Immersi nell’immacolato Bosco Magnano
Sette turesi raggiungono Bosco Magnano, nel Parco Avventura del Pollino: un fotoreportage suggestivo
Il mondo dei social è l’impero delle immagini e delle fotografie, spesso davvero superflue, altre incredibilmente degne di nota. Negli scorsi giorni abbiamo avuto la possibilità di guardarne alcune davvero incantevoli, scattate dagli attenti occhi di Carlo Albanese e Giovanni Valentini. Con i loro obiettivi, i due giovani turesi hanno immortalato, in un suggestivo foto-reportage, angoli di natura ed attimi di amicizia vissuti durante una rilassante escursione green a Bosco Magnano, situato nel Parco Avventura del Pollino.
Sempre sulle pagine di questo numero abbiamo documentato una lunga pedalata di un consigliere comunale, al quale abbiamo rivolto alcune domande per parlare di turismo, possibilmente ecosostenibile, e per comprenderne le potenzialità economiche: incentivare il turismo implica una buona azione di “marketing del territorio” e, di conseguenza, la valorizzazione di tutto ciò che caratterizza un territorio nella sua identità culturale, religiosa, storica, enogastronomica ecc. Come si vedrà dalle parole di Sara Carenza, che ringraziamo, realtà come quella del Pollino, già da tempo avviate e votate al turismo, sono da prendersi come modello, per presenza di infrastrutture e per mentalità. Evitando inutili digressioni e rimandandovi alla parte online dell’articolo per godere del fotoreportage in tutti i suoi colori, ecco di seguito la nostra intervista, con le risposte precise e dettagliate di Sara Carenza.
Quando ed in quanti siete partiti?
«Siamo partiti lo scorso sabato 12 ottobre. Eravamo un gruppo di amici, composto da sette persone, tutti turesi: io, Giovanni Palmisano, Carlo Albanese, Michelangelo Lerede, Giovanni Valentini, Gianmarco Palmisano e Domenico Cipriani».
Come vi siete spostati per raggiungere la meta?
«In macchina e ci abbiamo impiegato poco più di due ore. Da Turi sono circa 170 km e la strada è agevole da percorrere, giusto l’ultima decina di km sono tornanti perché si sale tra i 600 e i 700 m s.l.m.».
Di preciso cosa avete visitato? Quanto tempo è durata l’escursione?
«Abbiamo trascorso l’intera giornata nella località Bosco Magnano, che appartiene al comune di San Severino Lucano. Il percorso che noi abbiamo seguito lungo i sentieri è durato circa quattro ore, con la possibilità di fare sosta in diverse aree picnic. I percorsi da poter fare sono molti e diversi, tutti contrassegnati da apposite segnalazioni per raggiungere santuari, torrenti, scivoli d’acqua e piccole baite. È una riscoperta della natura che diventa un modo per ricongiungerci alla nostra naturale e quanto più vera essenza. Un percorso di dialogo con sé stessi, di riflessione. La frenesia di tutti i giorni, gli impegni, i doveri li mettiamo da parte e ci dedichiamo alla nostra anima. Restituiamo valore ai veri doni della vita, apprezziamo di più quello che abbiamo e riscopriamo la bellezza e l’importanza di preservare il nostro bellissimo e spettacolare pianeta. Fare un’esperienza di questo tipo non necessita di avere una meta specifica, il semplice passeggiare e respirare è qualcosa di incantevole. Difatti, è stato sorprendente ritrovarsi in un bosco quasi incantato, tra ruscelli, sentieri, faggi monumentali che si stagliano altissimi verso il cielo e vedere come la natura si adatta alle necessità: come un albero si pieghi sotto il peso di un altro, come un’edera rampicante si aggrappi alla corteccia ruvida alla ricerca della luce, come non si vedano fiori se non piccoli e delicati ciclamini selvatici. L’odore dell’umidità, lo scroscio dei ruscelli, il tappeto di foglie secche sotto i piedi fanno fermare il tempo; i giochi di luce creati sulla terra dai raggi del sole tra le foglie sembrano una magia. È come essere in un mondo a parte, in una tipica fiaba alla Grimm con i suoi chiaroscuri e le sue note di fascino e mistero. Un’esperienza così è un invito ad allontanarci dai “divini” schermi, alla scoperta di quanto di più bello ci circonda. Luoghi meravigliosi a pochi passi da noi sono una grande opportunità e una preziosa risorsa. Facili da raggiungere, possono regalarci una giornata diversa, del tutto nuova e inaspettata. Bisognerebbe valorizzare di più il patrimonio naturale che ci circonda e far sì che più persone conoscano le possibilità che abbiamo. La nostra Italia è ricca di luoghi tanto belli e affascinanti, quasi imperscrutabili ma che sono alla portata di tutti»
Avete assaggiato prodotti tipici?
«Qualcosa sì, del formaggio e delle castagne. Là dove c’è un albergo e un’ampia area dove è possibile parcheggiare, ci siamo imbattuti in alcuni mercatini con piccole bancarelle artigianali e di prodotti tipici. Salsicce, vari tipi di formaggi, castagne, confetture, sottoli e sottaceti e anche oggettistica in legno e ceste di vimini abilmente realizzate con l’antica arte dell’intreccio. Nei piccoli paesi di montagna si ha ancora la fortuna di conoscere antiche tradizioni e vecchi mestieri che via via si stanno perdendo a causa della comodità, della logica del “tutto e subito” e soprattutto del consumo e dello spreco».
Vi piacerebbe se un’associazione si impegnasse a coordinare dei pullman, magari a cadenza mensile, per permettere più spesso, assieme a più persone, questo tipo di esperienza?
«L’idea è sicuramente interessante, magari non a cadenza così ristretta. Solo in alcuni periodi dell’anno, oppure intensificarli nel periodo estivo/autunnale. Sono del parere che una gita di questo tipo sortisca il suo migliore effetto se fatta in solitaria, ma condividerla con un gruppo di amici o familiari permette di divertirsi, svagarsi e provare la gioia della scoperta, dai più grandi ai più piccoli». Insomma, un’escursione “into the wild”, per quanto, paradossalmente, si dovrebbe invece parlare di un’immersione “into the peace”.
LEONARDO FLORIO
Foto di Giovanni Valentini e Carlo Albanese