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Cultura

Un viaggio nel mondo della maternità con la Rassegna Didiario

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La rassegna Didiario presenta “L’amore che mi resta” di Michela Marzano

Giovedì 12 aprile è andato in scena un nuovo appuntamento della Rassegna letteraria “Didiario – Sostenitori di libri”. La Casa delle Idee ha infatti ospitato la filosofa e saggista Michela Marzano, autrice del romanzo “L’amore che mi resta”, edito da Einaudi.

A dialogare con l’autrice, Alina Laruccia e la dirigente scolastica Mariana Buttiglione. L’incontro si è fin da subito trasformato in un viaggio denso di emozioni nel mondo della maternità, declinata anche nell’accezione dell’adozione, tema che ha visto la Marzano schierata in prima linea nell’approvazione delle norme sull’accesso del figlio adottato alle informazioni sulle proprie origini. Poi la serata ha virato compiendo un’incursione nel tortuoso percorso dell’elaborazione del lutto, con il contraltare dell’amore, unico medicamento dell’anima di fronte alla tragedia.

L’incontro ha fatto emergere con chiarezza l’abilità della Marzano nel dare voce ad una madre (Daria) ed al suo inconsolabile dolore (il suicidio della figlia adottiva Giada). Scavando nella verità delle relazioni umane, parla di tutti noi. Del nostro desiderio di essere accolti e capiti, della paura di essere abbandonati, del nostro ostinato bisogno di amore, perché «senza amore si è morti, prima ancora di morire».

La trama.

La sera in cui Giada si ammazza, Daria precipita in una sofferenza che nutre con devozione religiosa, perché è tutto ciò che le resta della figlia. Una sofferenza che la letteratura non deve aver paura di affrontare. Per questo siamo disposti a seguire Daria nel suo buio, dove neanche il marito e l’altro figlio riescono ad aiutarla; davanti allo scandalo di una simile perdita, ricominciare a vivere sembra un sacrilegio. Daria si barrica dietro i ricordi: quando non riusciva ad avere bambini e ne voleva uno a ogni costo, quando finalmente ha adottato Giada e il mondo «si è aggiustato», quando credeva di essere una mamma perfetta e che l’amore curasse ogni ferita.

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