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Primi scossoni in maggioranza…

angelo palmisano

Palmisano: “Per Tina Resta non sarà facile gestire il fronte degli indipendenti”

Insieme ad Angelo Palmisano affrontiamo i temi più dibattuti della settimana politica. Iniziamo con l’indiscrezione del primo “scossone” in maggioranza: il consigliere Teresita De Florio ha rinunciato alle deleghe ricevute. Le motivazioni non sono trapelate e, come abbiamo scritto nelle pagine precedenti, si dovrà attendere il prossimo Consiglio comunale per chiarire i dettagli della vicenda.

A seguire facciamo luce sulla denuncia del dott. Giuseppe De Novellis, raccolta da Mistral Tv, a riguardo del mancato smaltimento delle macerie dell’ex ospedale. Dalla ricostruzione fornita dal capogruppo dell’opposizione, quanto dichiarato appare un abbaglio, giacché si dimenticano le prescrizioni dell’Autorità di Bacino che impose di creare quelle “collinette” con il materiale da risulta per “ricreare” la morfologia originaria della lama.

Per concludere un parere sulla Presidenza del Consiglio e sulle prospettive della Festa di Sant’Oronzo.

 

I malumori che avete evidenziato pare siano arrivati a creare una “rottura” in maggioranza.

«Da quanto so, c’è qualcuno che sta cominciando a metabolizzare le conseguenze della vittoria di “TuRinasce”. Se si analizzano i voti, quattro candidati indipendenti (Topputi, De Carolis, Resta e De Florio) hanno raccolto 2500 voti permettendo la vittoria della lista. Di questi quattro, solo due hanno avuto un posto in Giunta; viceversa, gli altri partiti, pur avendo eletto un numero inferiore di consiglieri, sono stati premiati con un assessorato. A questo si aggiunge il “caso politico” di Fratelli d’Italia che ha optato per un assessorato esterno, ripescando chi non era stato eletto.

In sintesi, chi ha ottenuto un numero determinante di voti resta in panchina, chi non ha avuto la fiducia dei cittadini gioca da titolare. Sfido chiunque a digerire questo paradosso. Ecco perché appare sempre più evidente che per Tina Resta non sarà facile gestire il “fronte degli indipendenti”».

 

La sua opinione sull’ipotesi di introdurre la Presidenza del Consiglio comunale?

«Turi non ha bisogno di questo ruolo, le cui mansioni possono essere gestite dal sindaco come è accaduto finora. È una figura che è diventata essenziale per la “vita politica” di questo governo, non per quella amministrativa: qualcuno, scontento della ripartizione degli incarichi, ha tirato fuori questa proposta obbrobriosa, che munge una vacca che si chiama Comune, danneggiando i cittadini. Infatti, non bisogna pensare che tutto si esaurisca con l’indennità, vanno considerati tutti i rimborsi spesa legati alla Presidenza che potremmo trovarci a pagare.

“Patto per Turi” era pronto a tagliare le indennità a fini sociali, “TuRinasce” sta dimostrando di avere come missione quella di aumentare il costo della macchina amministrativa. E a proposito di spese, faccio notare che abbiamo un assessore, Sandro Laera, che sta percependo uno stipendio senza aver mai messo piede in Comune. Sarebbe stata cosa giusta che Tina Resta trattenesse le deleghe di Laera, e non altre, in attesa del suo rientro. Questo vuol dire operare nell’interesse comune».

 

Il sindaco ha invitato a leggere l’istituzione della Presidenza come la volontà di non accentrare tutto nelle proprie mani.

«Se questo è l’obiettivo, non si spiega perché abbia deciso di prendere sulle sue spalle il peso delle tre deleghe più importanti nella vita amministrativa dell’ente. Ad ogni modo, visto che Tina Resta vuole essere il “sindaco di tutti”, faccio una proposta: perché non promuovere un sondaggio sulla sua pagina Facebook per chiedere ai turesi se vogliono o meno la figura del Presidente del Consiglio?».

 

Mistral Tv ha sollevato la questione dello smaltimento delle macerie dell’ex ospedale. Visto che all’epoca dei fatti era assessore, può dirci se la denuncia di De Novellis è fondata?

«La demolizione dell’ex ospedale iniziò nel 2012 nell’ambito del programma di riqualificazione delle periferie (PIRP). Come assessore ricordo bene che come previsto dal capitolato d’appalto i rifiuti classificati come speciali – a titolo d’esempio ferro, guaine e ceramiche – furono smaltiti in discarica. Quelli riutilizzabili, come ad esempio il calcestruzzo, in virtù della legge sull’abbattimento dei flussi e dei costi del conferimento in discarica, vennero impiegati per colmare l’avvallamento dell’area dove sorgevano i pilastri della struttura, che era sottoposta rispetto al livello stradale. Per inciso, fu data anche l’indicazione di recuperare i mattoni forati per realizzare i viali.

Le collinette che sono state create nel parco di via Conversano rispondono a precise prescrizioni dell’Autorità di Bacino, che portarono all’approvazione di una variante al progetto iniziale al fine di rimodulare la cartografia dell’area, ripristinandone la morfologia originaria in modo che, in caso di alluvione, si sarebbe consentito all’acqua di defluire nel modo più naturale verso il letto della lama attigua.

Temo che la denuncia di De Novellis non sia fondata. Tuttavia, poiché la memoria può tradire, faremo una verifica dell’incartamento e del capitolato d’appalto».

 

Altro tema della settimana è la Festa di Sant’Oronzo. Cosa ne pensa della scelta di individuare Livio Lerede come presidente del Comitato?

«Innanzitutto, devo fare il mio in bocca a lupo a Livio, cui riconosco il coraggio di aver preso in mano l’organizzazione della Festa di Sant’Oronzo, che è tutt’altra cosa rispetto alla Sagra della Ciliegia. Nella Sagra si possono quantificare in partenza le entrate che grossomodo arriveranno, e quindi è possibile calibrare gli investimenti da fare. La Festa patronale, al contrario, impone di assumere impegni di spesa basandosi solo sui 20mila euro che il Comune stanzia, tutto il resto dipende dalla questua, dall’opera volontaria dei turesi che non è possibile determinare in partenza.

A questa ‘ordinaria’ difficoltà della Festa Patronale, quest’anno si aggiunge un debito pregresso su cui “Patto per Turi” chiederà conto: da quello che abbiamo potuto capire siamo intorno ai 35mila euro, ma vogliamo sapere a quanto ammonta con precisione e a quale gestione vada imputato».

 

Come si ripiana questo debito?

«Se si vuole essere seri nei confronti della cittadinanza, serve onestà. Bisognerà spiegare ai cittadini che si organizzerà una festa in tono minore al fine di onorare più della metà dei debiti contratti; da qui si deve ripartire per programmare gli eventi successivi. Altra ipotesi di lavoro è svecchiare il format della festa, magari rinunciando al cantante live, che è poi la voce che pesa maggiormente nel bilancio dei festeggiamenti».

 

La “Fondazione Sant’Oronzo”, proposta da De Grisantis, potrebbe essere una soluzione valida?

«All’inizio non mi convinceva ma, alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni, la trovo interessante. La Fondazione permetterebbe di avere una struttura consolidata che lavori tutto l’anno a una serie di iniziative per valorizzare non solo la Festa ma anche il nostro territorio, la nostra cultura, la storia e i luoghi legati a Sant’Oronzo.

In questa prospettiva, si potrebbe creare un salvadanaio permanente, recependo anche i fondi dell’8 per mille, che consentirebbe di sostenere i costi della Festa con serenità, rinunciando anche al finanziamento comunale che potrebbe essere utilizzato per altre esigenze della collettività.

L’unica prudenza che andrebbe usata è quella di evitare che la Fondazione si lasci influenzare dalla politica o diventi essa stessa uno strumento per perseguire scopi meno nobili».

FD

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