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Cambiamenti climatici, tra negazionisti e sentinelle del creato

ORSO POLARE

Questa sera, a Casa delle Idee, la conferenza del dott. Pier Giuseppe Milano

“Quando si tratta di comprendere i perché e i percome del clima, c’è una quantità infinita di cose che bisogna apprendere, ma la vita concede solo un tempo limitato nel quale impararle”. Con questa citazione del geofisico e climatologo Pierrehumbert, si apre il volume “Che tempo che farà” di Luca Mercalli pubblicato nel 2009 da Rizzoli.

Vladimir de Thezier - Postumano che respira dall'ultimo albero rimasto sulla Terra

A proposito del televisivamente noto Mercalli, nonché ai fini di quanto stiamo per raccontarvi, riportiamo in breve un suo intervento dello scorso 14 marzo ai microfoni della trasmissione Rai “Popolo Sovrano”, presentata da Eva Giovannini. Quest’ultima coinvolge Mercalli nella discussione in studio riportando, erroneamente, alcune parole di Carlo Rubbia, vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 1984 e Senatore a vita dal 2013: parole che in realtà si scoprono esser state prima decontestualizzate e poi strumentalizzate a favore dei negazionisti dei cambiamenti climatici. Ad ogni modo la Giovannini comunica – nella versione qui depurata dall’errore della stessa giornalista – a Mercalli che, secondo Rubbia, non ci sarebbe nulla da temere, poiché Annibale nell’attraversare le Alpi misurava un grado e mezzo in più rispetto alle temperature attuali; sostanzialmente dunque il pianeta non solo non si sta riscaldando, ma va addirittura raffreddandosi.

Il divulgatore scientifico, specializzato in questioni climatologiche, risponde a quest’affermazione dapprima con le proverbiali mani nei capelli, per poi fortunatamente lasciarsi andare in 5 minuti di interessanti, quanto apocalittiche, spiegazioni su quella che è la reale situazione climatica attuale del nostro pianeta, ben lontano da rassicuranti, quanto ignoranti, negazionismi di sorta.

Rimandiamo dunque il lettore a cercare nel web questo spezzone, volendo piuttosto concentrarci su quanto le parole di Mercalli siano state accolte in studio, sia dal pubblico che dalla Giovannini, con una desolante liquidazione che solitamente si riserva ad un bambino in preda alle sue fantasie onnipotenti, fisiologiche per la sua età. L’unica onnipotenza che però andrebbe sottolineata è quella dell’ignoranza, ancora una volta del pubblico e della Giovannini, confortevole nel regalarci l’illusione dell’onniscienza, dalla quale vengono a loro volta partoriti negazionismi, complottismi e deliri di cui solo la mente umana è capace di esser gravida.

incendio amazzonia

Nel frattempo, però, l’Amazzonia, la Siberia e le Canarie hanno trascorso un’estate infernale e, mentre scriviamo queste parole, arrivano da Fukushima le “promettenti” dichiarazioni di Yoshiaki Harada, Ministro dell’Ambiente giapponese: pare che la Tokyo Electric Power, a seguito del terremoto e dello tsunami del 2011, dovrà scaricare oltre 1 milione di tonnellate d’acqua contaminata direttamente nell’Oceano Pacifico.

Inquinamento e cambiamenti climatici vanno a braccetto, come probabilmente Bolsonaro e gli interessi economici annotati sulla sua agenda politica: ma il presidente del Brasile, come d’altronde abbiamo appena visto, non è proprio l’unico a sottostimare, inconsapevolmente o meno, le conseguenze di certi catastrofici eventi. Per questo motivo, il 20 agosto dello scorso anno, l’ormai famosa e ultracliccata Greta Thunberg, quindicenne svedese, ha iniziato a manifestare ogni venerdì di fronte al Parlamento della sua nazione affinché le tematiche ambientali possano avere maggiore attenzione e risalto nell’agenda dei politici che rappresentano il suo ed il nostro presente e futuro. Da lei è dunque nato il movimento “Fridays for future”, prontamente bollato, dai negazionisti di cui sopra, come fanatismo, o peggio “bravata da ragazzini”.

La bravata, tuttavia, risiede nel non rispettato – anzi del tutto violato – Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici stipulato nel 2015 tra le potenze mondiali o magari nella visione di Luca Parmitano, 42enne catanese, colonnello pilota dell’Aeronautica Militare, che dallo spazio ci avverte: “I deserti avanzano e i ghiacciai si sciolgono: sono passati appena sei anni dalla mia prima missione (Volare), ma è bastato affacciarmi alla “cupola” per constatare profondi e drammatici cambiamenti. Spero che le parole di noi astronauti, privilegiati testimoni della bellezza e della fragilità della Terra, possano allarmare davvero verso il nemico numero uno di oggi. E poi ci sono i dati dei satelliti dell’Esa, che mappano meticolosamente le conseguenze dei cambiamenti climatici e che ci dicono molto sul riscaldamento globale: dall’Iss l’osservazione umana potrà raccontarlo ulteriormente, per fare sì che chi ha in mano le redini possa fare tutto il possibile, se non per invertire questo trend, per rallentarlo e fermarlo”.

Intanto, a terra, si ritiene necessario screditare le iniziative della Thunberg con titoli di giornale che raccontano l’ignoranza di chi scrive e di chi quel giornale lo legge, o magari facendo leva sull’aspetto di una giovane ragazza che sta lottando per qualcosa di più importante rispetto alla corona di un concorso di bellezza o al televoto di un reality show: quel qualcosa, anche se ormai ci sembra sempre più sfocato per motivi economico-sociali, si chiama “futuro”.

Persino Pornhub ha posto, tra un filmato e l’altro, sulla sua agenda l’obiettivo di aiutare l’ambiente, pubblicando “The dirtiest porn ever” della coppia amatoriale LeoLulu: il “consumo” di questo specifico contenuto video, infatti, verrà convertito nella pulizia di alcune tra le spiagge più inquinate al mondo. Ridicolo? Probabilmente, ma di certo efficace e geniale nel convertire concettualmente e concretamente ciò che è sporco in ciò che è invece pulito.

LOCANDINA CAMBIAMENTI CLIMATICI

Ebbene, dopo questo breve viaggio a spasso per il mondo, torniamo nel nostro pascoliano nido, potente nell’illuderci che al di là dei nostri “specifici” e ristretti confini territoriali non ci sia altro (di cui valga la pena allarmarsi): in questa ipnosi, abile nel farci dimenticare quanto ambiente e umanità intera siano intrinsecamente correlati, concorrono anche buone notizie come ad esempio l’assegnazione di una bandiera blu conferita alla spiaggia che magari frequentiamo in estate; per la serie: “fino a qui, dove mi trovo io, tutto bene”.

In questo piacevole torpore ed incantesimo collettivo, sopravvive tuttavia qualcuno in grado di captare lo stato di emergenza, seppur in una minoranza che rischia di degradare certe attenzioni ed impegni per il sociale a lotte contro i mulini a vento: a Turi si può far riferimento a Mobedì o magari alla conferenza sui cambiamenti climatici in programma il 14 settembre presso la Sala Conferenze di Casa delle Idee, a partire dalle ore 18.30; ospite della serata in questione sarà il dott. Pier Giuseppe Milano, insignito recentemente da Greenaccord col Premio “Sentinella del creato” 2019, “per aver efficacemente unito l’attività giornalistica all’attività di ricerca presso l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)” dove attualmente opera.

Giornalista e ingegnere, Milano è testimone attento di quanto sia necessario e urgente salvaguardare l’ambiente, anche attraverso un’importante opera di divulgazione ed informazione inerente alle questioni ecologiche: d’altronde, in ambito accademico, i suoi principali campi di ricerca sono il monitoraggio del consumo di suolo e dei complementari servizi ecosistemici, la forestazione urbana e la protezione ambientale.

“Le tematiche ambientali e climatiche – commenta Alina Laruccia, organizzatrice dell’incontro – dovrebbero essere pane quotidiano. Attualmente è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica a questi aspetti, come anche a progettualità come la raccolta differenziata. Sarei felicissima se un giorno vivessimo in una Turi con un traffico automobilistico limitato, in una città verde, a misura di bambino. Mi aspetto di trovare la sala conferenze gremita di giovani e di famiglie: il tema è di profonda ed urgente attualità e certamente deve interessare tutti noi, specie le giovani generazioni. Forse siamo ancora in tempo per salvare questo pianeta”. L’appuntamento è completamente gratuito e certamente, in virtù di un ospite importante come Pier Giuseppe Milano, di ritorno da Nairobi, può essere occasione di riflessione partecipata, sicuramente più immediata e vicina rispetto a quella fruibile dallo schermo di una tv o di uno smartphone.

GiethoornAd ogni modo, per concludere questo quadro con una prospettiva più rassicurante, seppur quasi certamente utopica, per non dire onirica, rimandiamo i lettori ad un’analisi delle politiche ambientali adottate dai Paesi Bassi, ormai sempre più invase da biciclette e piste ciclabili in grado di alimentare il fabbisogno elettrico di alcune città: per dirne una e ricollegarci al pensiero di Alina Laruccia, in Olanda, esiste una città tutta verde, priva di automobili che si chiama Giethoorn. Vederla, anche solo in foto, è un piacere per gli occhi. Tornando alla nostra realtà, invece, è possibile se non doveroso partecipare all’appuntamento del 14 settembre, poiché, come riportato in introduzione, “c’è una quantità infinita di cose che bisogna apprendere riguardo l’ambiente, ma la vita concede solo un tempo limitato nel quale impararle” e, aggiungiamo, per applicarle. Crederci a rischio d’estinzione, per mano nostra, forse aiuterebbe.

LEONARDO FLORIO

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