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Cultura

In onore dell’Unità e delle Forze Armate

4 novembre 2018 (3)

“Omaggiamo non la guerra ma la profonda umanità del sacrificio”

In un pomeriggio plumbeo, bagnato da una pioggia sottile, Turi ha festeggiato la Giornata dell’Unità Nazionale e la Festa delle Forze Armate.

Il corteo, preceduto da un’auto della Polizia Locale e dalla banda cittadina Don Giovanni Cipriani, ha visto sfilare le autorità civili, rappresentate dal Sub Commissario Sebastiano Giangrande, militari e religiose. Uno dietro l’altro si susseguono i labari, imbracciati con orgoglio dai rappresentati delle sezioni locali delle Associazioni Nazionali dell’Aeronautica, dei Bersaglieri, dei Combattenti e dei Finanzieri, unitamente alla sezione casamassimese dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri. Immancabile la presenza del gruppo della Protezione Civile di Turi.

Dopo aver percorso via Maggiore Orlandi, il corteo si è diviso in due ali – quasi ad abbracciare idealmente il Monumento ai Caduti. E sulle note de “Il Silenzio”, il Sub Commissario Giangrande, il Maresciallo Mastromarino, il Capitano dell’Aeronautica Francesco Pugliese e il Maresciallo Francesco Cazzetta hanno omaggiato la corona deposta ai piedi della statua edificata in onore dei turesi che hanno donato la propria vita per realizzare il sogno di un’Italia libera e unita.

«Questa data – ha esordito il Sub Commissario Giangrande nel consueto discorso – ricorda la battaglia di Vittorio Veneto che, con la conclusione della Prima Guerra Mondiale, portò all’unificazione dell’Italia. Oggi festeggiamo l’Unità d’Italia non dimenticando i caduti che si sono sacrificati per dare vita al nostro paese. Festeggiamo anche e soprattutto le Forze Armate che nella nostra Repubblica sono dedicate alla sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale».

«Quando ricordiamo i nostri combattenti – ha proseguito Giangrande – quando ricordiamo i nostri caduti di ogni tempo, i mutilati, i veterani, gli invalidi; quando ci rechiamo in visita ai cippi e ai monumenti posti in memoria dell’eroismo spesso oscuro della nostra gente, non facciamo omaggio a valori che attengono il concetto di guerra ma a valori che esaltano la profonda umanità del sacrificio, dell’eroismo e della dedizione che sono perenni e comuni.

La guerra è la cosa più terribile che può accadere, ecco perché l’Articolo 11 della Carta Costituzionale recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. E continua dicendo: “L’Italia si impegna a lavorare con gli altri popoli per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni”».

«Nel rinnovare il saluto di tutto il contesto commissariale e nel ringraziarvi per la partecipazione, voglio salutarvi con due pensieri che mi sono molto cari. La prima è la celebre frase di John Kennedy, che nel discorso di insediamento del 1962 ebbe a dire: “Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per il tuo Paese”. E poi una frase di Papa Francesco: “Non facciamoci e non fatevi rubare la speranza”. Credo possa essere questo il modo migliore per onorare i nostri caduti e per portare il giusto tributo di commemorazione a chi ha dato la vita per la nostra libertà».

Concluso l’intervento del Sub Commissario, il corteo si è diretto in Chiesa Madre dove la cerimonia è proseguita con la celebrazione di una Santa Messa, officiata dall’arciprete don Giovanni Amodio.

Foto Antonio Gasparro

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