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Cultura

“Suicidio per mancanza di prove”

Carolina Orlandi

Carolina Orlandi ripercorre i misteri della morte del padre, capo della comunicazione della banca Monte dei Paschi di Siena


Giovedì 26 luglio, alle ore 20.00 presso il Chiostro delle Clarisse, Alina Laruccia, presidente dell’associazione Didiario, converserà con Carolina Orlandi, autrice del libro “Se tu potessi vedermi ora” (edizioni Strade blu).

Definito un “memoir bruciante”, l’esordio letterario della Orlandi racconta la storia del padre David Rossi, responsabile dell’area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, morto il 6 marzo 2013 in circostanze sospette, frettolosamente archiviate come suicidio.

La vicenda viene osservata dal punto di vista inedito, quello di una figlia che si scontra con l’invadenza del ‘racconto mediatico’ dello scandalo che travolge la banca senese e gli interrogativi che, sempre più fitti, aleggiano sulla ricostruzione di quel “suicidio che non quadra”.

 

La trama

«Un mese prima, David guardò mia madre negli occhi e le disse: “Avevi ragione. Se scampo questa, lascio tutto e inizio a fare solo quello che mi dici tu”.» Ma la sera del 6 marzo 2013 David Rossi, influente responsabile dell’area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, precipita dalla finestra del suo ufficio nella storica sede della banca, nel pieno dello scandalo che ne avrebbe segnato il declino. La sua morte viene archiviata come suicidio, anche se fin dall’inizio emergono aspetti inquietanti nella dinamica della caduta e nei suoi retroscena: contraddizioni, dettagli controversi, reticenze, imperdonabili leggerezze.

Libro Orlandi

“Se tu potessi vedermi ora” è un memoir bruciante, scritto nel nome del padre, il gesto necessario di una figlia per dissipare le ombre di una vicenda che, se per molti è soltanto cronaca, per lei è la vita stessa, da quando, sedici anni prima, David vi è entrato come marito di sua madre. Una vita privata e poi, traumaticamente, pubblica, in cui tutte le certezze sono diventate domande.

Carolina, oggi venticinquenne, consegna una parte finora invisibile della storia di David Rossi, raccontandolo dall’interno, come padre, marito e uomo: colto, ironico, integro e taciturno, con le sue passioni e i fantasmi che lo circondavano nei giorni prima della fine. E lo fa con gli occhi asciutti di chi è già abituato a lottare e vuole conoscere la verità. I ricordi personali si mescolano alle indagini giudiziarie e l’amaro stupore si trasforma in forza e consapevolezza a mano a mano che inizia a occuparsi della vicenda in prima persona.

La disamina di ogni particolare fuori posto – le telefonate misteriose, i foglietti attraverso i quali David le parlava, gli abiti distrutti, il computer violato, i probabili «testimoni» ancora senza volto della sua agonia – si fonde con l’elaborazione impossibile di un lutto e il silenzio di una città intera, Siena, fino ad assumere i drammatici contorni del primo incontro di una giovane ragazza con la crudeltà e l’ingiustizia del mondo.

«Una sera, a tavola, ti ho chiesto come mi sarei dovuta muovere, un giorno, se avessi voluto scrivere un libro. E tu, con aria apparentemente disinteressata, mi hai detto: “Intanto per scrivere un libro bisogna aver qualcosa da raccontare”. Quella sera la presi come una mancanza di fiducia nei miei confronti. Oggi io racconto la più dura delle storie. La tua».

L’autrice
Carolina Orlandi (Siena, 1992) ha studiato comunicazione e giornalismo, prima all’Università di Siena, poi alla Scuola Holden di Torino. Appassionata di viaggi e reportage, oggi è impegnata nella narrazione scritta e audiovisiva intorno alle vittime di giustizia e alle loro storie.

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