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Non accetto lezioni di “buona politica”

Paolo Tundo

Tundo rivendica il ruolo di Forza Italia all’interno della coalizione:
“Siamo il primo partito e non vogliamo essere trattati come ragazzi di bottega”


A distanza di un paio di settimana dal primo tavolo di concertazione del centrodestra, Paolo Tundo interviene per chiarire alcuni passaggi che ritiene indispensabili per proseguire serenamente il percorso di condivisione con Lega e Fratelli d’Italia. «Nessuna polemica – ci dice prima di iniziare l’intervista – il lavoro che ho intenzione di portare avanti nei prossimi mesi è quello di mediare le posizioni di tutti e arrivare a creare una coalizione ed un programma vincente per Turi».

 

Tundo confermato coordinatore

In primo luogo, Tundo rassicura che il cambio al vertice regionale di Forza Italia è stato un «un passaggio condiviso tra Vitali, Berlusconi e Tajani, che hanno concordato i nomi di D’Attis e Damiani solo al fine di rinnovare strutturalmente il partito e rilanciarlo in vista delle elezioni europee».

«Mauro D’Attis – aggiunge – ha confermato la fiducia nei miei confronti e mi ha dato mandato pieno a proseguire nel mio ruolo di coordinatore cittadino, sempre svolto in sintonia con le direzioni provinciali, regionali e nazionali. Del resto, le ultime elezioni politiche hanno dimostrato che Forza Italia a Turi è riuscita a riscuotere il 22% dei consensi, affermandosi come il secondo partito dopo il Movimento Cinque Stelle ed il primo nell’ambito del centrodestra turese».

 

“Allargare il tavolo”

Se il primo incontro è classificabile come una “riunione d’intenti”, i successivi dovranno entrare nel merito, iniziando a ragionare sui programmi. «E proprio per testimoniare che Forza Italia non è solo Paolo Tundo, chiederò che ognuno dei coordinatori sia accompagnato da una delegazione di almeno due persone per ogni partito».

«Una volta concordato il programma – ribadisce Paolo Tundo – bisognerà allargare il tavolo del confronto alle altre formazioni della società civile. A seguire arriverà la scelta del candidato sindaco, che dovrà essere il portavoce di quel programma e avere la forza di presentare un PEG (Piano Esecutivo di Gestione) ai dirigenti dei vari uffici comunali. La prossima amministrazione sarà chiamata ad uno sforzo non indifferente, che comporterà un maggiore senso di responsabilità anche da parte dei capisettore: le coperture finanziarie saranno davvero esigue e per realizzare interventi strutturali sarà fondamentale sfruttare tutte le risorse possibili rivenienti dai bandi regionali ed europei. Perché uno dei punti su cui non accetto mediazioni è che si innalzino le tasse».

 

Nessun ricatto politico

«Non sono più disponibile ad essere trattato come “ragazzo di bottega” e non accetto lezioni di “buona politica” da nessuno. Ho già dimostrato la mia esperienza amministrativa.

Il cambiamento – spiega il coordinatore di Forza Italia – significa trovare la capacità di condividere una linea programmatica che sintetizzi le posizioni di tutti, per poi portarla avanti senza liti e senza accettare ricatti politici da nessuno. Deve essere uno stile culturale e un modo di fare diverso, che ascolti i cittadini non allettandoli con false promesse.

Come ho già detto, se non ci saranno queste premesse, non ho alcun problema a stare a casa. Non ho intenzione di perdere la mia integrità alleandomi con persone che abbiano l’ambizione di mettere in piedi una lista solo per garantirsi un posto all’opposizione. La coalizione che stiamo creando dovrà essere quella vincente, in grado di assumere la responsabilità e l’impegno di governare il paese. Proprio in questa logica, in caso di sconfitta, se dovessi essere io il candidato sindaco, sono pronto a garantire fin da ora che mi dimetterò».

 

“La debolezza delle primarie”

«Non mi spaventa andare alle primarie per la scelta del candidato sindaco, tuttavia – conclude Tundo – sarebbe un segno di debolezza perché darebbe l’immagine di una coalizione che non è stata capace di scegliere insieme il suo rappresentante».

FD

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