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Aree Edificabili: “Il grosso inguacchio”

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Menino Coppi non si rende conto o finge di non rendersi conto dell’inguacchio” che ha combinato sulle aree edificabili. Un “inguacchio” che ha determinato notevole disagio sociale e dal quale è difficile uscirne.

Pensiamo che di simili proporzioni e di tale complessità in tutta Italia non ce n’è.

Tutto nasce dall’idea che i cittadini siano dei limoni da spremere. Difatti, secondo la prima esagerata valutazione delle aree edificabili fatta dall’Ufficio Tecnico Comunale, sarebbero entrati nelle casse del Comune ben un milione di euro ogni anno.

A questo punto il nostro caro Menino si è ingolosito, pensando di aver trovato il bancomat per spendere e spandere con una spesa pubblica più o meno allegra.

Ma guardando i numeri della prima valutazione di settembre 2014, la tassazione risultava insostenibile: in media i contribuenti, per un ettaro, avrebbero dovuto sostenere un carico tributario medio pro capite per IMU e TASI pari a 4.400,00 euro all’anno; con punte che arrivavano fino ad 11.268,00 euro per le zone B/C; un assurdo. Tanto più che la tassa, oltre ad essere insostenibile, risultava iniqua per il fatto che, nell’arco di dieci anni si mangiava l’intero valore del bene immobile, per poi ricominciare, come in una giostra, un nuovo ciclo decennale, e poi ancora all’infinito.

Tutto ciò scivolava sull’indifferenza dell’ex Sindaco Coppi: chi se ne frega, tanto pagheranno perché la proprietà è spezzettata e non avranno i soldi per aprire un contenzioso e andare dall’avvocato e dal tecnico per una perizia giurata di parte.

Ma non è stato così. La gente si è ribellata, anche per una questione di principio e si è formato un Comitato, con l’obbiettivo di pagare le tasse in maniera equa e sostenibile, rapportandole al valore di mercato delle aree edificabili, così come la legge prescrive.

E duole dirlo, ma il sorrisetto sotto i baffi, fatto con malizia e segreto compiacimento, esibito a conclusione dei vari incontri con i rappresentanti del Comitato Aree Edificabili era una di quelle cose che ferivano nel profondo perché andava ad alimentare quella crisi di sfiducia nelle istituzioni che oggi più di prima alimenta la crisi della democrazia.

A questo punto, nel 2014, si è assistito a una pantomima: nel giro di tre mesi, l’Ufficio Tecnico Comunale ha sfornato tre valutazioni delle aree edificabili, ognuna con ribassi rispetto a quella precedente, con l’idea di alleggerire la pressione dei cittadini e rendere più digeribile la questione: sforzo vano perché i valori sono rimasti ben lontani da quelli di mercato ai quali, secondo la legge, devono rapportarsi, come dice perfino la relazione del prof. Morano del Politecnico di Bari, consegnando così il testimone della staffetta al Sindaco, che in ultima istanza la tassa la deve applicare.

A riprova che l’80% della questione sta nella pessima applicazione della tassa i contribuenti, per l’anno 2011, hanno fatto ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale e il Comune ha perso tutte le cause, rimettendoci anche le spese legali (che poi sono sempre soldi dei cittadini).

A questo punto butta fumo negli occhi con la questione della istanza per la declassificazione dei suoli da edificabili ad agricoli, dimostrando tutta la velleità della sua esperienza di Sindaco nella passata consiliatura.

Non merita nessuna risposta: c’è solo da sperare in un dialogo costruttivo con il prossimo Sindaco.

E noi diciamo, votate chi volete ma andate a votare.

Il Comitato Aree Edificabili di Turi

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