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Il “Movimento per la bellezza diffusa” a Turi cresce inesorabilmente

Angela Teresa Girolamo

Alt! Fermi tutti! Il titolo può trarre in inganno, non si tratta assolutamente di un movimento politico per le elezioni comunali. Purtroppo, ormai siamo così assueffati da questo clima pre elettorale martellante che leggendo il titolo pensiamo subito: “Ecco gli ennesimi cercatori di voti”. Non è così.

Mo.be.di è un gruppo, non solamente nel senso stretto del termine, il nobile intento è quello di far veramente “gruppo” perché da soli non si va da nessuna parte. Spronare le coscenze, far fronte comune su temi che vengono visti lontani ma che in realtà sono più vicini che mai, in particolare al tema ambiente. Questo argomento, portato alla ribalta dei media mondiali dalla giovane carismatica Greta Thunberg ha aperto un dibattito politico senza precedenti, proprio perchè siamo ormai quasi giunti ad un punto di non ritorno.

I mari sono invasi dalla plastica e le scelte che faremo oggi determineranno i prossimi decenni, scelte che devono derivare da una consapevolezza coltivata fin da piccoli. Emblematica per esempio è l’educazione nelle scuole giapponesi, dove i bambini puliscono tutti insieme le aule, cosi facendo saranno degli adulti consapevoli e attenti, non possiamo proprio dire che avvenga anche da noi.

I ragazzi di Mo.be.di. hanno organizzato molte “passeggiate” volte a ripulire un po’ le strade e le aree verdi, per ridare bellezza ma altresì per trasmettere un messaggio a tutti noi; di certo avrebbero avuto altro da fare, e invece armati di pettorina gialla e qualche piccolo arnese sono usciti per un bene comune.

Questo gruppo si sta via via struttuando per ampliare il proprio raggio d’azione ed ha lanciato una campagna di raccolta fondi tramite il crowdfunding (link nella loro pagina facebook) e per mezzo di un salvadanaio nel negozio “Cucciolandia” in via Casamassima. Occasione giusta per rivolgere qualche domanda ad Angela Teresa Girolamo, creatrice di Mo.be.di.

 

Mo.be.di si pone obiettivi di assoluta rilevanza, quali saranno gli impegni futuri?

«Il nostro obiettivo fin dall’inizio, quando siamo partiti un anno esatto fa, è sempre stato quello non solo di “recuperare” le zone che denotano degrado (e abbiamo cominciato dalle strade rurali colpite dall’abbandono rifiuti), ma anche abbellirle concretamente: l’idea è quella di scoraggiare ulteriori atti di vandalismo, frequentando questi posti, usandoli, stimolando i ragazzi e la popolazione all’uso dei luoghi che è la prima arma contro l’abbandono e il degrado. Inoltre, è proprio il senso di Mobedì: portare bellezza nei luoghi, come segno di cura e appartenenza, per migliorare la qualità della vita di chi ci vive. Questa fase 2.0 di Mobedì, che partirà quest’anno, prevede quindi piantumazione di fiori, piante, se sarà possibile anche alberi e inserimento di decori e arredi urbani nel contesto».

 

Qual è stata ad oggi l’attività che più rappresenta il suo movimento?

«In realtà, come spiegavo poco fa, non è ancora stata concretizzata: l’attività che più ci rappresenterebbe, infatti, sarebbe non solo la ripulitura di un luogo e la sua rimessa in sesto, ma anche il suo abbellimento».

 

Secondo lei, Turi si è dimostrata sensibile sul tema Ambiente?

«Molto, sì. È anche normale che sia così: chi vorrebbe vivere in un posto brutto e deturpato? È una frase che ripeto spesso, e che potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto. In generale i turesi, è vero, amano lamentarsi e spesso sono poco concludenti o propositivi (in linea generale), ma ci sono molti disposti a rimboccarsi le maniche e tante volte, ai nostri flashmob, l’hanno dimostrato. Senz’altro, in moltissimi hanno plaudito alle nostre iniziative, suppongo perciò di poter dire che siano favorevoli a Mobedì, e sensibili ai temi che poniamo».

 

È corretto definire Angela Teresa Girolamo la Greta Thunberg turese?

«Con giusto appena 20 anni in più! Scherzo. Ammiro molto Greta e la sua verve: è quel che manca alle generazioni attuali, il fuoco, l’impeto guerriero, la rabbia consapevole ma costruttiva nel dover e poter lottare per noi, per la nostra salvaguardia (e quella del pianeta), e per difenderci dall’eredità ingrata che le generazioni precedenti (assai poco lungimiranti) ci hanno lasciato. Non lo so se ho la lucidità e la grinta di Greta (e nel caso, ne sarei lusingata), ma per certo so di essere Angela Teresa Girolamo e penso che basti».

 

Tra i vostri obiettivi c’è quello di prendersi cura di Turi attraverso la bellezza, ci spieghi meglio.

«Noi intendiamo la “bellezza” come dovrebbe essere: un valore, espressione esteriore di qualcosa di interiore. Nello specifico: espressione di cura. Se di un oggetto, una persona o un luogo ce ne prendiamo cura si vede. Si vede concretamente, all’esterno. Ed è proporzionale all’amore, a quanto ci teniamo a noi stessi, a quell’oggetto, o a quel luogo. La bellezza di un paese è esattamente questo: amore di qualcuno per quel paese. Se qualcuno si preoccupa di non buttare in giro immondizia, è perché ci tiene; se qualcun altro, vede una carta per terra e la raccoglie, è perché sente di doverlo fare, perché ci tiene; se un altro ancora decide di abbellire il suo balcone con dei fiori, che rendono più decorosa e bella anche la strada, è perché vuole esprimere bellezza, e ci tiene. La nostra azione concretamente, come accennavo prima, consta di due fasi: ripulire e abbellire, ed entrambe queste cose hanno a che fare con l’amore, il senso di cura, rispetto per noi stessi, e di conseguenza per il posto in cui viviamo. La bellezza, proprio per questo motivo, ha in sè quella positività che migliora la qualità della vita di chi se ne circonda: vivere in un posto bello vuol dire svegliarsi la mattina felici e fortunati di essere lì, vuol dire che anche se la giornata va storta, hai intorno quel senso di cura amorevole che ti allevia le difficoltà».

 

Qual è il suo mordente dinanzi al “tanto non servirà a niente”?

«Che con questo pensiero, le cose non sono mai cambiate. Anche non scegliere (non fare) è una scelta e un destino. Servono pensieri diversi per ottenere risultati diversi: se una cosa non ti va bene, o te ne fai una ragione, o la cambi. Nelle generazioni passate (e in larga misura anche nelle attuali) vige ancora la visione di se stessi come impotenti vittime degli eventi e del mondo, perciò “le cose sono sempre state così, e sempre lo saranno”. Il cambiamento risiede in noi, nelle banali azioni concrete di ogni giorno: sei tu a decidere della tua vita, come del tuo destino e di conseguenza di tutto ciò che hai intorno sotto il tuo potere. “Sono il padrone del mio destino” (William Henley) è il mio mordente: io tutto questo lo faccio per me, perché ne ho bisogno per stare bene».

 

Dato il suo nobile attivismo civico, perchè non si è cimentata in questa competizione elettorale?

«Perché ho troppa stima della Politica (una nobile attività, come l’intendeva Aristotele) per farla adesso: non potrei dedicarle le giuste energie, dedizione e concentrazione. E io le cose devo farle perbene, oppure non le faccio affatto. Non nascondo che, proprio ora che son presa da Mobedì, non volevo neppure che si pensasse che tutto questo lo sto facendo solo per ottenere voti: un’equazione che sarebbe venuta scontata e facile a chiunque. No, ci tengo per ora a mantenere Mobedì fuori dalle questioni politiche. Non escludo però che, se dovessero presentarsi le condizioni favorevoli negli anni futuri, io possa cambiare idea; e in tal caso, ovviamente, lascerei qualunque attività collaterale associativa».

 

Cosa si aspetta dalla prossima amministrazione sui temi a voi cari quali decoro e ambiente?

«Che ci diano ascolto e supporto, che vogliano dialogare con noi, magari con altri Tavoli Consultivi come quello tenuto lo scorso novembre grazie al benestare dei commissari. E che soprattutto velocizzino le pratiche, come la questione dell’Area Sgambatura al Parco Zaccheo, che sembra da mesi lì lì per partire e invece è ancora arenata. Infine, che proseguano la virtuosa attività che s’è iniziata negli scorsi anni: mi riferisco all’encomiabile attivazione della Raccolta Differenziata porta a porta (cosa per cui come Comune siamo secondi tra i Comuni Ricicloni di Puglia con oltre l’80% della differenziazione dei rifiuti che produciamo); e spero anche abbiano la giusta attenzione al “verde” di Turi, non solo come manutenzione, ma anche come “progettazione” e recupero laddove sia possibile».

Gianluca Marini

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