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Politica

La verità di Giusy Caldararo

Giusy Caldararo

L’ex assessore ripercorre il suo operato. “Non mi sento più parte del PD”

È necessario ora, stabilire un margine di verità, sicuramente personale e peraltro difficilmente confutabile (documenti a disposizione), rispetto a quanto accaduto in questi 4 anni di mandato amministrativo, consapevole di quanto tali dichiarazioni andranno a determinare.

Si chiude un’esperienza di cui è giusto darne contezza ai Cittadini, soprattutto a quelli che hanno confidato in me quattro anni fa circa, affidandomi un compito in cui ho creduto fin dal primo momento.

Cominciata con tanto entusiasmo, per costruire e per cambiare, l’esperienza amministrativa ha visto fin dai primi tempi la mia persona impegnata su diversi fronti, quello scolastico e quello sociale.


OBIETTIVI E PROGETTI

Tanti gli obiettivi dell’Assessorato all’Istruzione:

– dal Regolamento trasporto scolastico riscritto e rivisitato, al fine di disciplinare la partecipazione dell’utenza attraverso criteri uguali per tutti,
– al Regolamento per l’istituzione della Commissione mensa, mai realizzata prima, con lo scopo di controllare e verificare quanto somministrato a mensa ai nostri alunni. Grazie alla collaborazione di genitori e docenti si è, via via, cercato di comprendere quale strumento operativo e costruttivo fosse la Commissione mensa. Non pochi gli attacchi mediatici subiti quasi quotidianamente, ma superati grazie alla fattiva collaborazione di tutti. Controllando i pasti quotidiani attraverso il sistema informatizzato si è riusciti a risalire a quanti, pur non avendo diritto, usufruivano di pasti senza averne titolo e a spese delle casse comunali. Un lavoro capillare che ha permesso di risparmiare sul bilancio comunale considerevoli cifre.

Ogni anno di Amministrazione, poi, è stato caratterizzato anche dalla decisione da parte del Consiglio Comunale, inerente il Piano di Dimensionamento Scolastico, e, nonostante i tempi e i ruoli cambiati, tale argomento mi impegna ancora molto.

Il Sindaco e l’Assessore all’Istruzione (la sottoscritta) si sono confrontati con le posizioni della Scuola Secondaria di II grado “ITES – Sandro Pertini” di Turi, delle diverse Istituzioni scolastiche e con alcuni vertici di Partito (PD) sempre nell’intento di salvaguardare l’interesse della collettività turese e scolastica.

Diverse anche le progettualità come:

– il Progetto SAC, portato in tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio,
– il Progetto delle Ecolimpiadi precursore del progetto per la raccolta differenziata in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente,
– la partecipazione dell’Istituto Comprensivo alla Sagra delle Ciliegie,
– la serata di beneficienza con il mercatino di Natale in cui si è raccolto un importo di 2.363,23 da devolvere alle famiglie in carico ai servizi sociali per l’acquisto di medicinali,
– la formazione della Consulta sociale composta da tutte le Associazioni che volgono al sociale,
– il progetto delle Cassette di Leandro che ha permesso l’inclusione vera delle diversabilità nella quotidianità didattica,
– il Consiglio Comunale dei ragazzi,
– tanto altro lavoro che, per economia di relazione, non viene riferito e riportato ma che costituisce, anch’esso, un solido e fondato riferimento all’attività svolta dalla sottoscritta, a vantaggio dell’interesse pubblico e della comunità turese, nessuno escluso.

Invece, il lavoro sul Capitolato per il bando per la mensa scolastica merita una nota a parte.

La novità dei lunch-box ha creato non poche frizioni in Maggioranza tanto da arrivare persino sulla carta stampata. Ma quando si collabora le prospettive di visione cambiano, così l’intera Maggioranza ha rivisto la sua posizione sull’argomento.

L’epilogo lo conosciamo tutti.

 

POLITICHE SOCIALI E SCUOLE

Nell’ambito sociale si affrontano grandi difficoltà:
– minori (apertura del CAP che come struttura andava rivisitata e riallocata),
– CAV (apertura del Centro antiviolenza),
– disabili (apertura del centro),
– anziani,
– famiglie in difficoltà,
– famiglie con esigenze abitative,
– il Progetto RED in rete con l’ambito territoriale di Gioia del Colle, oltre a garantire tutti i servizi di assistenza domiciliare o supporti economici e alimentari per nuclei indigenti o famiglie in difficoltà con minori da istituzionalizzare o servizi quasi ritenuti scontati come le Colonie marine per minori e le Terme per anziani.

Non è da trascurare il lavoro intrapreso e concluso per regolamentare i criteri per i bandi per la gestione del Centro Sociale Polifunzionale, struttura ereditata dalle precedenti amministrazioni e che hanno visto l’Assessorato impegnato a stabilire criteri e tariffe da condividere con i Comuni dell’ambito territoriale di Gioia del Colle (lavoro non di poco conto considerando che nel passato nulla era stato deciso o deliberato).

E, per dimostrare che la responsabilità deve essere piena e completa e senza escludere alcuno, l’azione amministrativa ha visto porre definitivamente fine alla questione della “CASA DEL CUSTODE” presso l’Istituto Comprensivo “Resta De Donato Giannini”. Struttura priva di certificazione di agibilità, da anni abitata, senza un contratto di locazione firmato e registrato agli atti dell’Ente Locale.

La determinazione della Caldararo in collaborazione con il Sindaco e gli Uffici di competenza, ha permesso di regolarizzare tale situazione rimasta in piedi per circa 20 anni e di cui nessuno se ne era occupato prima. Eppure tutte le utenze erano a carico dell’Ente locale, quindi i diversi amministratori che si sono succeduti nel tempo, avrebbero dovuto rettificare il tutto in quanto spese ingiustificate a carico del bilancio comunale.

Adesso tutto è in regola!

Ma queste sono difficoltà, che gli occhi comuni non vedono, ma solo gli animi colpiti te ne sono, col tempo, grati. Queste non sono opere pubbliche di cui parlare o di cui vantarsi, anzi spesso non ci si accorge nemmeno della loro risoluzione.

 

LAVORATORI STAGIONALI

Tuttavia la difficoltà maggiore la si affronta con l’accoglienza dei lavoratori stagionali e la Caldararo (dopo essere stata accusata di non volersi sporcare le mani durante la campagna cerasicola dell’anno precedente) in qualità di Assessore alle Politiche Sociali affronta il problema e lo gestisce scrivendo persino al Governatore Emiliano in quanto il Partito (PD) le dice che non sa a chi rivolgersi per ottenere tende e containers.

Non si riceve alcun supporto. Su questo argomento si scrive fino alla nausea, ma nessuna difesa o appoggio a quanto si cercava di fare e costruire.

Il Partito preferisce che l’Assessore ai Servizi Sociali faccia da sola, forse troppo pericolosa come situazione da gestire, anche se l’anno precedente si organizza addirittura un incontro – dibattito sul tema con l’Assessore Regionale al Welfare.

 

DA INDIPENDENTE A TESSERATA PD

Ma torniamo alla politica.

Da indipendente nella Maggioranza, la Caldararo si iscrive al Partito Democratico.

La Maggioranza lo considera un grave errore che pur compromettendo gli equilibri, non lascia segni distruttivi a sinistra. Avrei dovuto ascoltare chi mi aveva consigliato che non erano i tempi giusti? Forse!

L’azione amministrativa procede tra urti, errori e progressi … il tempo scorre e la Caldararo riesce persino a limare il suo carattere piuttosto spigoloso e determinato che rischia di farla primeggiare a dispetto di altri e che la porta a collaborare con l’intera coalizione, dimenticando attacchi e discussioni anche personali, comunque rimarcando la sua personale posizione in ogni circostanza amministrativa e garantendo, nel contempo, massima fiducia, collaborazione e lavoro al Sindaco e all’intera Maggioranza.

Non vanno infatti dimenticati episodi o decisioni che hanno costretto la Caldararo ad abbassare la guardia per il famoso bene comune come l’articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno per l’accoglienza dei lavoratori stagionali (di cui non ricordo una difesa pubblica dell’Assessore del Pd da parte del Partito) o gli argomenti relativi al “Regolamento dell’Amministrazione Condivisa” e alla “ Casa delle idee” che la Caldararo ha contrastato non nel contenuto, ma per modalità (in quest’ultimo caso il partito di appartenenza mi invita in modo solerte a non imporre la mia idea e mi obbliga ad apporre la firma sulla delibera di Giunta Comunale, pena la “caduta” della maggioranza).

 

IL RIMPASTO DI GIUNTA

Altro momento significativo che vede la Caldararo protagonista è il rimpasto della Giunta a settembre 2016.

L’uscita dell’Assessore al Bilancio e compagno di Partito, determina una grave frattura e difficoltà politica, peraltro mai fatta pesare veramente, che impone la presenza almeno di un assessore del Pd all’interno della composizione della Giunta. Questa situazione mescola le carte da gioco, che doveva andare, secondo altri accordi, diversamente, ovvero al rimpasto doveva saltare il posto della Caldararo.

La Caldararo preferisce magari alternare la sua presenza nell’organismo deliberante dell’Amministrazione e propone un’altra consigliera di maggioranza ancora iscritta al Pd, ma il Partito non accetta. Strano poi, la stessa consigliera la si tira in causa in tempi ormai superati, quando si deve porre all’attenzione dell’opinione pubblica quanto abbia sacrificato il PD.

Così si procede assumendosi, ancora una volta, le proprie responsabilità.

 

LE PRIMARIE

Arriva poi il momento politico delle primarie nel Pd e la posizione della Caldararo compromette i suoi rapporti con il Partito in quanto esprime il suo voto per il Ministro della Giustizia, On. Andrea Orlando.

L’espressione di voto diversa, rispetto a quella della maggioranza del Partito incrina ancora di più i difficili dialoghi.

Si delinea, così, un distaccato e repentino allontanamento con il Partito che dichiara ai giornali (almeno questo si legge e mai smentito) che vigilerà sull’operato dell’Amministrazione (e quindi del “suo” Sindaco, Assessore e Consigliere) piuttosto che affermare di supportare, sostenere e collaborare con i suoi iscritti in maggioranza.

Un Partito (il PD) che non si è mai posto come scudo del Sindaco e dell’Assessore, ma come arco e frecce pronte a scoccare.

Una vera e propria presa di distanza, almeno questo è quello che ho sentito intorno a me.

Successivamente si compone la Segreteria del Partito Democratico nel Circolo locale. La comunicazione della composizione arriva sulla chat di whatsapp. Non una riunione, non una condivisione, non un confronto. Solo una presa d’atto. Ne rimango dispiaciuta e lo comunico sulla chat. Avrei voluto partecipare ad una riunione in cui magari, dopo, si sarebbe potuto applaudire gli eletti alla segreteria.

La Caldararo rimane fuori perché troppo impegnata in Amministrazione. Questa la motivazione! Altri iscritti al Partito e presenti in Maggioranza, sono all’interno della Segreteria, forse, perché con incarichi istituzionali meno gravosi. I giornali sull’argomento, versano fiumi di inchiostro aiutati dai famosi commenti postati sui social che inebriano la mente di chi legge. E c’è chi cade nella trappola e mostra il fianco a chi non aspetta altro!

Ci si serve dei social per comunicare con post che non hanno il sapore della collaborazione, piuttosto il retrogusto dell’attacco e poco ci si sente protetti all’interno di un gruppo che, sapendo navigare, potrebbe almeno condividere il lavoro del suo Assessore o difenderlo quanto se ne ravvisi la necessità almeno politica. Non ci si può ricordare di avere un Assessore in Giunta solo quando torna utile.

 

IL PONTE, CROCE E DELIZIA DI TANTI

Per completare la difficile e compromessa situazione si pone di mezzo il famigerato “Ponte di Via Conversano” ovvero di Lama Giotta. Un progetto deliberato dalla “Giunta Resta” che abbiamo forzatamente adottato per farne un cavallo di Troia.

Croce e delizia di tanti, ma non di tutti.

Il Partito Democratico assume una posizione piuttosto ferma, decisa e decisiva. Il resto della Maggioranza si pone in disaccordo e in questa querelle la Caldararo pur essendo convinta che la suddetta “opera d’arte” necessiti di un intervento migliorativo, non avendo competenza ingegneristica in merito, comunica al coordinamento del Partito in una riunione, che si affianca con tutti gli altri Consiglieri all’idea di voler chiedere un parere tecnico ad una figura competente esterna ponendosi così in contrasto con il Consigliere PD e tutto il Partito Democratico.

Da questo momento le posizioni sono nette.

Il Partito si incontra, lavora, presenta progetti all’attenzione della Maggioranza, vedi la manifestazione di interesse per i POLI DELL’INFANZIA, ma l’Assessore è messa al corrente a lavori conclusi.

Il Partito “propone/impone” anche il cambio dei Capi Settore all’Ufficio Tecnico, la maggioranza dei Consiglieri non è d’accordo in quanto si presume non possa portare ad esiti sperati. Ma si procede comunque a tale rotazione, per il bene e la tranquillità interna del gruppo, affinché si possa lavorare più fattivamente e in modo collaborativo.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Senza tralasciare il primo vero pretesto da cui tutto il dissapore ha avuto origine, ovvero la posizione della Caldararo in Giunta che non ha firmato e, di conseguenza, bloccato una progettualità per il recupero dell’intera area di Via Dell’Andro, in quanto non veniva assicurata l’onestà, la trasparenza e l’estraneità dei firmatari della delibera. Tale decisione non piace al Partito e diventa motivo di ulteriore discussione.

Non mi soffermerò su quanto accaduto successivamente, lascio alla fervida immaginazione del lettore intuirne il seguito.

 

IL RUOLO DI UN PARTITO

Così comincio a riflettere… a dare spazio nuovamente alle mie idee politiche e alla mia libertà di pensiero considerando che quella riservata all’azione è ampiamente garantita dal Partito.

Allora ci si chiede:

– Cosa è un Partito?
– Che ruolo dovrebbe avere?
– Da chi deve essere composto, quali le competenze e le funzioni?
– Come dovrebbe esprimersi avendo nella maggioranza di una amministrazione comunale come rappresentanti il primo cittadino e due consiglieri?

Ecco le MIE risposte:
– Un partito, per me, è un gruppo di individui, coeso e compatto di fronte a tutti i problemi e tutte le vittorie.
– E’ gestito normalmente da una Segreteria e da un Direttivo piuttosto eterogenei nelle idee e nelle progettazioni per far in modo di rappresentare la pluralità degli iscritti.
– E’ rappresentato e non gestito, da un Dirigente di partito, non da un leader: il primo racchiude e rappresenta le idee di tutti, il secondo decide rispettando le sue idee e le fa eseguire al suo seguito (abbraccio completamente il pensiero di Luciano Violante).
– Un partito aiuta, supporta, collabora e si confronta cercando mediazione tra le parti, ascoltando quello che hanno da dire quelli che la pensano in modo diverso, non impone e non si impone quando esistono le realtà eterogenee, cerca il punto di incontro e non dello scontro.
– Un partito è l’espressione più alta di democrazia. E’ costruzione di un pensiero comune, in modo graduale e sinergico, condiviso e collaborativo dove tutti e ciascuno possano esprimersi anche nella difesa di un’idea diversa. Le differenze arricchiscono e pertanto vanno incluse e non escluse.

Questa l’idea che mi piace pensare di portare come eredità di questa esperienza politica e amministrativa, che sicuramente sarà per me la base da cui ripartire al più presto per metterla al servizio di chiunque e della collettività.

Questa la mia visione, forse troppo utopistica, non ancora realizzabile viste le difficoltà, ma che credo debba essere ora esternata non tanto per essere condivisa con l’opinione pubblica e neanche per determinare consensi o applausi, piuttosto per lasciare a chi leggerà una briciola di esperienza che nasce sempre laddove si compiono le azioni anche se suscettibili di critiche.

Pertanto, alla luce di quanto accaduto e rispetto al doveroso silenzio osservato in tutto questo tempo, ritengo giusto che i cittadini conoscano l’altra verità, quella mai ostentata quotidianamente sui social o sui giornali, quella sottaciuta per il bene del gruppo e non per la “poltrona” di cui tanti hanno parlato, quella che è giusto dire adesso che è tempo di verifica, quella che molti si sforzeranno di dare al posto tuo, quella che se non dici ti prendono per stupida, quella che è bene gridare quando non è ancora tempo di campagna elettorale.

Quella che tutti hanno diritto di sapere.

 

Il ‘GIALLO’ DELLA SAGRA

A tal proposito, è bene informare i cittadini in merito alla decisione di maggioranza per l’affidamento dell’organizzazione della Sagra delle ciliegie. Per anni affidata sempre alla stessa Associazione, composta da ragazzi intraprendenti, disponibili e competenti.

Ma allora perché si dice che la Caldararo non è d’accordo?

Semplicemente perché, dalla richiesta, della sottoscritta, di rendicontazione degli eventi e delle manifestazioni svoltesi nell’esercizio finanziario 2017, si evince che per tale Associazione sono stati impegnati circa 42.000,00 euro per diversi eventi, ma alla data della risposta degli Uffici, non ancora rendicontati.

Il bilancio di rendicontazione della Sagra delle ciliegie 2017 (importo di euro 10.000,00) è stato presentato all’attenzione degli Uffici competenti solo a marzo 2018.

Quindi, da parte della sottoscritta, il senso di responsabilità amministrativa che una firma, in Giunta, comporta, sempre, nei confronti della trasparenza, coerenza e regolarità degli atti e del bilancio sottoposto alla lettura dei Revisori dei conti.

Anche se i ragazzi dell’Associazione sono indiscutibilmente bravi, è giusto continuare ad affidare loro un lavoro di cui si ha difficoltà oggettiva a rendicontare?

Perché non affidare attraverso un avviso pubblico ad altre Associazioni o a tutte le altre che possono accorparsi e fare finalmente gruppo? Questa la posizione della Caldararo che, comunque, considerati i tempi di riscontro contabile, non avrebbe firmato la futura delibera di Giunta per l’anno 2018.


NON MI SENTO PIÙ PARTE DEL PD

E, nel raccontare tutta la verità, devo ringraziare tutti i cittadini che mi hanno aiutato a crescere umanamente in questa esperienza.

Ho avuto il privilegio di conoscere e toccare con mano la dura realtà che ogni giorno la gente comune vive, ho colto con più consapevolezza il valore della parola dignità e ho imparato in tante occasioni a fare silenzio.

Inoltre, voglio ringraziare Menino Coppi che mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza che completa la mia persona e la mia formazione umana e politica.

Ed ancora ringrazio il Segretario Generale del Comune di Turi per il costante supporto e tutto il personale dipendente comunale che ha accompagnato i processi e i progetti laddove ha potuto.

Così lascio all’opinione pubblica giudicare, criticare o apprezzare non tanto o non solo le opere o le operazioni compiute, quanto i valori politici ed umani e personali che ho cercato di esprimere e rappresentare sempre, con coerenza, correttezza, trasparenza di operato, onestà intellettuale senza mai tradire me stessa. Ho cercato di mostrare sempre lealtà e fedeltà al progetto iniziale e alle persone che hanno composto il gruppo.

Lasciare un gruppo e guardare dall’esterno per poi giudicare, aspettare che gli altri facciano e/o determino il cambiamento è cosa facile. Invece era necessario rimanere all’interno! Provarci insieme agli altri.

Spesso lo stesso gruppo accusato di non saper informare i cittadini dell’operato svolto!

Ma mi chiedo chi è in realtà preposto a tale compito se non i partiti, in questo caso più di uno, che devono fare eco di quanto la maggioranza va costruendo?

E, quando si esprimono opinioni e posizioni diverse, non resta che prenderne atto come una giusta e conseguente azione consapevole.

Pertanto, ringrazio il Segretario e gli iscritti al Partito Democratico di Turi per il percorso fin qui con/diviso e comunico di non ritenermi più parte integrante del Partito Democratico.

Giusy Caldararo

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