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Scuole (e non solo) senza verifica antisismica

Spinelli

Il Comune non partecipa ad un bando del MIT.

Spinelli: “L’Amministrazione non è neanche in grado di sapere quali sono le necessità. Abbiamo perso un’opportunità”


Su queste colonne abbiamo parlato della situazione del nostro Campo sportivo, ormai abbandonato a sé stesso e a quello che nei paesi anglosassoni chiamano Padre Tempo. Nella lunga ed intricata vicenda relativa al nostro impianto sportivo emerge un aspetto che ritroveremo anche, in forma più aggravata, nella storia di cui di seguito stiamo per parlarvi: spesso, da cittadini, si tende a credere che le tante situazioni d’emergenza più o meno immediata non possano trovare soluzione, perché mancherebbero i fondi. Eppure, non è così: a volte, come per il campo sportivo e per gli edifici pubblici più avanti menzionati, è mancata l’abilità a recepire i finanziamenti o se vogliamo, in parole meno tecniche, non si è stati in grado di chiedere i soldi necessari. Il che suona diverso da un laconico “non ci sono soldi”.

Ebbene, per ottenere risorse economiche, servono analisi e progetti, che tuttavia rimangono a volte evanescenti nell’etere, come idee platoniche irraggiungibili, col risultato che i bandi ci sono, ma non sappiamo usufruirne. Entrando nel merito della vicenda che stiamo per approfondire, poniamo ai lettori alcune domande anticipatorie: quali sono le esigenze e le emergenze che ha il nostro Comune attualmente? Quali quelle conosciute e quali quelle ignote? Più nello specifico: i nostri edifici scolastici sono al sicuro? Senza dilungarci oltremodo coi quesiti, procediamo con questa interessante intervista rivolta al consigliere comunale Sergio Spinelli. Il tema? Presto detto nelle prossime righe.

 

Il 16 luglio ha presentato un’interrogazione al Consiglio comunale. Cosa chiedeva?

«Venuto a conoscenza dell’attivazione sul portale del MIT (Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) di una piattaforma, a disposizione degli Enti Locali, dedicata alla presentazione entro il 30 agosto di progetti a tutela degli edifici scolastici, in data 16 luglio presentavo apposita interrogazione per conoscere: se la Giunta fosse informata circa l’esistenza di tale opportunità di cofinanziamento; quale era l’intendimento della stessa in merito alla possibilità di poterne usufruire.

Lo stanziamento, disposto dal D.M. n. 46 del 18 febbraio 2019, consentiva di presentare fino a tre distinti progetti cofinanziabili all’80%, per un contributo massimo consentito di € 60.000 a progetto. È solo il caso di evidenziare che la scadenza prevista per la candidatura a tale opportunità non era vincolata alla presentazione di progetti esecutivi ma semplicemente richiedeva la sola manifestazione di volontà a partecipare tramite un portale all’uopo dedicato. L’eventuale scoglio relativo all’aver già previsto tali lavori nel piano triennale del Comune era agevolmente superabile visto che nel Consiglio, che sarebbe seguito a breve scadenza, si sarebbe affrontato anche questo argomento con approvazione di alcune varianti al suddetto piano triennale.

Ciò che il bando consentiva di cofinanziare era esattamente la fase di progettazione, e non i lavori oggetto del progetto stesso; ciò avrebbe consentito di sgravare i nostri uffici tecnici dalle incombenze di studio, affidandole a professionisti esterni e nel contempo avere delle progettualità già pronte da poter presentare nel momento in cui nuove occasioni di finanziamento si fossero presentate. Possibilità che infatti si è delineata già nelle settimane seguenti, allorquando il MIUR ha comunicato lo stanziamento di 1,5 miliardi frutto di un accordo triangolare tra Cassa Depositi e Prestiti, BEI (Banca Europea per gli Investimenti) e CEB (Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa). Evidentemente un intervento di tale portata avrebbe consentito di pianificare una seria, approfondita e radicale ristrutturazione dei nostri edifici scolastici, partendo dalla messa in sicurezza per poi considerare l’aspetto funzionale e (non meno importante) quello estetico».

 

Nel Consiglio comunale del 30 luglio, l’Amministrazione si era impegnata a richiedere agli Uffici un’analisi delle strutture scolastiche: è stata prodotta?

«Il 30 luglio, in sede di Consiglio, è stato fornito riscontro a quanto da me chiesto. L’assessore Dell’Aera, infatti, riportava che gli Uffici erano stati edotti in merito al bando, era nota la data di scadenza ma soprattutto specificava che si trattava esclusivamente di interventi per l’adeguamento alle norme antisismiche degli edifici scolastici e aggiungeva che “ad oggi non ci sono edifici scolastici che presentano delle problematiche sismiche” e, pertanto, riteneva di non poter partecipare al bando.

A quel punto, ho ribadito che tale interpretazione era eccessivamente restrittiva e che sarebbe stato il caso di approfondire le verifiche e valutare attentamente se fosse opportuno non considerare il bando in questione (infatti il DM 46/19 all’art. 1 comma 3, nel dare priorità agli adeguamenti antisismici, aggiunge che, ove tale parametro fosse già a norma, si può procedere ad interventi “di messa in sicurezza edile ed impiantistica” delle strutture).

Il Sindaco si impegnò infine a chiedere “una valutazione scritta sullo stato di tutti gli Istituti scolastici turesi” con la riserva di partecipare anche solo parzialmente qualora fossero emersi i requisiti. L’analisi in questione, tuttavia, non è stata fatta».

 

Più tardi ha presentato un’ulteriore interrogazione. Cosa chiedeva questa volta?

«In data 1° settembre, scaduti i termini per poter accedere al finanziamento in oggetto, ho ripresentato una interrogazione, facente seguito alla precedente, con la quale appunto chiedevo conto di quanto fatto e soprattutto delle motivazioni. In tale contesto ne richiedevo la risposta scritta al fine di evitare interpretazioni non fedeli alla realtà.

Nel corso del consiglio del 1° ottobre scorso mi veniva consegnata la risposta scritta cui non è seguita trattazione. La risposta consta di due fogli distinti, il primo a firma del Sindaco con cui semplicemente mi si trasmette il secondo in riferimento alla mia richiesta. Il secondo foglio invece è una relazione a firma del Capo Settore Lavori Pubblici in merito al Fondo Progettazione Enti Locali. Il Capo settore Ing. Di Bonaventura, dopo una breve introduzione sulle prerogative del DM 46 del 18 febbraio 2019, non discordante dalla mia, aggiunge un aspetto invece degno di nota.

Il Capo Settore, infatti, ribadisce di aver già comunicato più volte che tutti gli edifici pubblici, tra cui le scuole, non sono dotate di verifica di cui all’art. 2 comma 3 OPCM n. 3274 del 2003, che riporto di seguito: “È fatto obbligo di procedere a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari […] sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali, la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Le verifiche di cui al presente comma dovranno essere effettuate entro cinque anni dalla data della presente ordinanza e riguardare in via prioritaria edifici ed opere ubicate nelle zone sismiche 1 e 2, […]”. Di conseguenza, in assenza delle opportune verifiche sismiche, non è possibile ipotizzare interventi di messa in sicurezza; in altre parole non sapendo nemmeno cosa c’è da sistemare non si può richiedere di farlo.

Di Bonaventura prosegue, infine, evidenziando l’assenza di copertura finanziaria per inserire nel piano triennale gli eventuali lavori (ma su questo aspetto ritengo che un’Amministrazione efficiente e determinata abbia gli strumenti sufficienti per andare oltre). Conclude quindi che “non sussistono le condizioni per presentare istanza di ammissione al cofinanziamento”.

Da quanto appena esposto si denota come non ci sia concordanza tra Giunta e Capo Settore poiché l’Assessore Dell’Aera, oltre alle sue asserzioni non corrette circa le limitazioni di intervento del DM 46/19 (il solo requisito del parametro antisismico), aggiungeva che i nostri edifici scolastici sono adeguati alle norme antisismiche. Smentito dalla relazione dell’Ingegnere Di Bonaventura che invece afferma esattamente il contrario, ossia siamo in netto ritardo e inadempienti con le verifiche previste per poter anche solo valutare l’adeguamento strutturale degli edifici, non solo scolastici, ma pubblici in generale. Quindi, di conseguenza, l’analisi circa lo stato delle strutture scolastiche che il Sindaco avrebbe voluto effettuare non è stata di fatto mai iniziata.

Pur rientrando il nostro Comune in zona sismica 3 (secondo il citato OPCM) e pur senza voler creare alcun senso di ingiustificata allerta, ciò che emerge prepotente da questa storia è la necessità indifferibile di adeguarsi agli obblighi di legge e di conseguenza avere un quadro esatto e approfondito della situazione strutturale degli edifici pubblici. Il Comune di Turi non ha partecipato a questo bando perché non era in grado neanche di sapere quali erano le esigenze e le necessità da rappresentare.

È altrettanto evidente che la maggioranza fornisce risposte affrettate, non verificate e quindi non veritiere. È arrivato il momento per il Sindaco di liberarsi delle troppe deleghe affinché qualcuno riesca davvero ad occuparsi con esclusiva dedizione delle varie problematiche serie del nostro paese»

 

E adesso?

«Adesso credo che le priorità siano cambiate e vada approfondito e affrontato con urgenza quanto dichiarato dal Capo Settore nella sua comunicazione ed evidentemente avvallato dal Sindaco perché, diversamente, saremo sempre impossibilitati ad accedere a finanziamenti importanti e potremo solo continuare ad accontentarci di piccoli interventi tampone. Stiamo ancora perdendo altre occasioni che non si ripeteranno facilmente».

LEONARDO FLORIO

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