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Politica

Nessuna trattativa, solo una comunione d’intenti

Fabio Topputi

Fabio Topputi: “I turesi vogliono ritornare ad essere fieri del proprio paese”

Le voci trapelate sull’incontro tra Boccardi e Resta ci hanno fornito lo spunto per intervistare Fabio Topputi e comprendere qualcosa in più sulle idee alla base della lista civica che da qualche mese ha iniziato a creare.

 

Abbiamo appreso della “trattativa in corso” tra Michele Boccardi e Onofrio Resta per supportarla come candidato sindaco. Conferma le indiscrezioni?

«In questo momento non c’è nessuna trattativa in corso con gli amici Onofrio Resta e Michele Boccardi. Sicuramente si può parlare di una comunione di intenti perché tutti vogliamo dare un contributo alla crescita di Turi. Oggi quello che mi preme è trovare delle personalità che possano dare un contributo determinante alla vita amministrativa locale. Sono più interessato ad ascoltare i concittadini per capire quali siano le esigenze reali e meno interessato agli accordi».».

 

Al di là delle intese con Boccardi, si sentirebbe pronto a competere per il ruolo di primo cittadino di Turi?

«L’obiettivo primario è quello di impegnarmi per il mio paese mettendo a disposizione la mia giovane età, la mia buona volontà e la voglia di imparare. Tutto questo presuppone di inserirsi in una squadra competente di giovani e meno giovani che abbiano a cuore Turi, il cui rappresentante verrà identificato solo a valle della condivisione delle linee programmatiche e delle idee dei singoli».

 

E se invece le fosse data la possibilità di scegliere un assessorato, quale le piacerebbe ricoprire?

«Come detto, al momento questa non è una mia priorità, mi sento un amministratore in senso stretto, senza essere legato ad un assessorato in particolare. Chiaramente ognuno di noi ha delle proprie tendenze a gestire determinati settori, ma chi svolgerà il ruolo di assessore deve sentirsi un manager e circondarsi di una squadra efficiente ».

 

Nella costituzione della sua lista, ritiene ci sia spazio per il dialogo con i partiti o preferisce rivolgersi solo alla cosiddetta società civile?

«La mia idea, come ho più volte sottolineato, è di avere una squadra di giovani e meno giovani di buona volontà che abbiano al centro il bene di questo paese. E se questi uomini fossero comunque legati ad un partito non rappresenterebbe di certo un limite. Non siamo ai tempi della Democrazia Cristiana o del Partito Comunista!».

 

Sappiamo che quotidianamente ha modo di confrontarsi con molti concittadini. Cosa chiedono i turesi per il proprio paese?

«I cittadini non chiedono la luna nel pozzo ma l’ordinaria amministrazione, quei servizi essenziali che consentano di vivere bene, qualitativamente parlando. Bisogna rilanciare il paese puntando sulla cultura, sul commercio e su una serena vita di comunità. Il cittadino turese vuole ritornare a sentirsi fiero di essere turese».

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