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Il ritorno di Sant’Antonio Abate

Sant'Antonio turi

Siete invitati, sabato 18 gennaio, per la tradizionale festa liturgica e civile del Santo Patrono degli animali

Erano 4 anni – spiega Tonio Palmisano, presidente del Comitato “Festa Sant’Antonio Abate” – che non veniva più realizzata la festa civile di Sant’Antonio Abate, Patrono degli animali domestici e della stalla. Una grande richiesta da parte della cittadinanza ha fatto sì che qualcosa si muovesse. “Prima, a Turi – continua Palmisano – veniva svolta principalmente una celebrazione liturgica nel pomeriggio del 17 gennaio, in seguito il prete o l’arciprete decidevano di benedire gli animali nel pomeriggio dello stesso giorno”.

Nel 2006, con l’associazione “Turesi a Cavallo”, di cui Tonio Palmisano è l’ex presidente, i festeggiamenti assumono un aspetto diverso: dopo la tradizionale messa in onore di Sant’Antonio, si assiste alla processione per le principali vie del Paese con l’effige del Santo, fino ad arrivare a Largo Pozzi per l’accensione dei falò. L’associazione si è inoltre adoperata per donare una nuova statua, realizzata da un artista turese e ora depositata presso la Chiesa Madre, in sostituzione della vecchia statua in pietra ad opera dell’artista Stefano da Putignano. Ad oggi, questa associazione non esiste più, tuttavia la festa è stata portata avanti dal Comitato “Festa Sant’Antonio Abate”, costola di “Turesi a Cavallo”, che vede anche la collaborazione di amici e soci fedeli, continuando a servire il nostro paese.

Come la storia ci insegna, ci troviamo nel 1300 quando Sant’Antonio Abate sceglie una vita di preghiera, povertà e castità, passata in gran parte come eremita nel deserto, in piena solitudine. Eredita, in seguito, la caratterizzazione di protettore degli animali proprio dagli Antoniani, suoi successori, i quali allevavano maiali per adoperarne il grasso come rimedio al noto “fuoco di Sant’Antonio”. La leggenda vuole anche che si sia recato all’inferno per strappare al Diavolo l’anima di alcuni morti, mentre il suo maialino creava scompiglio fra i demoni; inoltre ha acceso il suo bastone col fuoco infernale, donando così il fuoco all’umanità.

Non ci sembra quindi strano che, durante i festeggiamenti, avremo modo di trovare i falò, usati per scongiurare il freddo invernale, come da tradizione, e i famosi “porcellini di Sant’Antonio Abate”, impastati nel miele o nel vin cotto, fritti, al forno o cotti.

Ma procediamo con ordine. Quest’anno il Comitato “Festa Sant’Antonio Abate” in collaborazione con “Associazione Mule del Carro di Sant’Oronzo” ha realizzato una festa in piena regola: il tutto comincerà con la Santa Messa presso la Chiesa Madre, celebrata dall’Arciprete don Giovanni Amodio, in seguito la processione ci guiderà fino a Largo Pozzi dove arderanno i falò, accesi verso le 18,30. Qui, il sindaco Tina Resta procederà con un intervento durante la benedizione degli animali che avverrà per le 19,30, dopodiché tutta la cittadinanza è invitata a degustare prodotti enogastronomici tipici come i trònere, i panzerotti, i porcellini di Sant’Antonio, le caldarroste, il vin brûlé e tanto altro ancora.

Quella di sabato, dunque, si preannuncia come una festa da non perdere, allietata dalla buona musica, dal vino, dal cibo e dalla tradizione.

SIMONA BIANCO

Sant'Antonio turi

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