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Topputi “prende in prestito” il DUC dall’opposizione

domenica laruccia

La replica del segretario del PD: “Una promessa ‘frettolosa’ che questa Amministrazione non riuscirà a mantenere”

All’indomani dell’intervista rilasciataci dal vicesindaco Fabio Topputi, il segretario del Partito Democratico, Domenica Laruccia, è intervenuta sui social commentando severamente le dichiarazioni relative al Distretto Urbano Commerciale.

Abbiamo contattato l’architetto Laruccia per approfondire le ragioni del suo dissenso. «L’unica proposta concreta di questa amministrazione – annota in un passaggio – è stata “presa in prestito” da Patto per Turi». E ancora, rincarando la dose, «se Topputi sapesse effettivamente di cosa si tratta e del tempo e delle energie che servono per attuarlo, se sapesse che ad oggi la Regione non ha ancora bandito un nuovo finanziamento, probabilmente non ne avrebbe parlato».

Senza nulla togliere alla vicenda in esame, siamo certi il dibattito politico sarà alimentato da un altro punto sollevato in questa replica del segretario Laruccia: la remissione delle deleghe da parte del consigliere De Florio. Tema su cui si invita il sindaco Tina Resta a informare i cittadini.

 

Perché ha ritenuto scorretta la dichiarazione dell’assessore Topputi sul DUC?

«In realtà non mi ha sconvolto la scorrettezza delle sue affermazioni, poiché sono mesi che lui e “TuRinasce” ci hanno abituato a tali atteggiamenti. Mi ha sconvolto la superficialità con cui affronta la grande responsabilità che i cittadini gli hanno affidato: gli sarebbe bastato dire che ci avrebbero coinvolto, anche se fattivamente ad oggi così non è. Ma, d’altra parte, ci hanno abituati ad affermazioni non corrispondenti al vero e a frasi del tipo “studieremo le carte”, per cui non poteva oggi l’assessore comportarsi diversamente da come ha fatto nel recente passato.

Mi rammarica che abbiano sbandierato curricula, titoli, competenze e conoscenze durante tutta la campagna elettorale, e tutt’ora, per poi scoprire negli scorsi giorni che l’unica proposta concreta di questa amministrazione è stata “presa in prestito” da Patto per Turi. Mi rammarica che il loro programma sia assolutamente vuoto e che un commerciate, che per mesi ha sperato di essere addirittura il nuovo sindaco di Turi e forse lo spera ancora, non abbia una sua idea di come far crescere dal punto di vista commerciale il suo amato paese. E soprattutto che non abbia in mente uno strumento più immediato del DUC… Certo, se sapesse effettivamente di cosa si tratta e del tempo e delle energie che servono per attuarlo, se sapesse che ad oggi la Regione non ha ancora bandito un nuovo finanziamento, probabilmente non ne avrebbe parlato».

 

Topputi le ha replicato che è stata “frettolosa”: si è in una fase “pre-iniziale” e l’opposizione verrà coinvolta quando si entrerà nel merito del provvedimento.

«Mi viene da rispondere che l’amico Fabio Topputi ha fatto una promessa “frettolosa”, che sa che non potrà mantenere in quanto questa amministrazione non avrà vita lunga, dilaniata com’è da schermaglie interne e più che giustificate remissioni di deleghe. E su quest’ultimo aspetto riteniamo doveroso che il Sindaco spieghi le ragioni della scelta del consigliere De Florio, perché i cittadini devono sapere, hanno diritto di essere informati.

Circolano inoltre voci, che ci auguriamo infondate, su indagini che riguarderebbero, il condizionale è d’obbligo, un assessore. Riteniamo che dovere del primo cittadino sia quello di smentire tali voci, se infondate, perché una cosa così importante non può essere affidata a un post su Facebook.

Venendo al punto, essere in una fase “pre-iniziale” significa che ha solo voluto dare una risposta al giornalista, e ai cittadini, ma in realtà evidentemente ha solo cominciato a studiare cos’è un DUC. Oppure, peggio ancora, ha perso settimane di lavoro! Se avesse coinvolto sin da subito tutti noi, che abbiamo approfondito per mesi il tema, si sarebbe reso subito conto che quella fase “pre-iniziale” noi l’avevamo abbondantemente superata. E invece o ha mentito ai turesi, sciorinando paroloni che dessero l’impressione di concretezza, oppure gli manca quell’umiltà di cui un buon amministratore dovrebbe essere dotato: chiedere una mano per raggiungere prima e meglio un obiettivo non può che far bene alla nostra comunità».

 

Passando alla sostanza del tema, Biagio Elefante ha sottolineato la strategicità di associare più Comuni con meno di 25mila abitanti per far funzionare il DUC. Condivide?

«Quando ho cominciato a studiare il DUC ho preso in considerazione la possibilità di associarci ad altri Comuni, che avessero con noi affinità culturali e commerciali e con i quali si potesse crescere aiutandosi reciprocamente. Così ho deciso di sentire alcuni amministratori dei paesi limitrofi: purtroppo, molti Comuni si sono già attivati per adottare tale strumento, alcuni in maniera autonoma, anche per le difficoltà riscontrate nel consorziarsi con altri Comuni. Altre amministrazioni invece stanno adottando questo strumento in forma associata, come ad esempio Sammichele di Bari e Casamassima».

FD

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