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Politica

“Il PD mi ha mandato a casa”

Coppi conferenza dimissioni

Esclusivo: Le prime dichiarazioni di Coppi subito dopo la debacle finale.


Il sindaco Coppi è tornato al lavoro. Nel giorno della caduta amministrativa, dopo Pasquetta, lo abbiamo intervistato. È stata una lunga conversazione, durata un’ora, e che abbiamo diviso in due parti.

 

Come vogliamo commentare gli ultimi sviluppi? Si aspettava di riuscire a ricomporre la maggioranza?

“Io ritengo che buona parte era già andata. Nel momento in cui Tardi ha inviato quella lettera, non c’erano tanti spazi. E io non ero molto disponibile ad altri supporti. Ritengo che l’elettorato vada rispettato, quindi non sono d’accordo per le cose pasticciate. Al sindaco andava data la possibilità di completare il mandato, e questo purtroppo, per il comportamento di alcuni, non è stato possibile e mi amareggia”.

 

Ma lei se la sente di fare autocritica?

“Io penso che in una compagine, chi ha responsabilità è sempre chi la capeggia. Su questo non mi scarico di responsabilità. Però ho tentato in tutti i modi di mediare e sottolineare più elementi di unità che di differenziazione. Evidentemente non ci sono riuscito. Ma d’altro canto questo non significa che tutti hanno pari responsabilità. Chi ha fatto precipitare ora, in questo momento, ad appena un anno dalla conclusione di mandato, con l’impossibilità di andare a elezioni subito, viene dall’interno del Partito Democratico. Ci sono state diverse difficoltà nel tempo, però io non posso mettere sullo stesso piano una polemica tra le forze politiche e invece un atto che determina la caduta di un’amministrazione, un atto gravissimo fatto in questo momento. Se Tardi fosse uscito due mesi fa, almeno saremmo andati a votare a giugno.

I partiti della sinistra mi hanno sempre detto: “Tu non sei mai in discussione. Con te, senza se e senza ma”.

Inoltre, c’è una responsabilità politica del gruppo maggioritario all’interno del PD di Turi. Se il malessere fosse stato soltanto di Tardi, avrebbe potuto dimettersi da consigliere comunale, far scattare Risplendente e portare a termine la consiliatura. Questa cosa non è stata voluta, perciò parlo di azione distruttiva che non ha uno sbocco positivo. Senza un senso dal punto di vista politico”.

 

Rinnoverà la tessera del PD?

“Naturalmente ci sto molto pensando, perché mi chiedo come sia possibile che io possa rimanere nel partito che mi ha mandato a casa con un’azione per me senza senso dal punto di vista politico, se non nel senso distruttivo. Per me è un grande problema perché mi sento un fondatore del PD. Questo è uno strappo grande. Non tenere conto che il sindaco è del PD mi sembra grave.

Per chiarezza, sento molto politichese in questi giorni da parte del gruppo dirigente, che parlano dell’autosospensione… a me sembra un escamotage infantile e fatto male. Tardi è il vicesegretario del circolo di Turi del Pd, quindi anche nella sua lettera ha parole molto di riguardo verso il PD e non è certamente un addio.

Fare questa azione, ora, è stato ridicolo”.

 

Si sente vittima come il prof. Resta?

“Sono molto dispiaciuto di queste ripetute cadute di amministrazioni e credo sia un modo un po’ infantile di affrontare anche le questioni all’interno di una compagine. Le maggioranze sono sempre composite. È inevitabile una alleanza. La necessità di confrontarsi e trovare punti di equilibrio.

Inoltre Tardi non è stato mandato via quando era assessore (nessuno l’ha mandato via), questo gruppo del Pd non era rappresentato in maggioranza perché non hanno voluto una rappresentanza. Quando si è presentata l’occasione di essere ago della bilancia, si è massimizzato questo ruolo e si è colta l’occasione. Questo è un fatto grave”.

 

Allora aveva ragione Topputi nel dire che Gravinese le ha segato la sedia?

“Credo che Gravinese dovrebbe fare chiarezza rispetto al rapporto che ha avuto con questa maggioranza che ha criticato. Con questo non voglio dire che noi siamo stati perfetti, non sono così presuntuoso. Mi sembra però che all’interno di quel nuovo gruppo dirigente del PD ci sia più una tendenza a cedere al populismo che alla capacità di governo, che invece noi come PD rivendichiamo. Quando fai il governo ti devi prendere qualche critica, perché non fai cose subito popolari. Questo atteggiamento lo capisco da chi fa opposizione, ma non da chi sta al governo, conosce tutti i meccanismi e sa che ci vuole tempo per fare le cose. Spero che il PD di Turi esca da questa infatuazione populista”.

 

Il centrodestra ne uscirà rafforzato?

“Abbiamo fatto harakiri e ne esce rafforzato il centrodestra. A Turi il centrosinistra fino a ieri si fregiava di non aver mai fatto venire un Commissario; siamo riusciti anche in questo record”.

 

A proposito, e di Impegno per Turi che dice? Ha perso anche quegli esponenti…

“Impegno per Turi è un movimento che non esiste più e che ha avuto un’evoluzione molto particolare. Questa amministrazione partì con le dimissioni di Vito Lenato per quelle accuse che dopo quattro anni non hanno portato a niente, quindi erano infondate. Devo dire Vito Lenato è stato corretto a dimettersi da assessore e consigliere per salvaguardare la maggioranza in quel momento; un atto che va sottolineato per la grande responsabilità e per il sacrificio in un momento in cui era sotto accusa. E io glielo riconosco nonostante ci hanno tolto l’appoggio. Leo Spada era già uscito dal movimento quando è passato all’opposizione. Mentre Piero Camposeo ha lasciato l’assessorato e ha continuato ad appoggiare l’amministrazione senza volere niente; altro atto di grande responsabilità, onestà intellettuale e correttezza politica. Questi sono fatti”.

Nicola Teofilo

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