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L’omaggio di Christian Ligorio a Sant’Oronzo

Christian Ligorio

Il giovane ‘madonnaro’ riassume con i suoi gessetti il senso più autentico della ‘Festa Grande’: la devozione e la gratitudine


Anche quest’anno “Sant’Oronzo è passato”. La “Festa Grande” ha vissuto i suoi ultimi rituali, con la discesa del busto di Sant’Oronzo e il maestoso Carro Trionfale che lentamente ha fatto ritorno presso il Cimitero, pronto a ritornare a farsi ammirare il prossimo agosto.

Mentre tutti si spendono in giudizi e bilanci su cosa si poteva migliorare e su quello che andava evitato, il messaggio di Christian Ligorio, genuino come la sua arte e la sua giovane età, spiazza tutti ed impone di abbandonare ogni polemica.

Diciassettenne conversanese, nato da papà turese, Christian fin da piccolo si è appassionato all’iconografia sacra e al disegno. Nel tempo ha unito questi due interessi e, gessetti alla mano, ha imparato ad immortalare sull’asfalto l’effige dei Santi, diventando uno dei più promettenti “madonnari” pugliesi.

Da quattro anni vive la Festa Patronale di Turi a modo suo, colorando il pezzo d’asfalto che si staglia davanti la chiesetta di San Rocco con il suo personale tributo a Sant’Oronzo e all’intera città. Le sue parole, affidate ad un post che vi riproponiamo, ci spiegano le ragioni di questa scelta, non priva di difficoltà e rinunce, riassumendo con rara umiltà i sentimenti più autentici che dovrebbero accompagnare la Festa Patronale: la devozione e la gratitudine.

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«È strano quando ti chiedono la tua età e sei costretto a rispondere che hai diciassette anni. Ancora ci penso prima di dirlo con una certa convinzione. Tanta gente mi ha ricordato con questa domanda che quando ho poggiato le ginocchia a terra per la prima volta ad una festa patronale, di anni ne avevo solo quattordici. È strano dover ammettere che per qualche motivo sconosciuto ogni anno mi ritrovo sul tratto di asfalto davanti alla chiesetta di San Rocco. Che poi non è difficile indovinare, Turi è il mio motivo.

Christian Ligorio (2)

Ormai lo sanno tutti gli amici e i parenti che la festa più emozionante, quella che quando ne parlo mi luccicano gli occhi è Sant’Oronzo. E ormai lo sanno anche tutti quelli che “Vai ad Ostuni”, “Vai a Lecce” che non attacca con me, un sorriso ed un “No, grazie” e il 26 agosto comincia una nuova storia, sempre con lo stesso santo, le stesse persone, lo stesso paese.

Non mi basterebbe un libro per descrivere quello che per me rappresenta questa festa, poter disegnare a Turi è un privilegio perché mi ha aiutato a capire fino in fondo cosa significa essere turese, soprattutto in quei giorni quando i ragazzi sorridono in fotocamera davanti alla fontana, quando tutti seguono il carro nei suoi continui avanti/indietro per tutta Turi, quando si parla di quanto bella sia la festa che ha organizzato Marinuccio, quando alle 3 di notte ancora si passeggia sotto le luminarie in compagnia e potrei andare avanti ancora per molto.

Nato da un papà turese, fin da piccolo ho sempre ammirato Sant’Oronzo, ma solo ora che giro da un po’ qualche festa patronale in più mi rendo conto di quanto sia unica questa festa e di quanto sia fortunato ad essermi ritagliato questo spazio di qualche metro nella meravigliosa festa grande di Turi.

Christian Ligorio (3)

Provo ogni anno a spendere parole più belle possibile per questo paese nonostante soffra parecchio, e quest’anno più delle altre volte avrei voluto scrivere questo post di ringraziamento il prima possibile. È bello fare il madonnaro, ma costa parecchio, non per le mani che bruciano e le gambe distrutte, quanto per non poter correre dietro al carro e vivere tutto ancora da più vicino. L’affetto che ricevo però, distoglie abbondantemente dal sacrificio e fa sì che ogni volta mi metta di nuovo a lavoro, anche quando non ne ho più, che il disegno sia più grande anche se ci vorrà più tempo, che tutto sia stupefacente anche se mi preoccuperò per il meteo, anche se mi dovrò scontrare con qualcosa più grande di me.

È strano che questa festa sia diversa, ma è questa stranezza che la rende speciale, perché se disegnassi così in ogni paese, se si corresse dietro al carro ad ogni festa patronale, se ci fosse un Marinuccio per ogni comitato feste, se ci fossero solo turesi al mondo, allora Sant’Oronzo non sarebbe più Sant’Oronzo e non riesco a pensare ad una cosa peggiore.

Grazie ancora una volta a Turi, ai Turesi, spero di essere stato all’altezza di questa edizione della festa, i quasi sei metri per quattro che vi ho lasciato nei pressi della villa sono il mio regalo per tutto ciò che mi avete trasmesso in questi cinque giorni di festa. Il prossimo anno sarò ancora qua, promesso».

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