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La Sinistra affonda

Fabrizio Resta

Fabrizio Resta, che sosteneva LeU: “Non c’è da stupirsi…”

La sinistra turese ha raccolto pochi voti alle elezioni di domenica scorsa. Fabrizio Resta slega il risultato dalla situazione politico-amministrativa locale e aggiunge: “Non c’è da stupirsi…”.

 

Come commenta il vostro risultato? Vi aspettavate di più?

“Mi stupisco che ci sia stupore per questo risultato. La verità è che noi di LeU non eravamo preparati per queste elezioni. Abbiamo creato mille insegne in questi anni che però erano vuote sia dal punto di vista programmatico che dal punto di vista dell’organico. Non c’era nessuna base elettorale dietro ma solo un progetto, fatto dall’alto che riuniva ex Pd ed esponenti di SI. Non siamo stati capaci di provvedere all’assenza di un messaggio, di una proposta politica in grado di impattare nella società. Semplificando al massimo la strategia di campagna elettorale si è limitata sul tentativo di intercettare il voto in uscita dal PD che invece si è spostato verso i Cinque Stelle. Bisognava invece provare a strappare il voto giovanile e conquistare consensi tra gli astensionisti e gli indecisi, ma sono cose che non puoi improvvisare; certe sfide si preparano gradualmente con gli anni. La dichiarazione della possibilità (poi corretta) di far parte di un governo istituzionale con Pd e Forza Italia ha fatto il resto. In un contesto nazionale dove negli ultimi anni le politiche di sinistra e di destra sono state spesso speculari e tutte generatrici di riforme (se le vogliamo chiamare così) nefaste per i molti e non per i pochi, il presentarsi disponibili a dialogare con “l’ancien regime” presentandosi anche con esponenti che si ponevano in continuità con essi (vedi D’Alema ma non solo lui) ha penalizzato fortemente il nascere di qualcosa di alternativo a sinistra. Credo che sia cosa ovvia che tutto il gruppo dirigente di SI presenti le sue dimissioni alla direzione nazionale e consegni la discussione ai tanti militanti per ricostruire un partito realmente alternativo. Oggi più che mai serve ricominciare tutto da zero”.

 

Il centrosinistra arretra anche a Turi. Ci sono responsabilità sul piano locale?

“Ne dubito fortemente. L’esperienza in questa amministrazione potrà anche aver fatto storcere il naso a qualcuno ma non al punto da incidere in modo significativo in queste elezioni. Diciamo che sono due dimensioni diverse. Se per vincere fosse necessario fare bene a Turi, probabilmente il M5S, per il ruolo che ha avuto in questo paese, avrebbe ottenuto solo una settantina di voti”.

 

Il senatore Boccardi è stato eletto. Vuole lanciargli un appello?

“L’On. Boccardi non ha certo bisogno dei miei appelli e io non sono nessuno per farli. Gli auguro un grosso “buon lavoro” perché il paese ne ha bisogno”.

 

Che ne pensa dell’exploit dei 5 stelle?

“Renzi è riuscito a creare il vero partito della Nazione: il Movimento 5 Stelle ora è composto da una base elettorale eterogenea: giovani precari, commercianti che a malapena riescono a sopravvivere, disoccupati e licenziati, pensionati e famiglie lasciate senza ammortizzatori sociali, cittadini sprovvisti di un’assistenza sanitaria sufficiente. Tutte persone che hanno pagato sulla propria pelle la pessima politica degli ultimi anni, sia di destra che di sinistra, a cui Di Maio è riuscito a ridare speranza. Il voto del 4 Marzo, alla fine si sintetizza nella volontà dei cittadini di liberarsi della sua classe dirigente. Persino la vittoria della Lega è un’altra cosa rispetto al centrodestra a trazione berlusconiana. Il 4 Marzo ha estirpato l’establishment della Seconda Repubblica e si è orientato verso un’apertura, più emotiva che ragionata, verso un generico “nuovismo”. Ora staremo a vedere che succede”.

 

A breve approderà il bilancio in aula e Tardi potrebbe passare all’opposizione. La maggioranza è ancora divisa?

“Non so cosa farà Tardi. L’amministrazione concreta è un’altra cosa e si scontra con i problemi quotidiani dei cittadini, e con i servizi. La maggioranza che si siede ai tavoli è salda e unita e sta lavorando per migliorare questo paese. Per altre questioni temo che dovrete chiedere ai diretti interessati”.

 

Che ne pensa delle opinioni raccolte tra i cittadini turesi? Sono state tutte negative…

“Sono dell’idea che oggi amministrare un piccolo comune sia più difficile rispetto a ieri. Abbiamo subito quaranta miliardi di tagli in sette anni. Gli enti locali, tra 2008 e 2015, si sono visti ridurre i trasferimenti statali di 22 miliardi e hanno subito un calo dei finanziamenti per la sanità di 17,5 miliardi. Sforbiciate a cui i Comuni, in particolare, hanno fatto fronte nel solito modo: aumentando le tasse. Tasse che sono state aumentate negli ultimi anni anche per via del patto di stabilità, ora sostituito dal pareggio di bilancio. Con il patto di stabilità, veniva richiesto ai comuni di produrre un risparmio destinato a contribuire a parte del risanamento del bilancio pubblico. Il rispetto di questi saldi obiettivo ha portato i comuni ad aumentare le imposte locali e a contrarre le spese per investimento e i loro pagamenti. Per i comuni rispettare il vincolo del pareggio di bilancio è stato senz’altro più facile che raggiungere un avanzo e le risorse che sarebbero state risparmiate in presenza del patto possono essere spese. Nel 2017, anche grazie a questa maggioranza, si è riusciti a disporre di più soldi che sono stati investiti soprattutto sulle strade e marciapiedi, ma anche per la sicurezza nelle scuole e tanto altro ancora. I cittadini si lamentano giustamente perché i problemi sono tanti e la coperta è corta ma spesso anche perché informati male da chi fa informazione strumentale. Tanto per fare un esempio, sui social si è creato un casino ingiustificato per uno gradino rotto a scuola. Alla realtà che giustamente poneva in risalto la questione sicurezza, si sono aggiunte informazioni errate: le due settimane che i social vedevano come tempistica per aggiustare il gradino in realtà si sono concretizzati in 3-4 giorni e l’accusa alla maggioranza di inerzia era volutamente inesatta, dato che nessuno ha specificato che quei lavori erano di competenza della Scuola e non del Comune. È solo un esempio ma potrei andare oltre. Certo, ammetto che se la maggioranza venisse dipinta dai suoi stessi componenti in modo meno politico e più amministrativo, probabilmente i cittadini avrebbero una visione più realistica”.

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