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“Tundo vive un momento di scarsa lucidità”

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Lega e Fratelli d’Italia replicano alle accuse mosse dal coordinatore di Forza Italia

Dopo aver dato spazio alle dichiarazioni di Paolo Tundo, coordinatore cittadino di Forza Italia, sulle ragioni che lo hanno spinto a tagliare i ponti con la coalizione di centrodestra, abbiamo voluto ascoltare la posizione di Graziano Gigantelli e Sandro Laera, chiamati direttamente in causa.

«Lega e Fratelli d’Italia – mettono subito in chiaro Laera e Gigantelli – si onorano di avere come unico riferimento le proprie coscienze e una visione politica chiara. Fin dall’inizio ci siamo proposti di rinnovare il centrodestra, chiedendo di fare un passo indietro a chi occupa la scena politica da oltre trent’anni e, invece di ricavarsi un dignitoso ruolo di “consigliere anziano” della futura classe dirigente, continua a scalciare pur di essere in prima fila e collezionare l’ennesima fascia».

«Con non poca fatica – proseguono Laera e Gigantelli – entriamo nel merito delle calunnie che ci sono state mosse. Per prima cosa, sgombriamo il campo dall’illazione del presunto “tradimento”. Nella riunione del 16 gennaio, si decise che ognuno dei tre partiti avrebbe elaborato una “lista” dei requisiti che dovevano orientare la scelta dei candidati da includere nella futura coalizione. Negli incontri successivi ci saremmo confrontati sulle proposte avanzate da ciascuna delle tre forze politiche e, una volta trovata la sintesi, si sarebbe sottoscritto un accordo, preliminare all’allargamento verso altri soggetti che condividevano le basi del nostro progetto.

Questa tabella di marcia è stata interrotta sul nascere proprio da Paolo Tundo, che ha deciso di abbandonare il tavolo poiché Lega e Fratelli d’Italia avrebbero “incontrato di nascosto” alcuni esponenti della politica locale. Vogliamo rassicurare Tundo e chi mal lo consiglia che non c’è stata alcuna consultazione segreta: abbiamo solo avuto incontri informali con esponenti dell’area di centrodestra per comprendere le loro intenzioni di massima. Incontri del tutto identici a quelli che il coordinatore cittadino di Forza Italia ha fatto con i suoi conoscenti, senza che Lega e Fratelli d’Italia fossero avvisati o coinvolti. A differenza di Tundo, noi non abbiamo sollevato alcuna obiezione né abbiamo gridato allo scandalo, ritenendo che fosse legittimo che ogni partito sondasse il terreno a sé vicino per consentire al tavolo di coalizione di operare con maggiore cognizione di causa.

Certo, chi è in malafede vede tranelli e inganni ovunque, ma questo non è un nostro problema. Se Tundo avesse continuato a partecipare alle riunioni, sarebbe stato informato di tutto e avrebbe potuto liberamente esprimere la sua opinione. Ha scelto di voltarci le spalle, sobillato da qualche cattivo consigliere in cerca di sistemazione, costruendosi una versione parallela dei fatti ben lontana dalla realtà e ricorrendo alla stampa per diffondere falsità e insulti. Per quanto ci riguarda, non siamo disposti a seguirlo lungo questa via, che ha come unico sbocco quello di consegnare ai cittadini una campagna elettorale giocata sulla diffamazione e non su temi e programmi: alla macchina del fango che Tundo ha deciso di muovere risponderemo sempre e solo con la verità».

 

“Padroni e colpi di stato”

Laera e Gigantelli replicano anche all’insinuazione che Boccardi sia il “padrone cattivo” che li ha utilizzati per mettere a segno un “colpo di stato”, imponendo strategia e candidato sindaco. «Temiamo che Tundo viva un momento di scarsa lucidità. Forse sarebbe il caso che qualcuno lo aiutasse a rimettere in ordine le idee. Noi proviamo a dare il nostro modesto contributo, spiegandogli che Michele Boccardi non è il nostro padrone ma uno dei tanti interlocutori con cui stiamo ragionando sulle prospettive della coalizione, consci che tutti sono utili ma nessuno è indispensabile».

«Quello che viene denunciato istericamente come un “colpo di stato” – argomentano – in realtà è stata semplicemente una scelta, maturata a seguito della presa di posizione di Tundo e dei suoi attacchi scomposti, di sfiduciare chi da tempo parla al singolare e ha smesso di rappresentare la base del partito che, almeno per ora, gli è stato chiesto di guidare. Per quanto Paolo Tundo possa immaginarsi l’ideale presidente di una carnascialesca dittatura, tutti gli altri sono convinti di vivere in democrazia. E in democrazia nulla viene imposto, si è liberi di accettare i termini di un accordo oppure di uscirne e andare per la propria strada».

«Facciamo notare – concludono Laera e Gigantelli – che la nostra coalizione viene faziosamente definita “un listone confuso, che va da destra a sinistra”; qualche rigo dopo, tuttavia, Tundo si ergere a paladino della giustizia pronto a creare “un grande centro civico allargato a tutti”, una cordata che unisca indistintamente chiunque brami un posto al sole… ottima prova di coerenza! Si parla di rispetto reciproco e poi si sollevano insinuazioni su quello che qualcuno avrebbe “concesso” a Fratelli d’Italia e Lega. Non siamo esperti come altri delle pratiche del “commercio elettorale” ma in genere si “paga” qualcuno per fargli cambiare idea non, come nel nostro caso, per proseguire un progetto che noi stessi abbiamo avviato e in cui crediamo fermamente».

FD

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