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Politica

“Potremmo rischiare il dissesto economico grazie a Menino Coppi”

Il consigliere Leo Spada

Leo Spada marca le distanze dall’esperienza dell’Amministrazione Coppi e guarda ad una “coalizione oltre la politica dei partiti”


La strada intrapresa dall’ex consigliere Leo Spada, recentemente uscito dalle fila di Forza Italia, piuttosto che ad una lista indipendente si snoda verso una coalizione che unisca tutte le “forze alternative” al progetto politico dell’Amministrazione Coppi. E su questo solco si inserisce la riunione convocata venerdì scorso, cui hanno partecipato Sandro Laera, Angelo Palmisano e Fabio Topputi.

Non si vuole una “lista arcobaleno”, ma una coalizione che, pur partendo dall’alveo del centrodestra, sappia andare “oltre la politica dei partiti”, non disdegnando le forze di centro e di sinistra che non hanno partecipato all’esperienza fallimentare conclusasi con il commissariamento.

E per chi, proprio memore del passato recente, teme che “troppe anime” rendano difficoltosa la governabilità del paese, Spada rassicura: la stabilità amministrativa è garantita se, una volta raggiunto un programma comune, si applica in maniera rigorosa, con il sindaco che diventa arbitro del progetto e che lima le singole individualità. Quello che Coppi, secondo l’opinione dell’ex consigliere, non è riuscito a fare: oltre a consentire che qualcuno si muovesse come ‘battitore libero’, “ha perso di vista i problemi reali del paese, finendo per creare un danno economico che peserà sul futuro dei cittadini turesi”.

 

Come mai ha deciso di abbandonare Forza Italia?

«A livello provinciale Forza Italia ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di dare la possibilità di crescere dal punto di vista locale, bloccando la segreteria cittadina nelle mani di Tundo. Intendiamoci, non ho nulla contro Paolo Tundo, è un amico e lo rispetto, ma si sente da tempo la necessità di trovare una persona che possa portare linfa nuova nel partito, Non possiamo restare imbrigliati nella “vecchia guardia”.

Il secondo motivo è che non c’è mai stato un reale dialogo con i referenti provinciali e regionali di Forza Italia. Restare solo per mantenere il numero degli iscritti, non mi andava».

 

Abbiamo anticipato la notizia della riunione tra gli ex consiglieri di opposizione che ha convocato venerdì scorso. L’obiettivo era creare le basi per un “terzo polo” a metà strada da centrodestra e centrosinistra?

«Non era una riunione che mirava all’incontro tra i soli ex consiglieri di opposizione che hanno intenzione di riproporsi alla cittadinanza, l’invito era aperto anche alle segreterie dei partiti di centrodestra.

Le mie intenzioni sono state travisate: non ho mai voluto creare un “terzo polo”, bensì l’obiettivo era un rafforzamento del tavolo di centrodestra, che è solo il punto di partenza della futura coalizione».

 

Soddisfatto da quanto emerso in questo primo confronto?

«Si è deciso di rivedersi all’indomani del confronto tra i partiti di centrodestra, per allargare il dialogo a tutti coloro che vorrebbero far parte di un gruppo alternativo a quello che ha espresso Menino Coppi.

L’Amministrazione Coppi non doveva essere etichettata come un governo di centrosinistra, dal momento che tre componenti su quattro di Impegno per Turi erano espressione del centrodestra. Purtroppo Coppi ha fatto di tutto per far passare questa caratterizzazione politica della sua giunta; ed è per questo che dopo aver visto che il programma di coalizione veniva puntualmente disatteso, abbiamo deciso di passare in opposizione ».

 

In una precedente intervista, ha affermato di essere un “bipolarista convinto”: sinistra o destra. La lista di coalizione che ha in mente in che direzione dovrà muoversi?

«Sicuramente il punto di partenza sarà il centrodestra, ma non va precluso il coinvolgimento di tutte quelle forze di centro e di sinistra che non hanno partecipato all’Amministrazione Coppi e si sentono alternative a quel progetto. L’idea è un gruppo civico che non guardi al colore: l’uomo di sinistra e quello di destra vogliano la stessa cosa per Turi, chiaramente pensano di raggiungere l’obiettivo in modi differenti e qui spetta al candidato sindaco trovare la giusta sintesi. Del resto, se a livello nazionale possono convivere i Cinque Stelle e la Lega, che hanno visioni diametralmente opposte, non vedo perché nel Comune di Turi non possano coesistere più anime. In sostanza, quello che auspico è una lista che sappia andare oltre la politica dei partiti».

 

Non rischiate di creare una “coalizione dei singoli”, in cui idee e aspirazioni personali boicottano stabilità e continuità amministrativa?

«Un minestrone si può avere anche se si è tutti della stessa area politica. Non sfugge che all’interno del centrodestra gravitano quattro partiti – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Itali e Noi con l’Italia – che non la pensano allo stesso modo su ogni aspetto. E la stessa cosa vale per il centrosinistra.

La stabilità politica e amministrativa è garantita solo se, una volta raggiunto un programma comune, si applica in maniera rigorosa, con il sindaco che diventa arbitro del progetto e che lima le singole individualità.

Quello che Coppi non è riuscito a fare: oltre a consentire che qualcuno si muovesse come “battitore libero”, ha perso di vista i problemi reali del paese, finendo per creare un danno economico che peserà sul futuro dei cittadini turesi».

 

In che senso?

«Da fonti ufficiose ho appreso che il Comune di Turi starebbe perdendo i ricorsi che i cittadini hanno avviato sulla quantificazione dei valori veniali delle cosiddette “zone F”. Se la notizia fosse confermata, vorrebbe dire trovare il modo di far uscire dalle casse comunali centinaia di migliaia di euro per la copertura delle spese legali. La prospettiva è che potremmo rischiare il dissesto economico e dobbiamo ringraziare proprio Menino Coppi».

 

I ben informati dicono che alle spalle di questo soggetto civico ci potrebbe essere Onofrio Resta.

«Lo escludo categoricamente. Per quando mi riguarda il candidato sindaco dovrà essere un tecnico slegato dagli schemi della politica dei partiti. Onofrio Resta ha già dato il suo contributo al paese, ora è tempo di fare spazio alle nuove risorse: Turi è un’officina di giovani talenti con altissime competenze, è su di loro che bisogna scommettere».

 

Veniamo ai programmi: se dovesse pensare a tre temi qualificanti, su cosa punterebbe?

«Per prima cosa l’ordinaria amministrazione, che è sempre stato il mio cavallo di battaglia. Il secondo punto, legato al primo, è il riassetto della pianta organica affinché gli Uffici comunali siano messi nelle condizioni di lavorare al meglio. Le grandi opere non potranno mai essere realizzate se non si rimette in moto la macchina amministrativa. Un percorso lungo ma necessario dopo quattro anni di politiche deleterie».

FD

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