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Via Noci si allarga “a maggioranza”

Un tratto di via Noci

L’opposizione si astiene invocando l’assenza di una pista ciclabile

Dopo undici anni di attesa il Consiglio comunale approva – con i soli voti della maggioranza e l’astensione dell’opposizione – l’atto propedeutico per avviare l’allargamento del tratto di via Noci, a partire dall’inizio dell’abitato e fino all’intersezione con la Strada Provinciale 191. L’assise è chiamata a votare la variante al PUG che, come ha chiarito il responsabile del Settore Urbanistica arch. Del Rosso, è un mero adeguamento dello strumento urbanistico che recepisce “le correzioni geometriche dei segmenti stradali interessati dall’intervento”. Contestualmente è stata dichiarata la pubblica utilità dell’opera ed è stato apposto il vincolo preordinato agli espropri, che verranno eseguiti dalla Città Metropolitana.

È il sindaco Tina Resta a ricostruire il lungo e tortuoso percorso che ha accompagnato questo progetto, atteso da ben 11 anni, precisando che «la maggioranza ha ritenuto opportuno dare priorità a quest’opera tanto per un discorso di sicurezza stradale, creando una viabilità positiva su una strada stretta ma trafficata, quanto per dare seguito al prestito che paghiamo da due anni. È il primo atto, seguiranno le osservazioni e le controdeduzioni, poi, nell’arco di un mese, si potrà ritornare in Consiglio per l’approvazione definitiva».

La discussione consiliare, a questo punto, prende due direzioni: la prima è il confronto serrato tra i due capigruppo, Onofrio Resta e Angelo Palmisano sulla trasparenza e la tempestività degli Uffici comunali; la seconda è una polemica – che in verità appare parecchio farraginosa – sull’assenza di una pista ciclabile nel progetto elaborato dalla Città Metropolitana.

Il capogruppo di maggioranza

La ‘sfida’ tra i due capigruppo

«Questo atto – afferma il capogruppo Onofrio Resta – è stato definito “epocale” perché si giunge alla fine di un percorso che, come ha ricordato il sindaco, parte dal 2008. Ben due progetti, che stiamo approvando oggi, sono frutto dell’Amministrazione Schittulli». «Voglio mettere in evidenza il cambio di passo – aggiunge – se questo progetto ha avuto bisogno di molto tempo e di un decreto d’urgenza e indifferibilità del sindaco della Città Metropolitana, quello della messa in sicurezza dalla Turi-Gioia è arrivato a maggio 2019 e in quattro mesi è già pronto. Mi pare sia un bellissimo esempio di collaborazione tra la parte amministrativa e quella politica». Una collaborazione che a parere di Resta non si verifica così di frequente: «Correttezza, trasparenza e tempestività sono delle connotazioni importanti e gli Uffici, negli anni passati, non hanno sempre dimostrato queste tre caratteristiche». Il capogruppo termina invitando il sindaco di monitorare gli esiti dell’iniziativa provinciale “Strada facendo”, che includeva dieci opere tra cui quella di via vecchia Monopoli, finanziata con 3milioni e 200mila euro.

Il capogruppo di minoranza

«Un intervento degno dell’opposizione», dirà Angelo Palmisano qualche minuto dopo, dichiarandosi sorpreso «dalle parole molto critiche del capogruppo di maggioranza, evidentemente è una conferma che su alcuni temi ci sono problemi di trasparenza e celerità». Sulla celerità, Palmisano certifica la grave situazione degli Uffici dovuta all’assenza di personale; quanto alla trasparenza attesta senza mezzi termini che «è un problema in questo Comune, lo abbiamo denunciato nel precedente Consiglio comunale e lo ribadiamo ancora, sperando si possa evitare che si inaspriscano i rapporti tra cittadini e macchina amministrazione». «Raccolgo l’appello del prof. Resta – chiosa – affinché si rafforzi quella sinergia tra Uffici e parte politica e non ci si trovi più in strada a sentire i cittadini lamentarsi per un diritto non ottenuto».

«Quando ho parlato di correttezza, trasparenza e tempestività – replica il prof. Resta – mi riferivo a criteri generali, che valgono per ogni epoca, che devono essere utilizzati dall’Amministrazione per esercitare la funzione di controllo». E sulla trasparenza in tema urbanistico, lancia una sfida a Palmisano: «Sei il presidente di una Commissione di controllo, perché non vieni in Consiglio comunale a relazionare, tralasciando gli aspetti personali e particolari, sulla vicenda presa in esame. Dopo ben tre mesi, in cui abbiamo preso gettoni e perso tempo nostro e dei funzionari, c’è qualche problema a comunicare, per trasparenza, a Turi a al Consiglio quale è stata la nostra valutazione finale?».

«Il suo livore – ribatte Palmisano – mi fa piacere perché indica che abbiamo toccato un nervo scoperto. Nessuno si è mai sottratto a responsabilità e ruoli. Evidentemente le sfugge qualcosa, visto che ultimamente è stato poco presente: la verifica da parte dell’Ufficio sul verbale dell’ultima seduta della Commissione si è conclusa venti giorni fa, stiamo preparando insieme al consigliere Spinelli la relazioni conclusiva che sarà discussa in Consiglio comunale. Accetto la sua osservazione ma non accetto lezioni di morale». E, restando in tema, Palmisano ricorda che «nello scorso Consiglio comunale ho sollevato per primo il problema della trasparenza degli atti, segnalando che un cittadino ha dovuto attendere sei mesi per avere una risposta dagli Uffici».

Atti riservati “in fuga”…

«Siamo tutti d’accordo sulla trasparenza. Gli atti del Comune di Turi sono alla portata di tutti, anzi – tuona il primo cittadino – ci sono anche documenti riservati dell’Ente che circolano su WhatsApp, e di questo ho interessato la Polizia Postale. Stiamo lavorando con un personale ridotto al 30%, il legittimo accesso agli atti è dunque un ulteriore aggravio che rischia di bloccare gli Uffici. Mi impegno a far in modo che venga rispettata la legge ma, se si sforano i 30 giorni previsti, vi chiedo di avere pazienza in questa delicata fase storica».

Il consigliere Zaccheo

La pista ciclabile

Il secondo filone del confronto consiliare, dicevamo, prende le mosse da un’osservazione del consigliere Giannalisa Zaccheo, che rileva l’assenza nel progetto metropolitano di una pista ciclabile, chiedendo un’integrazione della delibera.

«Via Noci – fa presente il caposettore Del Rosso – avrà una larghezza di 10 metri: 1,50 metri per ciascun marciapiede, 50 centimetri per le relative cunette e due carreggiate da 3 metri. Non vedo tecnicamente lo spazio per inserire una pista ciclabile».

«È possibile ridurre uno dei due marciapiedi a un metro – contesta il consigliere Zaccheo – e realizzare una pista ciclabile da due metri sull’altra corsia. Mi aspettavo molta più sensibilità dalla maggioranza che ha fatto della mobilità sostenibile un cavallo di battaglia».

Il consigliere Tundo

«Se c’è la possibilità di migliorare questo progetto – ammonisce Tundo – va benissimo, purché non si allunghino i tempi». «Sicuramente è un’opera che va fatta – prova a salvare la situazione Palmisano – ma è giusto pensare oltre a un semplice ampliamento, realizzando una pista ciclabile contestualizzata in una visione più ampia e lungimirante».

Il Segretario comunale obietta che «ogni modifica va discussa con il soggetto che ha approvato il progetto e ne è attuatore, ovvero con la Città Metropolitana».

«Sindaco, facciamo il miracolo!» – esclama provocatoriamente il prof. Resta a fronte dell’ottimistica previsione del consigliere Zaccheo di impiegare non più di sei mesi per rivedere il progetto. «Verifichiamo, inviando in Città Metropolitana un nostro tecnico, quanto tempo ci vuole per questa modifica. Per esperienza ci impiegheremo non meno di altri quattro anni». Ipotesi confermata dall’architetto del Rosso, che ammette l’impossibilità di stimare i tempi, dal momento che il progetto dovrebbe essere nuovamente sottoposto al procedimento di assoggettabilità di VIA (Valutazione Impatto Ambientale).

Il consigliere Girolamo

Un ulteriore spunto arriva dal consigliere Leo Girolamo: «Il punto 10 dell’accordo di programma recita che vige l’obbligo di rispettarlo in ogni sua parte. Nel 2015 hanno deciso di portare a termine così questo progetto; la scelta, a mio parere, è stata sbagliata ma mi chiedo cosa si possa fare per modificare un accordo supportato da un atto notarile».

«Tutti gli accordi si possono variare – risponde Del Rosso – il problema è la valutazione tecnica sull’opportunità che in quel segmento sia presente una pista ciclabile anziché un marciapiede. Personalmente, ritengo che la gerarchia dei fatti, guardando alle necessità di quel tratto di strada, veda come prioritaria la presenza di un attraversamento pedonale piuttosto che di una ciclovia».

Il consigliere Spinelli

«Se cinque anni fa non è stata considerata l’opportunità di realizzare una pista ciclabile in quel tratto, non possiamo trincerarci dietro il problema che è difficile e ci vuole tempo. Il nostro compito – argomenta il consigliere Spinelli – è di spendere i soldi nella migliore maniera possibile e se è opportuno andare a rivedere un progetto è nostro dovere farlo, anche se ciò potrà comportare un aggravio di tempi, perché secondo me di tutto il tempo perso questo sarebbe quello utilizzato meglio. Entrando nel merito, secondo il consigliere d’opposizione «un solo marciapiede è sufficiente per reggere il carico di traffico pedonale in quella strada». In alternativa, propone la realizzazione di «una pista mista, pedonale e ciclabile, l’importante è che sia impostata come pista ciclabile, ovvero non ci sia la presenza di ostacoli e barriere, poi potrà essere utilizzata anche dal pedone. È una questione di valutazione: è opportuno dare il massimo o continuare a essere un paese di mediocri dove le cose si fanno al minino possibile, giusto per farle. È il momento di un cambio di passo: dobbiamo chiedere e dare il massimo, con tutti gli sforzi che ciò comporta».

Il consigliere De Florio

Modifica in corso d’opera

Sintetico e incisivo come sempre il contributo del consigliere Teresita De Florio: «Modificare un intervento già avviato comporterebbe una lungaggine dei tempi oltre che una modifica del quadro economico. Potremmo segnalare alla Città Metropolitana che l’eventuale ribasso di gara venga utilizzato per fare una variante in costo d’opera per realizzare la pista ciclabile. In questo modo, non interromperemmo l’iter progettuale e otterremmo ciò che tutti vogliamo».

È poi il capogruppo Resta a riportare la discussione sul giusto binario: «Non stiamo votando per approvare il progetto, ma la compatibilità con il PUG. Oggi possiamo approvare il passo propedeutico e in corso d’opera chiedere una variante. Portiamo a casa un risultato che manca da tempo, diamo la sicurezza ai cittadini che attendono da dieci anni».

«Politicamente siamo tutti d’accordo – riassume il sindaco prima di passare al voto – bisogna capire se è tecnicamente e giuridicamente possibile attuare questa variante. Dovremo aprire una conferenza di servizio con la Città Metropolitana e dialogare su una possibile modifica progettuale, tenendo conto che una pista ciclabile va guardata nell’intero contesto e che, in questo specifico caso, finirebbe sulla Statale»

«Concordo con l’apertura di una conferenza dei servizi – afferma Tundo nella sua dichiarazione di voto – la nostra astensione è un’apertura sperando che ci sia un miglioramento del progetto».

«L’astensione equivale a lavarsi le mani», lo gela il primo cittadino prima di ufficializzare l’esito del voto: maggioranza a favore, opposizione astenuta.

Fabio D’Aprile

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