Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Politica

Musei diffusi e cultura come attrattore turistico

Fabrizio Resta

Fabrizio Resta (Sinistra Italiana): Promuovere il nostro patrimonio culturale con piani strategici di comunicazione


Un’idea concreta per promuovere la cultura a Turi?

«Bisogna fare in modo che il patrimonio culturale assurga ad attrattore turistico. Ci sono delle eccellenze nel nostro paese che vanno promosse e rese fruibili ai turisti. Penso alla chiesa di S. Oronzo, la Chiesa Madre, dove ci sono le opere di Stefano da Putignano, il centro storico ma anche l’eredità di Antonio Gramsci.

Per raggiungere questo scopo è fondamentale massimizzare la velocità di comunicazione con i turisti. Qualcosa che vada oltre il SAC, che fornisca una promozione a 360° del solo nostro paese, un vero e proprio hub informativo. Promuovere il territorio tramite piani strategici di social media marketing e di comunicazione per progettare interfacce funzionali che permettano con facilità la consultazione e condivisione della storia-cultura, che l’utente può per il momento visitare e “vivere” solamente recandosi fisicamente. Nel breve periodo anche fornire una mappa utilizzabile dal personale dei B&B, opportunamente formato, in grado di fornire informazioni sull’offerta culturale del nostro paese e dei paesi limitrofi, potrebbe essere più efficace di qualunque social o sito web.

Qualcosa di avveniristico sarebbe mettersi d’accordo con i paesi limitrofi e creare dei musei diffusi, ossia dare visibilità a chi si esprime tramite qualunque forma di arte, ospitando le opere nei luoghi pubblici, nei B&B, magari istituendo un “premio Turi” destinato agli artisti locali».

 

La “politica dei contributi”

«Che senso hanno iniziative sporadiche, una tantum, simboliche, organizzate in modo volontaristico? Bisogna aiutare ed ascoltare chi si occupa della cultura a Turi, capire le problematiche ed intervenire affinché queste manifestazioni non siano occasionali, condannate a sparire dopo poche edizioni e trasformarle in vere e proprie tradizioni culturali del nostro paese. Per fare questo però è necessario che le Associazioni abbiano la possibilità di incidere nella programmazione degli eventi, collaborando tra loro. Quello che la precedente Amministrazione è sicuramente riuscita a fare, è mettere insieme le Associazioni allo scopo di coprogettare e decidere insieme le attività del paese, tramite un tavolo inclusivo e partecipato insieme a tutti i rappresentanti del settore e mi sembra che i risultati siano stati soddisfacenti. È importante che questo orientamento non cambi nel futuro.

Ovviamente i parametri che adotterei terrebbero conto della qualità delle iniziative proposte, della realizzabilità del progetto, delle attività già svolte e del successo della formula proposta, della capacità di avere un bilancio e una contabilità puntuale e trasparente, della capacità di partnership, non solo con l’Amministrazione Comunale ma anche con le altre associazioni. Aggiungerei contributi straordinari per quelle manifestazioni che hanno la capacità di attrarre la popolazione dai paesi limitrofi come parametro preferenziale, ma anche manifestazioni di carattere sportivo atte a promuovere la diffusione dei vari sport, specie se rivolte a bambini in età prescolare o diversamente abili».

 

Spazi pubblici a pagamento?

«Il Comune di Polignano ha trasformato il paese in una merce come tutte le altre e dimostra come il pensiero unico della “mercificazione” a tutti i costi abbia fatto breccia nell’immaginario degli amministratori del terzo millennio. La Costituzione stabilisce che “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento” ma anche “i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Analoghi limiti e condizioni sociali vengono stabiliti per la proprietà terriera e per lo sfruttamento del suolo. Quello che voglio sottolineare è la forza con la quale la Costituzione insiste su questo punto, in ogni suo articolo, e quanto essa sia permeata da un fortissimo spirito comunitario, teso a frenare gli “spiriti animali” individualistici e a promuovere l’interesse comune, l’interesse sociale, l’uguaglianza reale. Le domande che a questo punto bisognerebbe porci sono: quanto lontani siamo da quella ispirazione? Qual è la funzione sociale che ci impone di pagare per visitare un paese?».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *