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Alessandra Alfonso e l’alba dell’Unione Europea

Alessandra  Alfonso (2)

Una tesi sui trattati CECA, CED e CEE: viaggio alle origini degli “Stati Uniti d’Europa”

A distanza di due settimane, sempre su “La Voce del Paese”, riprendiamo la rubrica che offre ai lettori la possibilità di conoscere i lavori di tesi, le ricerche e i papers scientifici inerenti alla nostra città e/o realizzati da dottori e ricercatori turesi di qualsiasi facoltà ed ambito.

Nella scorsa puntata ci siamo occupati della tesi di Angela Minoia, nella quale si è parlato di Don Bosco e Don Giovanni, con alcuni importanti riferimenti all’Oratorio e alla banda musicale cittadina; quest’oggi invece tocca ad Alessandra Alfonso, turese classe ’94, laureatasi in Scienze della Comunicazione nel luglio ’18 con una tesi in Storia delle dottrine politiche intitolata “De Gasperi e Togliatti: i discorsi per la firma dei trattati CECA, CED e CEE.

Il suo lavoro si apre con una citazione a Stanley Kubrick che riteniamo di un certo valore: “Una delle fallacità più pericolose che ha influenzato molti ragionamenti politici e filosofici è che l’uomo sia essenzialmente buono e che sia la società a renderlo cattivo. Rousseau ha trasferito il peccato originale dall’uomo alla società e questa visione ha contribuito in modo rilevante a quella che io ritengo sia una premessa incorretta su cui basare una filosofia politica e morale”.

Alessandra  Alfonso (1)

Fatta questa dovuta premessa, procediamo con le spiegazioni fornite direttamente dalla dott.ssa Alfonso: “Nel mio lavoro ho provato a fornire una delle possibili analisi sul percorso tortuoso che ha reso l’Italia una presenza attiva all’interno della costruzione europea tra il 1950 e il 1957. A tal fine, ho fatto convergere alcune conoscenze di carattere storico alla parola viva – presenza corposa e vera protagonista della mia ricerca – contenuta nei documenti ufficiali, negli atti parlamentari, nei discorsi e nelle dichiarazioni politiche degli italiani che ne furono i principali testimoni politici: Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano e Alcide De Gasperi, segretario del Partito della Democrazia Cristiana. Partendo dalle conseguenze catastrofiche che la Seconda Guerra Mondiale aveva provocato ai danni dell’Italia fino ad arrivare alla ratifica dei Trattati di Roma, la nostra nazione ha, con grande sorpresa, progressivamente e in poco tempo, riaffermato la sua immagine nel contesto internazionale attraverso la cooperazione con gli altri Stati ed ha partecipato attivamente alla costruzione di un’Europa senza spargimenti di sangue. Il focus della mia ricerca ha il seguente obiettivo: rispondere ad alcuni interrogativi fondamentali sui motivi che hanno portato il nostro Paese a diventare attore dell’organizzazione europea, approfondendo le modalità con cui l’Italia si è mossa nel percorso di inserimento in questa nuova realtà, diventandone in un preciso momento anche protagonista. Attraverso l’analisi delle due principali linee politiche che vennero adottate nel periodo storico considerato, ho provato ad inquadrare alcune chiavi di lettura e considerazioni rispetto alle tre fondamentali tappe del processo di integrazione europea, le quali coincisero con i Trattati CECA, CED e CEE”.

PRIMO CAPITOLO: CECA

«Nel primo capitolo, intitolato “La costruzione di un’Europa economica, il lungo cammino”, ho presentato le linee politiche di maggioranza e opposizione espresse tra il 1950 e il 1952, con brevi cenni ai fatti storici precedenti ad esse riferite. Le figure di Alcide De Gasperi (leader democristiano) e Palmiro Togliatti (leader comunista), rispettivamente a favore e contro il progetto di Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), improntarono le proprie strategie politiche attraverso l’azione e la parola sostenute dai loro partiti: entrando nel merito, l’intenzione degasperiana si opponeva ai nazionalismi per privilegiare la cooperazione come sola possibilità che l’Italia avrebbe avuto per mettersi in pari agli altri Stati dopo il secondo conflitto mondiale; Togliatti, invece, oppose ferrea resistenza di fronte all’ipotesi della CECA, poiché dietro di essa vide esclusivamente una strategia direttamente congiunta al Piano Marshall, che avrebbe riportato alla guerra e a rimanere succubi della superpotenza americana. Successivamente nell’approfondimento “Perché l’Europa” ho analizzato le figure di Adenauer, Schuman e De Gasperi, sostenendo la tesi che li vede complici nelle loro esperienze e somiglianti in alcune caratteristiche che probabilmente hanno rappresentato la fortuna in grado di condurre l’Italia ad un più celere traguardo verso la prima tappa dell’integrazione europea».

SECONDO CAPITOLO: CED

«Nel secondo capitolo, intitolato “Dall’unione economica al sogno dell’unione politica: la CED” ho ripreso i fatti storici che portarono alla costruzione e al fallimento del progetto di Comunità Europea di Difesa (CED) che vide come protagonista il leader democristiano Alcide De Gasperi. Egli con tenacia si occupò del progetto in prima persona, partecipando ai negoziati e sostenendo l’idea di una soluzione federale come garanzia della solidarietà democratica del nostro paese e la concretizzazione – attraverso la costruzione di un esercito comune – di una base solida per la formazione degli Stati Uniti d’Europa. De Gasperi trovò tuttavia l’opposizione di Togliatti, il quale si concentrò sulla condanna della rinascita del militarismo e dell’espansionismo tedesco, sulla subordinazione italiana ai controlli americani e sulla ancora permanente minaccia di un’imminente guerra. Ho poi completato la seconda parte con “Il fallimento della CED fu a causa del movimento comunista?”, un approfondimento nel quale emerge quanto il movimento comunista, attraverso una incalzante propaganda, riuscì effettivamente a contribuire al fallimento della CED, senza esserne però unico artefice».

TERZO CAPITOLO: CEE

«Nel terzo capitolo, intitolato “La creazione di una nuova Europa: la CEE” ho ricostruito brevemente il percorso che portò alla ratifica dei Trattati di Roma, ponendo l’attenzione sulle posizioni politiche di coloro i quali furono i protagonisti attivi, dopo la morte di De Gasperi, dei negoziati. Il silenzio su questo tema, sia da parte degli storici contemporanei all’avvenimento sia dei politici stessi, ha reso più difficile la ricostruzione del percorso politico. Ad ogni modo ho potuto attingere dalle dichiarazioni e dai documenti ufficiali, che videro l’Italia partecipare, in sordina rispetto al passato, al processo di integrazione europea. Ho inoltre riportato le parole dell’opposizione comunista, ripercorrendo alcuni titoli delle principali riviste fedeli al Partito del leader Togliatti: quest’ultimo, con un cambiamento di rotta politica, incentrato non più sullo scontro frontale ma sulla presa in esame delle argomentazioni e delle motivazioni in modo più distensivo e aperto, mostrò un interesse evidente verso un’integrazione staccata dagli Stati Uniti ed in grado di garantire una partecipazione attiva al suo stesso Partito. A completamento della terza sezione, ho poi inserito l’approfondimento “In che modo il MFE si mosse contro i Trattati di Roma?”, nel quale ho posto l’accento sulla forza della critica ai Trattati di Roma del Movimento Federalista Europeo: esso infatti denunciò il carattere truffaldino delle iniziative europeistiche e si pose l’obiettivo di creare una politica federalista autonoma dai governi di base sovrannazionale. Per questo motivo i federalisti non accettarono qualsiasi iniziativa europeistica che non prevedesse l’attuazione di istituzioni federali e la partecipazione dei cittadini alla loro creazione».

Quest’oggi, dopo decenni di prospettive altalenanti, floride e nefaste, dovute all’unione monetaria che ha incluso molte nazioni europee, si parla in Italia di “Stati Uniti d’Europa”: a prescindere dalla propria fede politica, appare dunque evidente che, a distanza di tempo, ci siano tematiche ancora irrisolte e che dunque tornano alla ribalta, proiettando il passato nel presente, con la speranza di un futuro migliore.


TRA HERBALIFE, RAI RADIO2 ED UN’INTERVISTA AD ONOFRIO RESTA

Ma la nostra Alessandra come avrà speso la sua laurea in Scienze della Comunicazione? Ve lo anticipiamo: molto bene, seppur, com’è ormai prassi, andando via dalla sua terra per raggiungere Roma.

Da quanto tempo è nella Capitale? Come mai è partita?

«Roma è sempre stata la mia città dei sogni: da circa 4 anni la visitavo costantemente nei week end appena potevo e la visualizzavo nella mia testa. Ad un certo punto della mia vita, appena laureata, ho sentito il bisogno estremo di evadere dalla realtà in cui mi trovavo, nonostante stessi lavorando benissimo in una compagnia teatrale. Ho quindi utilizzato l’opportunità universitaria come mezzo per avvicinarmi a questa città. Mi sono iscritta alla magistrale in Media Digitali e Giornalismo alla Sapienza ed ora sono qui da un anno e mezzo, con due tirocini alle spalle e, come fondale, la mia città del cuore».

Alessandra  Alfonso (1)

Sappiamo che sta lavorando per Herbalife.

«Herbalife è la mia seconda attività: ho iniziato qualche mese fa, quando ero in sovrappeso. Il ritmo della città mi aveva schiacciata a livello fisico, e per un periodo mi sono buttata sul cibo. Volevo salvarmi perché non avevo energie e mi sono sfidata, ho cambiato la mia colazione con quella Herbalife e ho migliorato il mio benessere fisico, perdendo anche peso. Mi sono interessata anche all’attività e sono in continua formazione: ora sono una personal coach del benessere e aiuto le persone a migliorare e soprattutto a sentirsi meglio proprio come ho fatto io. La scorsa settimana ero sul palco in un Hotel di Roma dove l’azienda mi ha premiata e ho raccontato a tutti la mia storia. Ho anche girato un video a proposito, intervistando il Dott. Onofrio Resta che li ha provati e li consiglia. Abbiamo anche approfondito alcune tematiche riguardo alimentazione e nutrizione, idratazione e integrazione. La mia storia con il prodotto era però già iniziata a 14 anni, dopo un intervento che mi ha cambiato la vita e di cui parlo nei miei canali social molto spesso, proprio per aiutare chi è in una situazione difficile a sentirsi meno solo. Mi avevano detto che avrei avuto una vita costretta, che una camminata mi sarebbe risultata difficile e potevo avere qualche problema durante la gravidanza: grazie alla chirurgia ho tuttavia risolto tutto e non smetterò mai di ringraziare il Dott. De Giorgi per avermi operata a quell’età. In quel momento i prodotti Herbalife mi avevano aiutato durante il post operatorio sotto consiglio dei medici che mi seguivano all’epoca. Parlo di tutto questo nel mio canale personale Facebook, su Instagram e IGTV dove è possibile guardare l’intervista al dottor Resta: basta cercarmi come: lally.lifestyle».

Come procede invece la sua esperienza in Rai Radio2?

«Mi hanno chiamata a luglio perché avevano ricevuto la mia candidatura: sono rimasta stupita che tra tanti avessero chiamato me. Mi sono presentata a Radio2 per il colloquio ed è stato amore a prima vista. Mi hanno presa subito per lo stage. Il clima è dinamico, tutto scorre molto velocemente ed è il bello dei programmi radiofonici: si vive l’emozionante diretta e contemporaneamente l’adrenalina del lavoro che c’è dietro. Sono stata fortunata perché ho conosciuto i grandi della musica, della televisione e della radio e mi sono sentita piccolissima. La parte più bella però è scherzare con il regista e preparare i comunicati stampa a tempo di record. È un luogo in cui ogni ora della giornata ho l’obiettivo di superare un piccolo limite: inizialmente, a volte ci riuscivo, a volte rimandavo al giorno dopo. Il fallimento è importante perché aiuta a capire chi siamo! Nel tempo mi sono occupata dell’ufficio stampa e comunicazione dei programmi, dei monitoraggi delle dirette e dei rilanci alle testate giornalistiche. Il bello è che, accanto a me, c’è un team di donne incredibili a dirigere e da cui ogni giorno c’è da imparare. Non sono femminista, ma la cosa mi piace un sacco!».

Come dice Alessandra, il fallimento è importante perché aiuta a capire chi siamo, e noi aggiungiamo che a volte andare via serve a capire il reale valore delle nostre capacità: adesso quelle di Alessandra sono sotto gli occhi di tutti e questo non può che essere fonte d’orgoglio per la sua terra natale.

LEONARDO FLORIO

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