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Attualità

“Un campo di accoglienza esemplare”

Campo migranti 2018

Un regolamento interno e controlli stringenti sui lavoratori
ospitati all’interno dei 41 moduli abitativi

 

Martedì 22 maggio il campo di accoglienza è entrato in funzione, dando ospitalità a 136 lavoratori in possesso di regolare permesso di soggiorno e di contratto di lavoro. Ad annunciarlo il Commissario Cantadori che, nell’intervista che vi proponiamo, spegne molte delle polemiche che si sono susseguite nell’arco degli ultimi giorni.

Ad iniziare dalla constatazione che l’intervento posto in essere “ha pochi uguali in Italia”, e non solo per ragioni strutturali ma anche per il sistema di censimento e controllo che è stato elaborato. Ad un regolamento interno, cui bisogna attenersi pena l’allontanamento, si sommano le operazioni di censimento degli assegnatari. Un passaggio strategio per uno studio serio del flusso migratorio stagionale: grazie al controllo dei contratti “è possibile conoscere con immediatezza chi sono i datori di lavoro che utilizzano la manodopera” e, in prospettiva, ragionare su chi debba sostenere i costi dell’accoglienza.


I moduli abitativi sono stati installati a fine maggio, quando manca meno di un mese alla fine della stagione cerasicola. Nel frattempo, come accade da almeno tre anni a questa parte, i migranti stagionali hanno dovuto trovare sistemazioni di fortuna. Da cosa è dipeso il ritardo?

“Per la precisione, gli ultimi due moduli abitativi dei 41 totali previsti, messi a disposizione dalla Regione, sono stati consegnati il 22 maggio e il giorno stesso, in pochissime ore, sono stati collegati agli impianti e resi operativi. Fino a quando non fossero arrivati gli ultimi moduli non sarebbe stato possibile ultimare gli allacci ed effettuare il collaudo finale a chiusura del cantiere, quest’ultimo necessario per legge prima di consentire ai lavoratori di entrare negli alloggi. Non parlerei quindi di ritardi, anzi, dobbiamo ringraziare la Regione che si è prodigata nel reperire i moduli e a farli arrivare a Turi dalla Sicilia. Vorrei aggiungere, con qualche motivo di orgoglio, che l’intervento effettuato ha pochi eguali in Italia, se si escludono situazioni di calamità, e che lo stesso è stato presentato come esempio nel corso di un importante incontro al Viminale”.


Quanti sono i lavoratori complessivamente ospitati?

“Il 22 maggio i lavoratori stranieri sono potuti entrare nei moduli. Questa era la data che già da tempo avevamo comunicato alla Prefettura e a tutti gli organi competenti e la scadenza è stata rispettata. È stata una corsa contro il tempo, se si pensa che gli ultimi moduli ci sono stati consegnati nella tarda mattinata e che prima di sera erano già allestiti, collegati ai servizi, collaudati, e assegnati ai lavoratori. L’insediamento dispone di 136 posti letto, assegnati ai lavoratori in possesso di regolare permesso di soggiorno e di contratto di lavoro”.


Come è stato organizzato il censimento per regolare l’accesso al campo?

“Il censimento è effettuato dalla Associazione di volontariato “Noi e Voi onlus” di Taranto, che ha già un’ampia esperienza nel settore. L’Associazione ha inoltre il compito di registrare i lavoratori sia in entrata che in uscita. Il tutto con la collaborazione della Polizia Locale e dei Carabinieri. Un elemento di novità è costituito dal regolamento, che dovrà essere rispettato da ciascun ospite. Chi non si atterrà alle regole sarà allontanato”.


Avete avuto modo di raccogliere informazioni che consentano di comprendere chi utilizza la manodopera stagionale?

“In base ai contratti di lavoro presentati dai lavoratori è possibile conoscere con immediatezza chi sono i datori di lavoro che utilizzano la manodopera”.


Siete venuti a conoscenza di situazioni di impiego irregolare degli stagionali?

“Il 18 maggio si è tenuto a Bari il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, molto opportunamente convocato dal Prefetto e, in tale occasione, è stato affrontato anche questo argomento. Posso dire che Guardia di Finanza e Ispettorato del lavoro stanno svolgendo accertamenti e che ogni giorno viene eseguito un buon numero di controlli. Non si tratta solamente di aspetti fiscali, è nell’interesse di tutti sapere chi viene a Turi a lavorare”.


L’Ente ha sostenuto i costi della predisposizione dell’area, che ora risulta a tutti gli effetti attrezzata e dotata delle varie utenze. Avete valutato di ‘capitalizzare’ queste opere per altre future esigenze?

“È giusto che si sappia: il costo finale dell’insediamento si aggira sui 100 mila euro e comprende la realizzazione dei basamenti, gli allacci idrici, fognari ed elettrici, il gruppo elettrogeno, i servizi di portineria, di controllo e di vigilanza, la disinfezione di bagni e docce, i consumi e la recinzione dell’area. Le opere fisse potranno essere utilizzate anche in futuro, per cui le relative spese sono state affrontate una volta per tutte. Anche i moduli rimarranno in comodato al Comune, quindi potranno essere riutilizzati.

Il costo non è totalmente a carico del Comune, dal momento che la Regione ha già stanziato un contributo di quasi 60 mila euro e, devo dire, contiamo che la partecipazione regionale possa ancora aumentare. Si tratta in ogni caso di somme ingenti per il Comune di Turi, che gravano pesantemente sul bilancio, per questo durante il Comitato in Prefettura ho chiesto alle Associazioni dei produttori di contribuire a sostenere una quota delle spese. Come ho già osservato in precedenti occasioni, la parte pubblica sta affrontando spese per attività che sono private: c’è tutta la disponibilità a sostenere la campagna cerasicola, che costituisce un’importante risorsa per il nostro territorio, ma occorre rivedere la questione in termini più equi per le casse comunali. Confidiamo che le Associazioni dei produttori comprendano questa necessità, diversamente dovremmo assumere decisioni conseguenti”.


Sempre a proposito delle spese affrontate, il Comitato Turi Città Futura ha sottolineato polemicamente che con i circa 40 mila euro stanziati si sarebbero potuti risolvere alcuni dei problemi che da tempo affliggono i turesi.

“Ogni volta che si assume una decisione ci sarà sempre chi sostiene che le priorità sono altre. Quando mi sono insediato insieme ai colleghi ci siamo trovati di fronte a un lavoro già avviato dalla precedente amministrazione e concordato con la Prefettura e la Regione. Abbiamo condiviso quanto era stato fatto e, seppur con alcuni aggiustamenti, siamo andati avanti. L’alternativa sarebbe stata di lasciare allo sbando i lavoratori stranieri, con conseguenze immaginabili e in parte già conosciute durante gli scorsi anni. Ciò detto, è innegabile che l’intervento realizzato dal Comune comporta costi elevati e, per questo, insisto che al cospicuo contributo della Regione si aggiunga quello delle Associazioni dei produttori che, in definitiva, sono coloro che traggono vantaggio dall’impiego della manodopera”.


Cambiando argomento, il console Abbinante si dice sicuro che papa Francesco arriverà a Turi il 7 luglio, in occasione della visita programmata a Bari. Avete avuto conferme?

“Sarei felice se le parole del console trovassero conferma, ma fino ad oggi non abbiamo segnali concreti in questo senso e i contatti che abbiamo lasciano intendere che non ci sono decisioni già prese”.

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