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Turesi per Domenico

domenico spinelli (3)

Il paese si mobilita per aiutare la famiglia del piccolo

Il dono di un figlio è qualcosa che riempie il cuore di una famiglia. La famiglia, per essere chiamata tale, nasce con un bambino. Si completa, si caratterizza, si forma. Prima si è solo un uomo ed una donna. Una coppia. Un bambino è un dono divino, che una coppia desidera, attende e finalmente poi abbraccia. Respira. La natura permette ad ogni coppia di prepararsi a questo importante arrivo.

Ci vogliono nove mesi, appunto, e il miracolo della vita si compie. Molte volte, però, i nove mesi si accorciano e piccoli fagottini di ossa, vene, strati finissimi di pelle coperta da peluria trovano la luce. 28-30-35 settimane: nasce un bambino prematuro. A volte sfiora 1 chilo di peso, raramente li supera. Ma necessita di ospedali e reparti appropriati per poter crescere; di cure e medici neonatologi in grado di garantirgli la possibilità di sviluppare i suoi organi, di intervenire aiutandolo nella respirazione, nell’alimentazione, nella sopravvivenza. Chiusi in incubatrici sterili, trascorrono lì i loro successivi mesi, accuditi dai medici ed infermieri specializzati, con macchine, tubi e canule che sostituiscono i classici pupazzetti delle cullette dei bambini, con suoni intermittenti che li cullano raccontando la loro saturazione. Il tutto, tutto il giorno, tutti i giorni.

Poi ci sono loro, i genitori. Un uomo ed una donna che hanno tanto atteso di abbracciare il loro amore e da un secondo all’altro, si ritrovano immersi nella realtà della TIN (Terapia Intensiva Neonatale) dove il limite tra la vita e la morte è talmente sottile che sai già che può spezzarsi in qualsiasi istante. Dove la speranza si tocca con mano, dove ogni respiro è prezioso, ogni movimento è fede, ogni battito è attesa. Di fronte a questi piccoli lottatori, i genitori sono lì, incapaci di agire, spaventati dal vedere, impossibilitati a tutto, nell’incessante attesa che la situazione migliori, che la vita non voglia spezzare il suo labile filo con la propria creatura. Seduti in attesa di poter entrare, chiamati ogni volta ad indossare un camice, mascherine, disinfettare e rendere sterile ogni cosa che li accompagna fino a quella incubatrice, grembo del loro figlio. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante, affaticati dall’attesa che questo calvario possa finire, mettendo da parte le necessità quotidiane di vita, dimenticando necessariamente che una vita, al di fuori da quel reparto, prosegue e non si ferma ad attendere i tuoi tempi familiari.

Giorni cadenzati dal suono continuo degli allarmi, dai tintinnii che ti risuonano nelle orecchie anche quando sei fuori da lì, segnali che non sai spiegarti inizialmente e col tempo capisci dagli occhi e dalle azioni dei medici e degli infermieri quel che accade, e sai che non puoi fare nulla per quel piccolo cuore, se non pregare. Poni in loro la tua stessa vita, il tuo futuro, tutto! E fuori dal reparto sempre con il telefonino in tasca e le orecchie in allerta. Il corpo a casa, ma la testa e il cuore là, in quell’incubatrice, nell’attesa di qualcosa che neppure tu sai definire.

È difficile descrivere a parole quello che si prova, perché chi ha vissuto questa esperienza può pienamente comprendere cosa significhi attendere che una porta si apra e ti diano la possibilità di vedere tuo figlio, trovare la sua incubatrice ed essere contenti che non sia la sua, quella coperta da un telo nero. Un incubo per qualcuno durato due mesi, per qualcun altro quattro, per altri ancora sei, per tanti, terminato con un silenzio straziante.

È questa la realtà della prematurità, è questa la realtà che sta vivendo in questi mesi una coppia, Pamela Lerede e Giovanni Spinelli, ogni giorno, da quattro mesi, chiamati ad affrontare le ansie, le paure, le speranze di vita per il loro primo figlio Domenico. E da quattro mesi per Pamela e Giovanni, quest’incubo non conosce ancora la sua fine.

 

Il caso

Il piccolo Domenico nasce il 23 maggio 2019 a 30 settimane e 4 giorni in uno degli ospedali più importanti della zona. Sin dalla nascita ha sempre avuto problemi di vario genere, ma ha sempre lottato e superato le difficoltà.

domenico spinelli (1)

Oggi, a distanza di quattro mesi, Domenico è ancora vivo, ma non riesce a respirare autonomamente, così come non riesce a deglutire. È necessario pertanto un’alimentazione tramite sondino, dal naso. Se staccato dalle macchine, mantiene la respirazione per poche ore, poi va in apnea e bisogna repentinamente rianimarlo. Ad aggravare la situazione, la sua difficoltà motoria, che ha indotto i medici a supporre la presenza di una malattia rara neurologica che in questo ospedale non riescono a scoprire. Nei suoi pochi mesi di vita, è stato sempre intubato, pertanto non ha sviluppato bene le colonne vocali e questo non gli permette di emettere suoni. I suoi genitori non conoscono la sua voce.

Fatte le dovute analisi genetiche e assistito h24 dall’equipe medica, all’ospedale dove attualmente il bambino è ricoverato non possono fare altro. Lasciarlo in questo ospedale significa attendere soltanto il suo triste destino. I genitori però, in accordo con i medici, nutrono la speranza che qualcosa, ancora, si possa fare e si possa scrivere una pagina diversa per il futuro di Domenico. Il bambino, pertanto, in questi giorni sarà trasferito in una struttura ospedaliera più all’avanguardia, dove si spera si possa trovare una soluzione ai suoi problemi.

“Sappiamo che qui i medici hanno fatto tutto quello che potevano fare per lui è per questo li ringraziamo infinitamente. Sono riusciti a salvarlo in tantissime occasioni di crisi. Domenico è qui con noi, ancora, grazie a loro”. Ma tutti gli sforzi non sono stati sufficienti ed ora ci si augura che la nuova equipe medica possa aiutarlo.

Ad infondere forza al bambino è anche la vicinanza della sua famiglia, dei suoi genitori. Mamma Pamela, turese, e papà Giovanni, sammichelino, ogni giorno al suo fianco, pronti a lottare con lui. Entrambi braccianti, hanno lasciato il loro lavoro per essere vicini al loro piccolo, sostenuti, in questo periodo dalle loro famiglie.

“Certo – ci spiega papà Giovanni- ognuno di noi aveva qualcosa da parte, così come lo hanno le nostre famiglie e fino ad ora siamo andati avanti grazie a loro. Abbiamo fatto affidamento sulle nostre forze, nella speranza di tornare presto alla nostra quotidianità”. Così anche le rispettive famiglie che mettendo mano al portafoglio hanno aiutato i genitori a sostenere le spese necessarie per stare vicino al piccolo.

 

La situazione attuale

Adesso la situazione si complica. Mamma e papà dovranno spostarsi dalla loro terra, lasciare la loro fonte di guadagno e dedicarsi totalmente al piccolo. “Ci trasferiremo in questi giorni, potremo attingere ancora ai nostri risparmi, ma se non lavoriamo, non possiamo andare avanti. In tanti in questi giorni ci stanno dimostrando la loro solidarietà e noi li ringraziamo tantissimo, ma dall’ospedale non ci sanno dire quanto tempo sarà necessario affinché Domenico possa uscire da questa situazione di pericolo. Noi ci auguriamo qualche mese, ma non possiamo quantificare nulla”. Ecco che la macchina della solidarietà prende a funzionare, perché davanti ad un problema così, nessuno può restare indifferente.

 

Solidarietà

Nei giorni scorsi, il Sindaco Tina Resta e l’Amministrazione hanno incontrato la mamma del piccolo ed hanno ascoltato il caso delineando alcune proposte. “Come Comune – ha spiegato il Sindaco dopo aver ben analizzato la situazione – abbiamo voluto conoscere e approfondire la situazione. Pamela e la famiglia Lerede sono di Turi e non possiamo chiudere gli occhi di fronte ad una situazione così delicata”. Ecco che le idee hanno preso a comporsi. Un tavolo di solidarietà ha formulato spunti di sensibilizzazione e aiuti alla famiglia che partiranno nei prossimi giorni.

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“A breve – ha pensato il consigliere Imma Bianco – faremo disputare un’amichevole di calcio Turi – Sammichele, il cui ricavato andrà alla causa”. Contemporaneamente verranno apposti nei locali commerciali dei salvadanai in cui chiunque può versare il proprio contributo. Alcuni commercianti hanno inoltre provveduto autonomamente ad avviare una raccolta di sostegno alla famiglia di Domenico ponendo dei salvadanai e spiegando la motivazione. Serate a tema, inoltre, verranno organizzate per permettere di raccogliere fondi per sostenere la famiglia nei mesi necessari alle cure del piccolo, come ancora hanno suggerito il Sindaco e il vicesindaco Fabio Topputi, prendendo come spunto la giornata dedicata a Sant’Oronzo d’Ottobre.

Ricordiamo che non ci saranno raccolte “porta a porta” e nessuno è obbligato a versare quote. Ognuno, tramite salvadanai, eventi dedicati, bonifico bancario o postale può offrire il proprio sostegno.

“Noi vogliamo ringraziare davvero tutti coloro che ci stanno dimostrando vicinanza. Grazie per tutto quello che state facendo per noi, permettendoci di stare vicino a Domenico. Ci auguriamo di tornare presto alla nostra vita di sempre – ha aggiunto il papà. Non sono solito mettere in piazza la mia vita e fino ad ora ho cercato di fare tutto da solo, ovviamente con le nostre famiglie. Arriva però un momento in cui non puoi più farlo e sei costretto a chiedere aiuto” – conclude con un nodo alla gola.

La macchina della solidarietà è già partita e ci auguriamo prosegua. In questi giorni Domenico è stato trasferito e i suoi genitori hanno trovato una sistemazione per stargli vicino. Ci auguriamo che questo calvario trovi presto una fine e che mamma Pamela e papà Giovanni stringano finalmente Domenico nella loro casa.

“Ringraziamo tutti ma veramente tutti di vero cuore per l’aiuto dato e la solidarietà dimostrata. Molti di loro non li conosciamo, ma vi diciamo Grazie. Ringraziamo l’Arciconfraternita del Purgatorio di Turi per la generosa offerta ricevuta. Ringraziamo il Sindaco di Turi e la sua Amministrazione per la vicinanza dimostrata e l’impegno profuso, ringraziamo il Sindaco di Sammichele Lorenzo Netti e l’amministrazione comunale di Sammichele per aver ascoltato il nostro caso ed essersi messi a disposizione per qualsiasi necessità”.

 

Come donare

Nel frattempo, chiunque voglia contribuire può farlo tramite Bonifico Bancario:

IBAN: IT25X3608105138224996025007

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Intestato a Spinelli Giovanni

 

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In questo modo le donazioni arrivano dirette senza intermediari e con disponibilità immediata.

Cinzia Debiase

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