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De Carolis ‘riscrive’ la storia del culto della “Madonna delle Ciliegie” di Lecce

La statua dopo il restauro (foto di Lidiana Miotto)

Nuova scoperta dello studioso turese, autore della mostra documentale “La Ciliegia fonte di Salute, tra Arte e Devozione”

Fin dal 2014, Stefano de Carolis, Sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri e giornalista, ha avviato una ricerca documentale e iconografica sulla storia della ciliegia dall’antichità (I secolo d.C.) fino ai nostri giorni, correlata da uno studio scientifico delle proprietà benefiche del nostro ‘oro rosso’, grazie all’Università degli Studi di Bari, e sfociata in un’interessante catalogazione di opere d’arte che legano la ciliegia alla simbologia sacra e dunque all’arte devozionale.

2017 - La mostra di de Carolis approda a Conversano (1)

Nel 2016, il lavoro condotto dal ricercatore turese, alla presenza del Magnifico Rettore dell’Università di Bari, prof. Felice Uricchio, è stato illustrato a Turi in una mostra, intitolata “La Ciliegia fonte di Salute, tra Arte e Devozione”. L’anno successivo l’esposizione è stata accolta a Conversano nella straordinaria cornice del chiostro del Monastero di San Benedetto, con la partecipazione nella giornata dell’inaugurazione di Mons. Giuseppe Favale, Vescovo della Diocesi di Conversano -Monopoli.

La mostra ripercorre due secoli di storia con oltre duecento opere d’arte frutto del genio di artisti italiani e internazionali, pozioni e antichi rimedi per la salute, oltre a notizie informative riguardanti i recenti studi scientifici, correlati dai relativi riferimenti legislativi vigenti in materia.

Oggi, le ricerche di Stefano de Carolis si arricchiscono di una nuova scoperta. La sua attenzione è stata, infatti, catturata da una statua in cartapesta, custodita nella Chiesa della Alcantarine di Lecce. Come ci spiega nell’intervista, l’aspetto rilevante dell’opera scultorea è il nome con cui è nota, “Madonna delle Ciliegie o cerase”, e il restauro cui è stata sottoposta nel 1999 che ha aperto scenari inediti sulla datazione dell’opera e l’origine del culto devozionale.

 

Iniziamo con qualche cenno sulla storia di questa statua?

«Poco distante da porta Napoli a Lecce, nella piazza Baglivi, si affaccia una chiesa dedicata a Santa Maria della Provvidenza detta anche “delle Alcantarine”. Anticamente la chiesa faceva parte di un complesso monastico dell’ordine degli Alcantarini, francescani riformati che seguivano le regole di san Pietro d’Alcantara. L’edificio fu eretto nel 1724, su disegno dell’architetto Mauro Manieri. Nel secondo altare di sinistra si venera la Madonna della Provvidenza detta anche Madonna delle Ciliegie o cerase. Si tratta di gruppo scultoreo in cartapesta policroma “Madonna con il Bambino”, opera di ignoto maestro salentino, del XVI sec.

La statua, con molta probabilità, proviene dalla chiesa di Santa Maria dell’Idria di Lecce, antico edificio del XVI sec., che sorge fuori le mura della città vecchia, poco distante dalla porta Rudiae.

Il simulacro nel 1833 venne trasferito e sistemato nel secondo altare di sinistra nella chiesa di S. Pietro d’Alcantara di Lecce, sede odierna dell’Arciconfraternita di Maria SS.ma della Divina Provvidenza. L’antica confraternita originariamente era insediata nella chiesa di Santa Maria dell’Idria di Lecce. Il 7 maggio 1836 Re Ferdinando II di Borbone, con Real decreto nr.3546, concesse alla confraternita la sede della chiesa del soppresso monastero delle religiose Alcantarine, dove tutt’oggi svolge il proprio ufficio. L’1 di settembre 1920 il pio sodalizio fu elevato ad arciconfraternita».

 

Perché ha ritenuto l’opera importante per la sua ricerca sulla storia della ciliegia?

«Lo studio e ricerca sulla ciliegia nell’arte devozionale, percorre tutta la nostra regione, partendo dalla terra di Bari, per poi passare per le provincie di Taranto, Brindisi e Lecce.

La statua della Madonna della Divina Provvidenza, venerata nella chiesa delle Alcantarine di Lecce, è forse tra le statue in cartapesta più antiche del territorio leccese. Il simulacro, a mio modesto parere, potrebbe rappresentare una “Madonna Madre di Dio”, nota anche con la denominazione di Madonna “del Segno” o ‘Panaghia Platytera’ – la più ampia dei cieli – con suo figlio in grembo e le braccia aperte in atteggiamento orante, iconografia mariana tipica dell’arte bizantina.

Ma il dato che interessa maggiormente i miei studi è l’attribuzione del titolo e della denominazione di “Madonna delle Ciliegie o cerase”.

Nel 1999 il pregevole simulacro, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza di Bari, è stato oggetto di un accurato restauro a cura della dott.ssa Lidiana Miotto, restauratrice del centro restauro materiale cartaceo di Lecce, che ha aperto scenari inediti.

In precedenza si riteneva che la statua potesse risalire alla fine dell’800. A seguito del complesso lavoro di recupero, si restituiva l’opera al suo aspetto originario, permettendo agli studiosi di ipotizzare, anche sulla base dei materiali e delle antiche tecniche di esecuzione, una datazione molto più antica, collocando la realizzazione dell’opera verso la fine del sec. XVI.

Al termine del restauro, in modo inequivocabile, sono emerse molte novità sulle caratteristiche originarie: il tipo di ancoraggio con bulloni e chiodi; l’utilizzo da parte del cartapestaio di una armatura di tela pesante a trama larga ‘a sacco’, tela usata dai cartapestai sino alla fine del ‘500; l’originale colore delle vesti e i decori dell’abito della Madonna, nonché il bel colore rosso del vestito indossato dal Bambino Gesù, come se volesse richiamare il colore delle ciliegie.

Risulta poi significativo il riferimento all’antico decoro sul manto della Madonna, che ha evidenziato tracce di una festonatura con ciliegie. Questo dettaglio decorativo, secondo una mia ipotesi, spiegherebbe la denominazione che si è tramandata, “Madonna delle Ciliegie”. E quindi permette di affermare l’esistenza di una devozione alla “Madonna delle Cerase” dalle origini ben più antiche dell’800».

 

A conferma della devozione, esiste anche una festa in onore della Madonna delle Ciliegie.

«Certo, la festa si tiene ogni anno nel mese di maggio, brillantemente organizzata dall’Arciconfraternita della SS. Divina Provvidenza (presieduta dal Priore dott. Eugenio Anguilla). Per l’occasione la statua viene riccamente adornata di ciliegie provenienti dal sud-est barese, e condotta in processione per le vie del centro storico della città. Per l’edizione 2019, le ciliegie “benedette” da portare alla Madonna, saranno tutte turesi. Ne abbiamo proprio bisogno, visto l’Annus horribilis che gli agricoltori stanno attraversando.

Una particolarità caratterizza il corteo processionale: la Madonna viene preceduta da un carretto di legno ricolmo di ciliegie benedette, trainato da un asinello. Al termine della processione, nella piazza antistante la chiesa delle Alcantarine, i dolci e rossi frutti vengono offerti ai devoti presenti in segno di buon auspicio e dono provvidenziale, quasi che la Madonna stessa voglia farne partecipi i convenuti».

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