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San Sebastiano, il ‘soldato di Cristo’

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La celebrazione eucaristica in onore del Protettore dei Vigili Urbani ed il report 2019 della Polizia Locale

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Nativo di Narbona, cittadino milanese, alto e stimatissimo ufficiale della guardia pretoriana di Diocleziano e Massimiano, San Sebastiano è l’eroe della Militia Christi, ordine religioso e militare-cavalleresco fondato nel 1318 da Dionigi re di Portogallo e approvato da papa Giovanni XXII.

Dalla Depositio Martyrum, un almanacco che conteneva intere liste di santi con le date del loro martirio, conosciamo il giorno della sua morte, ovvero il 20 gennaio, ancora oggi dedicato in Occidente al suo culto. Le gesta e la passione del miles Christi sono narrate in un testo agiografico del V secolo secondo cui Sebastiano visse a Milano, ricoprendo il ruolo di comandante della prima coorte pretoriana: egli era quindi la guardia del corpo imperiale, profondamente stimato da Diocleziano che però ignorava il credo cristiano di Sebastiano, il quale dissimulava la sua fede per meglio recare conforto ai correligionari perseguitati e rinsaldare la loro volontà di martirio a testimonianza del loro credo.

Ad ogni modo Sebastiano fu in seguito denunciato a Diocleziano, dal quale, di tutta risposta, venne condannato a morte per mano degli arcieri. Il suo corpo, tutto trafitto di frecce, fu abbandonato sul terreno e dato naturalmente per morto ma pochi giorni dopo l’imperatore se lo vide ricomparire dinanzi, indi per cui comandò che venisse frustato a morte ed il suo corpo gettato in una cloaca, perché non divenisse oggetto di venerazione per i cristiani. La notte dopo il Santo apparve a Santa Lucia, le rivelò dove fosse e le ordinò di seppellirlo accanto alle tombe degli apostoli.

La celebrazione di lunedì

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Buona parte di questa storia avvincente è stata raccontata da Don Nicola D’Onghia, parroco della Chiesa di San Giovanni Battista, durante la celebrazione eucaristica serale di lunedì 20, dedicata a San Sebastiano, Patrono dei Vigili Urbani e degli arcieri. Ad occupare i banchi nel corso dell’importante cerimonia, numerosi agenti della Polizia Locale, tra cui il Comandante dott. Raffaele Campanella, il Maresciallo Castore per l’Arma dei Carabinieri, una rappresentanza della Polizia Penitenziaria e della Metronotte e infine il Gruppo di Protezione Civile, guidato da Giovanni Ventrella. Non mancavano inoltre alcuni volti delle sezioni locali delle Associazioni Nazionali dell’Aeronautica, dei Bersaglieri, dei Combattenti e dei Finanzieri, unitamente alla sezione casamassimese dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri. La cordata politica presente era invece composta dal Vicesindaco Fabio Topputi, dall’assessore Graziano Gigantelli e ovviamente dal consigliere delegato alla Polizia Locale Teresita De Florio.

san sebastiano (1)Tra i vari interventi è importante far innanzitutto riferimento alle parole del Comandante Campanella, il quale ha sottolineato un dato importante: «Il rapporto tra ricorsi e multe elevate si assesta al di sotto dell’1%, a testimonianza dell’operato non casuale della Polizia Locale». Non di minor interesse l’appello rivolto dal Comandante all’Amministrazione: «Il Comando ha bisogno di una nuova struttura». Richiesta esposta appellandosi a una serie di ragioni, sia organizzative che di sicurezza, concetto col quale il Comandante Campanella ha voluto poi concludere, invitando i presenti a riflettere anche sulle proprie responsabilità e sul difficile ruolo dei vigili urbani. “Quello della sicurezza è un concetto molto ampio, attuabile in diverse modalità. Cosa sarebbe – dirà più tardi – una società senza Polizia Locale?”.

L’intervento della De Florio

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Successivamente hanno fatto seguito le parole della consigliera De Florio, visibilmente commossa per la solennità del momento: «Un caro saluto è rivolto a tutti i colleghi della Polizia Locale attualmente a riposo che, oltre ad essere un inestimabile legame tra passato e presente, rappresentano anche il più virtuoso baluardo di esperienza per coloro che svolgono quotidianamente il proprio servizio: in particolare mi rivolgo al personale neo assunto che da qualche mese ha avuto l’onore di entrare a far parte di questo Corpo. Permettetemi di ringraziare il sindaco Tina Resta che con questo incarico di consigliera delegata mi ha offerto la possibilità di cimentarmi nuovamente con il corpo di Polizia Locale. Spero di non deludere né lei né i turesi”.

La De Florio parlerà poi della Polizia Locale come la propria seconda famiglia, un presidio della legalità a cui l’Amministrazione assegna il difficile compito di vigilare sul rispetto delle regole di civile convivenza, in particolare i diritti degli utenti deboli, la tutela dell’ambiente e il corretto conferimento dei rifiuti, la cura del decoro urbano. “Ogni sforzo nel 2020 dovrà essere rivolto al contrasto di quei comportamenti che alimentano un sentimento di insicurezza nella popolazione, che riducono il senso di appartenenza alla comunità, che drenano le ormai scarse risorse sotto il vessillo irresponsabile del “Così fan tutti!”» – aggiungerà.

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Degna di nota la citazione di James Joyce: «Una società fondata sul motto “libera volpe in libero pollaio” è assolutamente da contrastare».

A chiudere le danze arrivano i saluti e i ringraziamenti del vicesindaco Topputi, il quale ha indicato la necessità di mantenere costante la sinergia tra Amministrazione, Polizia Locale e ovviamente popolazione turese: «Che S. Sebastiano vi e ci protegga tutti!».

Il report del 2019

Sono 1142 le violazioni del Codice della Strada registrate dalla Polizia Locale nell’arco del 2019, con due picchi a febbraio (n.143 infrazioni) e ad agosto (n.147 infrazioni). Le tipologie di infrazione più “gettonate” riguardano la sosta in divieto ed in ZTL (n. 388), la mancanza di disco orario, le soste non parallele, contromano e in mezzo alla carreggiata (n. 142) e, dulcis in fundo, le soste su stallo per disabili, scivoli, marciapiedi, intersezioni e passo carrabile (n. 470). Sul totale di 1142 violazioni, la somma accertata si assesta a oltre 82mila euro.

Passando alla Protezione Civile, l’emergenza neve e la prevenzione del rischio sociale sono le attività che hanno certamente impegnato per più tempo i nostri volontari, rispettivamente per 321 e 906 ore.

LEONARDO FLORIO

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