Suoni mediterranei in “Cara”
Il trombone di Marzella duetta con il grande Enzo Gragnaniello
Un incontro casuale, una proposta nata per caso, un’unione perfetta che ha dato vita ad un suono partenopeo. «Napoli, Sala Assoli per Anfitrione, chiamo Enzo Gragnaniello per salutarlo, mi invita a casa sua negli stupendi Quartieri Spagnoli, mi fa ascoltare il suo disco in anteprima, mi guarda con il suo sguardo ipnotico e mi chiede se avessi voluto mettergli il mio trombone su un paio di brani. È nato così il dialogo in ‘Cara’ incluso nell’album “lo chiamavano vient e terra”».
È con queste poche parole, che il Maestro Michele Jamil Marzella, che avevamo salutato qualche giorno fa col suo primo videocorso sul respiro consapevole, riassume la sua splendida collaborazione con il grande Enzo Gragnaniello. Una musica che cattura l’attenzione, che trascina e proietta l’uditore nella stessa città campana, che racchiude, nelle sue forme particolari, tutta quella passionalità partenopea che puoi solo amare e di cui sentire nostalgia. Ma Marzella offre quel tocco che è sinuosità mediterranea, che accarezza i sensi con quel calore e quella familiarità che solo al sud si respira, si vive, si tramanda.
È un jazz da contemplare, quello che i maestri regalano, catturando in pochi minuti la storicità e la particolarità della nostra grande e amorevole terra. È infatti uscito il 26 aprile per Warner Music e Arealive il nuovo cd, anche in versione vinile, di Enzo Gragnaniello “Lo chiamavano vient e terra”, poeta e cantautore napoletano, conosciuto ai più per aver composto il brano “Cumme” con Mia Martini, “Alberi” con la Vanoni e anche “O Mare e Tu” per Bocelli e “Dulce Pontes”.
Nel lavoro discografico c’è un brano chiamato “Cara” in cui l’artista duetta con il trombone di Michele Jamil Marzella, e ne viene fuori un brano dal sapore anni ‘40 tra jazz e mediterraneo. Nella copertina, realizzata dal grande fotografo napoletano Guido Harari e dal grafico Angelo Forniscano, ben risalgono alcuni scorci dei quartieri Spagnoli napoletani e che ben ricordano e riportano all’architettura e all’energia dei vicoli del centro storico turese in cui da anni risiede e si ispira il maestro Marzella.
C.D.