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Don Ciccio va via da Turi

Don Ciccio a Parigi


Al suo posto arriva don Giuseppe Dimaggio.
Intervista a don Ciccio: “Siamo tutti in cammino e nessuno è perfetto…”

 

don Giuseppe Dimaggio

“Siamo tutti in cammino e nessuno è perfetto”. Risponde così, don Ciccio Aversa, alla domanda sul rapporto tra i parroci a Turi. In particolare sul rapporto con l’arciprete. “Noi siamo tre parroci che hanno collaborato insieme nel rispetto e nel dialogo. Non siamo uguali, ognuno di noi ha il proprio carattere e il proprio modo di pensare, ma ci siamo sempre impegnati per creare serenità e tenere le tre Comunità unite”.

Don Ciccio va via, dopo due anni di ministero presso la Comunità parrocchiale “Maria SS.Ausiliatrice” di Turi. Il vescovo Giuseppe Favale gli ha affidato un nuovo cammino al Sacro Cuore di Conversano.

Al suo posto arriva don Giuseppe Dimaggio (nella foto a destra). Intanto, i ‘preti giovani’ sono in vacanza a Parigi, e siamo riusciti a contattare don Ciccio scambiandoci alcuni messaggi su WhatsApp per questa intervista.

 

Come sono stati questi due anni a Turi?

“Sono stati anni in cui ho donato quello che potevo con gioia e passione, ma sicuramente ho anche ricevuto tantissimo dalla gente. Ho cercato con i miei pregi e difetti di crescere nella fede con la mia Comunità. Ringrazio il Signore per tutto”.

 

Cosa le mancherà di più di questa esperienza?

“Ogni esperienza è diversa dall’altra e credo che ci si possa sentire vicini in tanti modi, soprattutto quando si coltivano rapporti maturi e sereni. L’Eucarestia che celebriamo ci unisce sempre… Sentire la mancanza è umano ma la gente appartiene a Dio e bisogna saper cedere il passo a chi viene dopo con libertà interiore e fede”.

 

Com’è stato il rapporto con la città?

“Una città genuina che conserva ancora tanti valori importanti. Credo che se si unissero maggiormente le forze, si potrebbe fare anche meglio. Ci sono tante potenzialità: rapportarsi alla città significa piano piano comprenderne la storia, cercando di fare passi in avanti. Ho avuto un buon dialogo anche con le Istituzioni pur mantenendo la mia identità di prete. Credo che lavorare per il bene comune debba essere un impegno di tutti anche tra mille difficoltà”.

 

E con l’arciprete don Giovanni?

“Noi siamo tre parroci che hanno collaborato insieme nel rispetto e nel dialogo. Non siamo uguali, ognuno di noi ha il proprio carattere e il proprio modo di pensare, ma ci siamo sempre impegnati per creare serenità e tenere le tre Comunità unite. Nelle Comunità non ci devono essere rivalità… né gare a chi conta maggiormente. Siamo tutti in cammino e nessuno è perfetto”.

 

L’Oratorio è uno spazio indispensabile per il paese. Cosa manca ancora a Turi?

“I bambini fanno l’Oratorio… loro sono protagonisti con il cuore semplice e la gioia pura. L’oratorio non è solo uno spazio ma è la vita dei bambini, la vita delle famiglie e di tutti gli animatori giovani e adulti. Che con passione spendono il loro tempo. Ringrazio tutti. Per quanto riguarda la logistica bisogna curare maggiormente gli ambienti, tenerli a norma, fare sempre una buona manutenzione. È casa nostra, dobbiamo fare qualche altro sacrificio anche per la Chiesa. Sono cambiati i tempi e anche le esigenze. Non possiamo rimanere sempre ancorati al passato senza cambiare qualcosa… bisogna cambiare senza avere timore. Ma dobbiamo crederci e darci da fare”.

 

La Comunità parrocchiale si era ormai affezionata a lei e i distacchi sono sempre traumatici. Che messaggio vuole dare a loro?

“La mia Comunità conosce i mie difetti ma anche i miei pregi. Io ho fatto tante cose buone ed ho anche sbagliato come ogni essere umano, ma sono fortemente convinto che l’Eucarestia è tutto..non solo nella vita di un prete ma nella vita di ciascuno… di tutti, anche di coloro che per tanti motivi non vengono mai in chiesa a cui va il mio rispetto. Auguro alla mia Comunità di ritrovarsi sempre intorno all’Eucarestia… e di non perdere la fede anche quando rimaniamo delusi e feriti. Se si perde di vista Gesù, diventa tutto scontato e triste”.

 

Polignano le manca ancora?

“Polignano fa parte del mio percorso di vita… Lì ho vissuto un altro tempo della mia vita di cui ringrazio il Signore”.

 

Cosa l’aspetta a Conversano?

“Vado a Conversano come parroco del Sacro Cuore. Sono sereno e desidero entrare nella vita della Comunità con garbo e rispetto. Conosco già Conversano perché lì ho frequentato la scuola media e il liceo classico. Inizio con fiducia questo cammino”.

NICOLA TEOFILO

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