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Politica

Il Partito Democratico apre la campagna elettorale

Domenica Laruccia

Si lavora a una “lista allargata” che non ceda il fianco al “guazzabuglio elettorale”

Conclusa la fase congressuale, il Partito Democratico inizia a concentrarsi sull’appuntamento con le elezioni che, il prossimo 26 maggio, porteranno a decretare la nuova amministrazione di Turi.

L’apertura della campagna elettorale è affidata a un post, pubblicato sulla propria pagina Facebook, in cui si auspica di creare un “gruppo di persone perbene e di intenti comuni”. Una “squadra un po’ più coesa” di quella che ha sostenuto il governo Coppi e che, come ogni buon agricoltore, sappia imparare dagli errori commessi in passato e trovare nel confronto con i cittadini lo slancio per essere incisivi nell’azione del futuro governo cittadino.

Nessuna ipocrisia: anche il centrosinistra dovrà lavorare a un “lista allargata”. Una lista di soli democratici, sebbene “sarebbe la soluzione migliore, è quasi impossibile da realizzare nei piccoli paesi come Turi”. Ma a tutto va posto un limite e il Partito Democratico fissa l’asticella, escludendo “guazzabugli elettorali” o coalizione inverosimili che riducano a una “barzelletta” l’agone politico.

La dichiarazione d’intenti dei democratici turesi, che pubblichiamo integralmente, tocca i contenuti più interessanti dell’attuale fase della competizione elettorale, offrendo vari spunti di riflessione che abbiamo provato a seguire insieme alla segretaria cittadina Domenica Laruccia nell’intervista che vi proponiamo.

 

Tra le possibili intese state valutando di rinnovare la sinergia con il Movimento Impegno per Turi?

«Il Partito Democratico sta provando, da tempo a mettere insieme persone capaci con le quali condividere programmi e prospettive per il nostro Paese.Impegno per Turi è uno degli interlocutori con cui stiamo dialogando».

 

Ci sarà un accordo con Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista o le divergenze sull’esito della precedente amministrazione sono ancora un ostacolo?

«Non sono le divergenze sull’esito dell’amministrazione Coppi a frenarci nel dialogo con Rifondazione e Sinistra Italiana, bensì i mancati risultati che si sono portati a casa, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Inoltre mi risulta che seguiamo, a Turi, percorsi ed obiettivi diversi».

 

Ci è giunta notizia di un “laboratorio politico” che il PD avrebbe avviato con Michele Boccardi, prima che l’ex senatore decidesse di spostare la sua attenzione sulle forze di centrodestra. C’è qualcosa di fondato in questa voce?

«Abbiamo parlato anche con Michele Boccardi, ma non esiste alcun laboratorio politico. I laboratori si formano attorno alle persone coinvolte e ai progetti condivisi. Al tavolo del centrodestra, il PD, non si è mai seduto, e aggiungo che non si siederà finché i commensali resteranno quelli ad oggi prospettati».

 

Quando parlate di “guazzabuglio elettorale” ci pare chiaro il riferimento alla coalizione di centrodestra. Quale differenza c’è tra questo “listone” e quello che portò all’elezione di Menino Coppi?

«C’è una differenza sostanziale: nel “listone” c’erano forze giovani che non si erano mai commisurate con l’amministrazione della cosa pubblica, e c’era un progetto comune che trovò la sua sintesi in Menino Coppi. Nel “guazzabuglio elettorale”, invece, ci sono forze che hanno provato già ad amministrare, talvolta insieme, producendo risultati devastanti per il territorio, lotte interne per ricoprire un ruolo piuttosto che un altro, perseguendo i propri interessi. Certo, se il guazzabuglio dovesse andare al governo allora sì che avrebbe una cosa in comune con il listone Coppi: la fine prematura del mandato».

 

Si ipotizza il nome di Tina Resta come candidato sindaco del centrodestra. Avreste voluto pensarci per primi o avete in mente un’altra tipologia di candidato sindaco?

«Ecco a proposito di ruoli e principi, la notizia, se confermata, del ritorno nell’agone politico di Tina Resta come sindaca della coalizione di centro destra, ci lascia perplessi perché il suo passato recita altro.

Comunque alla domanda rispondo NO, non abbiamo mai pensato a Tina Resta nostro sindaco non perché non meritevole ma perché la figura del sindaco deve essere la sintesi delle forze politiche che decidono di scendere in campo insieme. Usando un inglesismo, se mi permette, la scelta deve essere bottom up non top down».

 

Nel post affermate che la coerenza è un vostro tratto distintivo. Giuseppe Tardi si è dimesso dal ruolo di vicesegretario all’indomani della sfiducia al sindaco Coppi, quando il PD avrebbe dovuto dimostrare una posizione compatta. Qualche mese più tardi è rientrato nel partito. Giudica coerente questo comportamento?

«Giuseppe Tardi si dimise, per la nostra posizione autolesionista di tutela del sindaco e dell’Amministrazione. Per mesi gli abbiamo chiesto di dare ancora una possibilità alla maggioranza, abbiamo sperato fino all’ultimo di portare a casa almeno un risultato, ma all’ennesimo traccheggio preferì essere fedele al mandato che i cittadini gli avevano affidato votandolo: “Provare a cambiare Turi”.

Tardi è stato corretto oltre che coerente. E aggiungo, alla fine Coppi non si è più tesserato. Aveva ragione Tardi sulla disaffezione dell’ex primo cittadino verso il nostro Partito e il nostro gruppo. Oggi mi sento di dire Bentornato Giuseppe».

FD

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