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BOC: URGE CHIUDERE IL DERIVATO

Natalino Ventrella

Alla data della stipula il Comune di Turi era già in perdita di 166.793 euro

BOC: un mutuo, due contratti e due rate. Poiché vi è in corso un procedimento legale, cercherò di scrivere solo dati generali e di carattere esplicativo, per non dare assist ai legali della Banca condannata in primo grado al pagamento di 800 mila euro.

In queste operazioni quanto più bassi sono i tassi di interesse variabili, tanto più alti sono i profitti della Banca, inizio cosi a smentire le dichiarazioni apparse qualche settimana fa, relative agli inesistenti risparmi registrati dal Comune di Turi.

Dovete sapere che l’Amministrazione De Grisantis nel luglio del 2005 sottoscrisse un mutuo con “quota capitale e quota interesse” e contestualmente un altro contratto definito, appunto, derivato. Quindi parliamo di due contratti di mutuo.

Come funzionano i derivati

Iniziamo a comprendere come funzionano i derivati sui tassi d’interesse (IRS – interest rate swap). Trattasi di un’operazione finanziaria molto complessa e delicata, “swap” in inglese significa “scambio o baratto”, in sostanza è l’accordo tra due parti, nel nostro caso il Comune di Turi e la Banca, che si impegnano a scambiarsi “flussi di pagamento” (o di cassa). Quasi tutti i contratti “swap” sono venduti con una perdita iniziale per il contraente (Comune di Turi).

Per farvi capire meglio, pensate ad una corsa olimpionica sui mille metri, il Comune di Turi è fermo al punto di partenza mentre la Banca che ha venduto i BOC è avanti di 166 metri. Turi parte penalizzata perché, ovviamente, ha già incassato una perdita di terreno ed arriverà sicuramente dopo la Banca, anche se dovesse essere più veloce. Così nel contratto del derivato, la somma di tutti i “flussi di interesse” darà un esito finale dello “swap” dove una parte ci guadagnerà e l’latra perderà. Avete mai visto una Banca che perde denaro? È mai possibile che, nonostante i bassi tassi di interesse, il Comune con una massa di mutuo superiore a quella della Cassa Depositi e Prestiti abbia registrato un risparmio di 2 milioni di euro?

 

Come è composto l’IRS

Dopo questo esempio, vediamo come è composto l’IRS. Vi è il “nozionale” (è il capitale su cui sono calcolati gli interessi) che resta costante per tutta la durata del mutuo; i due flussi di cassa, uno basato su un tasso fisso (fixed leg o gamba fissa) mentre l’altro è variabile (floating leg o gamba variabile), la durata del contratto, nel nostro caso 20 anni.

Anche qui può essere d’aiuto un esempio. Supponiamo che un contratto stabilisca che i flussi vengano calcolati su un “nozionale” di 1 milione di euro ogni 3 mesi; la gamba fissa vale il 3% e quella variabile il 2,5%.

Alla scadenza di ogni periodo registreremo che l’acquirente dello “swap” (il Comune di Turi) deve pagare alla Banca 7.500 euro (1 milione di euro per il 3% per 90/360), mentre deve ricevere dal venditore 6.250 euro (1 milione di euro per 2,55% per 90/360). Il “differenziale”, ovvero quanto l’acquirente (il Comune di Turi) deve al venditore (la Banca) è pari a 1.250 euro (7.500 euro meno 6.250 euro). Questo oltre alla quota capitale e alla quota interesse del semplice mutuo contratto con la stessa Banca! Pertanto si definisce “tasso swap” quel valore del tasso fisso che rende nullo il valore del contratto al momento della sua stipula.

 

“Difendere i BOC è una follia”

Non è finita, questo contratto particolare presenta diverse criticità: A) non copre l’intera durata del mutuo, scadrebbe nel 2022; B) il derivato, come ho scritto in epigrafe, partiva con una perdita di 166.793 euro; C) il contratto ha delle clausole irrealizzabili, cioè prevede, nel caso di sforamento del tasso al 6%, il pagamento della cedola semestrale. La Banca, conoscendo gli scenari finanziari, sapeva già nel luglio del 2005 che i tassi di interesse non avrebbero superato il 6% (ciò che fino ad oggi si è registrato) e che quindi sarebbe stato sempre il Comune di Turi a pagare, oltre al mutuo nomale, un “differenziale” di circa 110 – 115 mila euro all’anno.

Fatevi voi un po’ di conti, ma soprattutto, chiedetevi dove sono i risparmi di 2 milioni di euro decantati dalla politica turese. Ad altri Comuni è stata venduta la polizza assicurativa con massimale al 4%!

Questo sperpero di denaro pubblico ha impedito alle Giunte successive, di rifare ad esempio il manto stradale e tante altre cose di pubblica utilità! A questo punto sarebbe stato meglio rinegoziare i mutui con la stessa Cassa Depositi e Prestiti e non lasciarsi prendere in giro dagli schemi di fantomatici risparmi decantati dalla Banca. Auspico che il Comune di Turi possa almeno ottenere l’annullamento immediato del derivato per evitare ulteriori perdite future, oltre, al risarcimento del danno finanziario. Continuare a difendere l’operazione dei BOC ed i suoi inesistenti benefici è una follia!

Natalino Ventrella

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