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E la ‘Fanòve’ conquista i turesi

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La sesta edizione si anima con la musica della Junior Band

Il tempo incerto ha fatto slittare l’appuntamento con la tradizione turese che sabato 23 marzo si è ritrovata a Largo Pozzi attorno alla VI edizione dell’evento “Fanòve di San Giuseppe e tradizioni” della Nuova Pro Loco.

Circa 80 quintali di legna e 50 di breccia sono state disposte al centro del Largo sormontate da un fantoccio che intorno alle ore 19.30, con la benedizione di Don Giovanni Amodio, è stato appiccato. Tantissimi i turesi che non hanno voluto perdere il momento iniziale, applaudendo alla Fanòva, simbolo di saluto della stagione invernale e buon auspicio per i prossimi lavori nei campi nella stagione primaverile.

Fuoco, ma anche spettacolo, musicale ed enogastronomico, per una serata degna di fine inverno, che cattura turesi di ogni età. Giostre e intrattenimenti per i più piccini, spettacolo musicale a cura della Junior Band, preziose creazioni artigianali per gli appassionati e l’angolo del gusto per chi alla tradizione visiva vuole associare quella gustativa. È così che “Papille Gustative” di Gianni Carenza regala produzioni gastronomiche che soddisfano tutti i golosi, mentre altri si riversano agli stand di prodotti tipici del sud est barese.

“Ringraziamo i commercianti turesi per aver permesso di realizzare questa occasione di festa – ribadisce Vincenzo Verdoni, presidente della Nuova Pro loco. Grazie a loro non si spegne la tradizione turese dell’accensione della Fanòva”. Una tradizione che, ribadiamo, si rinnova negli anni. Un appuntamento per i turesi che quest’anno è stato spostato di qualche giorno a causa delle condizioni meteorologiche, ma che si ripete nella sera della festa che festeggia tutti i papà. Uno spettacolo di calore, colori, sapori e tradizione che coinvolge e rievoca le vecchie tradizioni turesi quando, nei rioni, i cittadini si riunivano attorno ad un falò in compagnia di buon vino, trònere e zeppole, musica e tanta allegria.

Quella delle “Fanòve di San Giuseppe” è una tradizione che parte da un rituale di purificazione e di consacrazione. Riti silvestri pagani avevano il significato di celebrare l’arrivo della primavera e l’invocazione di una buona annata per la raccolta nei campi. Talvolta era montato, su di una pertica, un fantoccio che personificava appunto l’inverno che i festanti esorcizzavano bruciandolo insieme alla legna. Su queste motivazioni è stata innestata successivamente la ricorrenza religiosa di San Giuseppe il 19 marzo. Oltre lo spettacolo acceso e caldo dei falò, un’altra tradizione immancabile di San Giuseppe è la zeppola. Questo dolce tipico italiano viene prodotto proprio in questo periodo dell’anno. Ogni regione la prepara in modo diverso e qui a Turi, che siano fritte o al forno, la scorpacciata è assicurata, e la festa di San Giuseppe è un’ottima scusa per rimandare diete e godersi questi dolci con la crema e le amarene.

Si ringrazia Pietro Carenza per gli scatti concessi.

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