Il Festival del Belcanto potrebbe ‘saltare’
Il silenzio dal Palazzo Municipale mette a rischio l’organizzazione dell’ottava edizione
Sono parole dure quelle che ha usato Ferdinando Redavid, direttore artistico dell’Accademia “Chi è di scena!?” di Turi, incontrato nel pomeriggio di martedì 10 luglio presso la sede della sua scuola. Sono dure le accuse che lancia nei confronti della situazione culturale attuale, una situazione piatta, spenta, silenziosa; una condizione turese che vede la cultura messa da parte in nome di necessità e di poche vetrine.
“Se la situazione non si sblocca – apre Redavid in cosa consisterà l’estate turese? Si risolverà tutto nella sola festa patronale?”.
Ricostruiamo i fatti
Era il mese di maggio e come ogni anno, questo l’ottavo, per precisione, Redavid ha chiesto un sostegno da parte dell’Amministrazione per poter affrontare le spese dell’ormai consolidato e celebre Festival del Belcanto.
“Nell’occasione – ci spiega – ho parlato direttamente con il Commissario Cantadori il quale mi ha informato che avrebbero finanziato solo le manifestazioni principali, quali, in questo caso, la scorsa Sagra della Ciliegia Ferrovia e la Festa di Sant’Oronzo”.
Tutto il resto, quindi, si sarebbe dovuto svolgere senza un sostegno comunale e nella totale autogestione economica delle diverse associazioni locali che possono far riferimento, quindi, ai soli sponsor.
“Ma questo, per il Festival, non è possibile. I costi per la sua realizzazione sono difficilmente raggiungibili con l’aiuto degli sponsor e, considerata la sua fama nel panorama artistico musicale, merita una considerazione da parte dell’Amministratore. Negli anni – rinnova il direttore – abbiamo portato a Turi artisti di fama internazionale; nomi del calibro di Eva Mei, Roberto De Candia, Adriana D’Amato, Lorenzo Decaro e Dario Di Vieri. Con loro ed altri professionisti abbiamo realizzato delle Masterclass. Negli anni, il Festival ha raggiunto una certa rilevanza a livello artistico e sarebbe un vero peccato non poterlo realizzare quest’anno”.
Questa, però, appare essere la prospettiva più realistica. Infatti, da quel primo incontro sono trascorse settimane e alle continue richieste del direttore dell’Accademia di acconsentire e sostenere il suo Festival non sono più giunte risposte. “Chiaro quindi che l’appuntamento estivo non ci sarà e mi dispiace per tutti coloro che raggiungevano Turi per assistervi. Se non troviamo una data, e quindi non si potrà realizzare a settembre o ottobre, sicuramente l’ottava edizione salterà”.
Toni di rammarico, quelli impiegati, uniti alla delusione di veder cadere nell’oblio un lavoro che impegna l’Accademia, l’Orchestra e tutti gli artisti e musicisti che hanno solcato negli anni il palco in piazza Antico Ospedale. “Non possiamo far morire il Festival – rilancia, facendo appello al possibile impegno di spesa che il progetto “Cuore di Banda” può fornire. “Quale sarà l’indirizzo di quel finanziamento al quale ho partecipato anche io? Sarà destinato alle sole bande della festa patronale? Sarà indirizzato alle bande di Turi oppure verrà impiegato anche per le associazioni turesi? Con quel finanziamento potrebbe essere finanziato anche il nostro Festival, senza gravare sulle casse comunali”.
Nessuna risposta, anche su questo versante, è stato data all’organizzatore, che continua a ringraziare quegli sponsor che ogni anno dimostrano la loro fiducia verso il lavoro dell’Accademia. “Questo però non basta. Uno spettacolo del genere necessita di numerose spese. Pertanto mi rivolgo a tutti gli imprenditori locali, come anche ai membri dell’Associazione TuriAttiva, affinché possiamo incontrarci per sviluppare un programma che non faccia morire l’estate turese e il Festival del Belcanto”.
Se questo sarà possibile grazie al sostegno degli imprenditori locali, l’idea sarebbe di spostarlo a settembre, con la Sagra del Borgo Antico e sfruttare la Chiesa Madre per evitare spese di palcoscenico e luci. L’invito quindi è a non far morire un Festival che negli anni ha dato onore a Turi, portando artisti ed uno spettacolo di gala di grande valore.
“Mi auguro – conclude Redavid – che con la nuova Amministrazione possa tornare ad avere la giusta considerazione e sia superato il momento di crisi che Turi sta vivendo”.
Ne approfittiamo quindi per chiedere chi vedrebbe come futuro assessore alla cultura di Turi e chi indica come buon leader e Sindaco. “Turi ha sì bisogno di svecchiare la classe politica, ma allo stesso tempo ha bisogno di persone esperte nel loro lavoro. Di giovani con esperienza, non ragazzi che non hanno mai avuto modo di conoscere e farsi strada in un settore lavorativo. Se mi chiede dei nomi, direi due donne… Sicuramente se parlo di un assessorato alla cultura vedrei Annalisa Rossi, una donna che con il suo curriculum e la sua esperienza può dare nuova linfa alla cultura turese. Al suo fianco, nel ruolo di Sindaco, vedrei benissimo Tina Resta, anche lei una donna dal profondo spessore umano, molto preparata e soprattutto vicina alle necessità turesi”.