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Piano Sociale di Zona: “Chi è assente ha sempre torto”

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Dopo due ore di “battaglia” sull’emendamento dell’opposizione,
sfuma l’unanimità del Consiglio

«Oggi stiamo approvando un Piano Sociale di Zona, partito nel 2018 e che scadrà l’anno prossimo, che è quasi una presa d’atto formale». «Le decisioni sono state prese e il sottotitolo di questa vicenda è che chi è assente ha sempre torto». Queste le parole del sindaco Tina Resta, delegato ai Servizi sociali, a conclusione dell’esposizione del secondo punto all’ordine del giorno: l’approvazione del Piano Sociale di Zona 2018-2020, integrato dal Piano Territoriale di Contrasto alla povertà dell’Ambito Territoriale di Gioia del Colle con i relativi Regolamenti.

Una conclusione che arriva dopo una dettagliata ricostruzione di tutto il percorso che ha portato a licenziare il Piano in ritardo di almeno tre mesi e senza possibilità di apportare alcuna variazione alle quote che ognuno dei quattro Comuni dell’Ambito (Gioia, Casamassima, Sammichele e Turi) versa a titolo di compartecipazione per i servizi erogati.

«Sostanzialmente – spiega il primo cittadino – c’è stata una sollecitazione del Commissario Cantadori a rivedere le somme ritenute non congrue ma, nel momento in cui si doveva andare a discutere proprio delle somme, il Comune di Turi è stato assente». Un’assenza, per giunta, reiterata: il Coordinamento si è riunito tre volte e per tre volte Turi ha disertato il tavolo delle trattative.

«Nella nostra delibera – chiosa il sindaco – impegniamo il Coordinamento Istituzionale a concludere celermente le procedure necessarie a ricalcolare tempestivamente gli importi dovuti da ciascun Comune, al fine di procedere ai necessari correttivi in occasione dell’approvazione del prossimo Piano di Zona».

 

“Il mistero dei criteri”

La discussione consiliare prende le mosse proprio dalla delibera citata dal sindaco. Si inizia con l’intervento del consigliere Lilli Susca, centrato sulla «necessità di rendere più assertivo l’invito a rivedere le quote di compartecipazione», proponendo di utilizzare il criterio del numero di abitanti quale «parametro logico ed equo» per la suddivisione delle somme spettanti a ciascun Comune.

«Ho cercato di capire quali sono i criteri in adozione in questo momento ed è un grande mistero. Dal 2012 – argomenta il consigliere – ogni anno il Comune di Gioia versa 463 mila euro con 27mila abitanti; Casamassima 207mila euro con 19mila abitanti; Sammichele 40mila euro con 6400 abitanti; Turi 260mila euro con 13mila abitanti. Qualunque sia il criterio adottato, la cosa più logica sarebbe quella di basarsi sul numero di abitanti».

«Questa disparità – prosegue – riviene anche da una questione risalente al 2012, quando sono stati attivati i Piani di Zona. In quel momento il Comune di Turi spendeva autonomamente 130mila euro per l’assistenza domiciliare, cifra che fu interamente fatta confluire nel Piano di Zona. Probabilmente, a quei 130mila euro si sono sommate le cifre che hanno suddiviso seguendo un criterio che ancora non ci è stato comunicato. Bene ha fatto il Commissario a far notare questa disparità, ovviamente sorvoliamo sulla questione della presenza necessaria nei momenti topici».

 

L’emendamento

La proposta del consigliere Susca si sostanzia in un emendamento che, nella prima stesura, impegna il Coordinamento Istituzionale «a rivedere le quote di partecipazione di ciascun Comune a titolo di cofinanziamento a partire dal prossimo Piano di Zona 2021-2023, volendo prendere in considerazione una ripartizione fra i quattro Comuni della cifra totale sulla base del numero di abitanti di ciascun Comune» e «a verificare se sussistano i presupposti per la restituzione delle cifre in esubero afferenti al triennio in corso in forma di compensazione dilazionata, ovvero a verificare se sussistano i presupposti per il versamento da parte dei Comuni avvantaggiati dai criteri finora adottati delle differenze rinvenibili nel triennio in corso tra quote versate e quote che sarebbero state versate seguendo i nuovi criteri da proporre».

«Il Comune di Turi – aggiunge il consigliere Palmisano – ancora una volta impegna soldi senza avere vantaggi. Se non siamo in grado di presentare delle progettualità, che senso ha pagare? Siamo un paese più piccolo e tutti quelli con cui ci assoceremo saranno sempre meglio strutturati di noi, o decidiamo di farci valere altrimenti è inutile impegnarci economicamente»

 

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“Non facciamo battaglie inutili”

Pronta la replica del capogruppo di maggioranza Onofrio Resta. «Sono d’accordo con la prima parte della proposta del consigliere Susca, le altre due le ritengo troppo semplicistiche: non basta considerare il numero di abitanti, c’è una pluralità di indicatori che, da sempre, vengono esaminati nella stesura del Piano di Zona». Parametri e cifre che sono identici a quelli contenuti nel Piano 2015-2017, «accettato dalla precedente Amministrazione che poteva contare su un assessore al ramo in gamba».

«Non sono d’accordo a fare battaglie inutili: le risorse programmate nel 2015 erano 23milioni di euro e ne sono stati impegnati 21. Tutto sta a intercettare la serie di diramazioni di questi fondi – sottolinea Resta, concordando con il consigliere Palmisano – contando su persone che sappiano proporre progettualità e intercettare i relativi finanziamenti. Bisogna andare, capire e essere autorevoli; non possiamo limitarci a calcolare il numero degli abitanti».

 

“La carica dell’opposizione”

L’intervento del prof. Resta non viene condiviso dall’opposizione che interviene compatta rivendicando la ragionevolezza dell’emendamento.

Prende la parola il consigliere Susca, smarcandosi dall’accusa di “banalizzare” il tema: «Ho letto il Piano e mi sono informata. Qualunque siano i criteri, che finora non sono stati resi noti, evidentemente sono un po’ oscuri: se il risultato è che Sammichele, con la metà dei nostri abitanti, spende 40 mila euro e noi, con il doppio degli abitanti, paghiamo 260mila euro, qualcosa non va». Sulla questione degli indici, Lilli Susca sottolinea che, per quanto possano essere complessi e variegati, non presenteranno mai situazioni così differenti tra i quattro Comuni giacché ¬«sussistono in un ambiente socio-economico-geografico molto simile»

«Onofrio Resta dice di essere innamorato dei numeri – arriva in supporto Palmisano – ma se si guardano i numeri abbiamo ragione noi. Un Comune come Casamassima, che è più grande e ha problematiche maggiori di quelle di Turi, versa una somma inferiore: non è un gioco alla pari».

«La statistica non è una scienza esatta – rilancia il consigliere Sergio Spinelli – la si può prendere come riferimento ma non potrà mai essere un esatto calcolo matematico, neanche andando a scegliere i parametri più cavillosi». «Il motivo per cui siamo stati chiamati a essere seduti qui è proprio questo: affrontare le cose che non sono state affrontate finora, senza scoraggiarci ma facendoci forza e superando gli ostacoli. Potranno anche non accogliere le nostre proposte ma dovranno motivare e, in un successivo tavolo di trattative, sapranno che al Comune di Turi l’aria è cambiata».

«La nostra proposta di emendamento – chiude il consigliere Giannalisa Zaccheo – è un atto di fiducia verso il sindaco che, siamo convinti, riuscirà a far valere le nostre ragioni. Non implica un impegno di spesa ma pone una condizione risolutiva per la prossima delibera: se le cose non dovessero cambiare, noi non daremo più voto favorevole».

 

La controproposta del sindaco

Il sindaco Tina Resta prova a mediare le posizioni emerse, precisando che le perplessità sull’emendamento della minoranza non vertono sulla sostanza ma esclusivamente sul fronte tecnico e normativo.

«Non vorrei entrare nell’aspetto contabile – chiarisce il primo cittadino – poiché non abbiamo né le competenze né le conoscenze approfondite per poter indicare una rotta specifica. Nello stesso tempo, propongo di inviare una nota a nome del Consiglio comunale in cui chiediamo i dettagli dei servizi, i costi, gli indicatori e i parametri utilizzati per la ripartizione, in modo da avere dei dati di fatto che ci consentano di arrivare preparati all’approvazione del nuovo Piano triennale».

«La proposta è ragionevole – ribatte il consigliere Susca – ma non esclude la discussione sull’emendamento, che non si pone nei confronti del Piano di Zona con un piglio di contrasto ma chiede solo di verificare se sussistono i presupposti per la restituzione delle somme in esubero». Emendamento che viene ulteriormente modificato, ammorbidendo la parte conclusiva in cui si chiede di tenere «maggiormente in conto il numero di abitanti di ciascun Comune».

«Abbiamo bisogno di un esperto tecnico del Coordinamento – replica il sindaco – che ci deve dire se abbiamo diritto a questi rimborsi e in quale modalità possono essere restituite queste somme non dovute rispetto ai servizi erogati». «Il suo emendamento lo condivido – ribadisce – tranne nella parte del criterio della popolazione: non posso proporre un criterio, quale quello della popolosità, se non conosco su che basi avviene la ripartizione. Chiedere tutti i criteri ci serve per studiare i dati, confrontarci con i Servizi sociali, vedere se ci sono delle discordanze e preparare una proposta da presentare al tavolo prima di giugno 2020».

Nonostante l’appello del capogruppo Onofrio Resta a trovare una mediazione su un emendamento che è per due terzi condivisibile, l’auspicabile unità d’intenti non si raggiunge. Acquisito il parere favorevole tecnico e contabile, si passa alla votazione dell’emendamento che incassa il voto negativo della maggioranza e quello favorevole dei cinque consiglieri di opposizione. Identica votazione per l’approvazione del Piano Sociale di Zona 2018-2020.

FD

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