le potenzialità della “grave” come luogo, in futuro, visitabile afferma: “Sicuramente quel sito andrebbe riqualificato e reso visibile non solo per l’aspetto idrogeologico, in quanto la dolina è attiva e sono presenti attività carsiche al di sotto, ma anche dal punto di vista dell’opera idraulica che potrebbe diventare un elemento di attrazione. Si può pensare a qualcosa che trasformi il muro in un attrattore turistico, in un importante elemento di caratterizzazione di quel luogo”.

In conclusione, quindi, se da un lato divergono i punti di vista di Palmisano e Dell’Aera a proposito delle potature, dall’altro entrambi concordano su un aspetto: la “grave” può offrire qualcosa in più rispetto ad un muro, con beneficio per tutti. Certo è che, in tutto ciò, non andrebbe mai dimenticato quel fanciullo che parecchi anni fa perse la vita all’interno della dolina, giustificando proprio la costruzione di quel muro che tutt’oggi rimane e che, grazie ad alcune iniziative giovanili, è stato quantomeno reso più colorato nel tempo.

LEONARDO FLORIO

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