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“Tutto va ben, madama la marchesa”

Mirta Lerede

Per Mirta Lerede, la crisi di maggioranza è più mediatica che effettiva

Nonostante le opinioni del popolo (per una che tra l’altro voterà per ‘Potere al Popolo’), la crisi è solo “mediatica”. Alcuni esponenti della maggioranza di Turi sembrano fuori dal paese reale. È così per Mirta Lerede (Partito di Rifondazione Comunista), che ha accettato di rispondere alle nostre domande.

 

Che ne pensa della crisi di maggioranza?

“Penso che la crisi sia più mediatica che effettiva. Mi spiego: il Sindaco, la giunta ed i consiglieri di maggioranza stanno continuando a lavorare in funzione di raccogliere quante più occasioni per il nostro paese e di raggiungere quanti più obiettivi possibili. È un peccato che questa considerazione faccia meno notizia di altro…”.

 

Chi dovrebbe far cadere l’amministrazione?

“Ritengo che una domanda così grottesca e surreale non meriti risposta alcuna. Anziché giocare a scommettere su eventuali futuri passi falsi di persone o cose, io punterei sull’impegno costruttivo che l’attuale maggioranza sta mostrando durante questi ultimi mesi. Lavoro reso naturalmente più ostico da defezioni e ‘balletti’ e quindi, proprio per questo, ancor più duro e dettato dalla forte volontà di azione proficua e concreta, nonostante i numeri”.

 

Che ne pensa delle ultime dure critiche di Gravinese?

“Solitamente noi del Circolo di PRC Turi non amiamo farci catturare dal vortice gossipparo e denso di zizzania che domina la scena dei media locali. Non lo faremo nemmeno questa volta, ci limitiamo solamente a ricordare al Segretario del PD locale l’iter che il suo Partito stesso ha avuto finora all’interno dalla maggioranza turese. Nel maggio 2014 il PD vede sedere in maggioranza una sola consigliera (per altro subentrata a seguito delle dimissioni di un altro consigliere) e il Sindaco Coppi. Gli assetti e gli equilibri cambiano ulteriormente quando, a seguito di un duplice tesseramento, diventano formalmente “del PD” altri due componenti della vecchia maggioranza. Giungiamo ai tempi contemporanei, dopo il passaggio all’opposizione della consigliera “subentrata”, rimpasti e tanta acqua sotto ai ponti, uno dei due consiglieri/assessori “piddino” decide di rimettere tutte le deleghe e dimettersi da tutte le commissioni. I fatti non hanno bisogni di spiegazioni e ulteriori parole. Ci chiediamo solo come, alla luce del rocambolesco e tutt’altro che sereno ruolo che finora il partito renziano ha avuto nella maggioranza turese, il Segretario Gravinese abbia il coraggio di puntare il dito verso gli altri, omettendo di guardare quel che accade tra le mura (e nell’immediato intorno) del suo partito”.

 

Quali sono le problematiche che andrebbero risolte subito?

“Penso che la manutenzione straordinaria del manto stradale sia l’emergenza maggiore del nostro paese. Nel bilancio dello scorso anno, oltre alle ingenti somme previste per le cosiddette “rappezzature” si sono impegnati quasi 100.000 € per sistemare le viabilità vicino a Largo Pozzi e San Giovanni (i lavori inizieranno a breve). Auspico che il bilancio di quest’anno preveda una somma comunque maggiore da utilizzare per rifare altre viabilità, guardando anche alle strade extraurbane. Altra esigenza da affrontare è quella della pubblica illuminazione, che sarà solo parzialmente risolta grazie al finanziamento di 700.000 € con cui si convertirà l’impianto con esclusivo riferimento alle zone centrali del paese. Occorre infatti estendere l’ammodernamento a tutto il paese o, comunque, a zone più ampie”.

 

Voterete il bilancio favorevolmente?

“Non avremo problemi a votare un bilancio che tenga conto di almeno alcune delle nostre istanze, che (almeno con riferimento alle due esposte nella risposta precedente) sono comunque esigenze fatte presenti da molti altri consiglieri di maggioranza e, soprattutto, da cittadine/i”.

 

Lei chi voterà alle prossime elezioni del 4 marzo?

“Voterò, come tutto il collettivo turese di Rifondazione Comunista di Turi, per Potere al Popolo, la lista che unisce centri sociali, associazioni, militanti uniti convintamente dall’antifascismo e dall’anticapitalismo, convinti della necessità di un cambiamento radicale da un’economia della ricchezza di pochi e della povertà di molti ad un’economia fondata sulla solidarietà, il mutualismo, la giustizia sociale. Una lista per riportare in Parlamento la sinistra autentica, quella che non strizza l’occhio alle banche, alle multinazionali che delocalizzano, ma sta dalla parte dei lavoratori”.

 

Quali sono le istanze del territorio?

“Le priorità sono lavoro, scuola, sanità, fisco. Siamo un paese strano in cui spendiamo troppo per armarci e poco per curarci, in cui si chiede alle famiglie un contributo fintamente volontario per sostenere la spesa delle scuole con la scusa che mancano i fondi, mentre poi spuntano miliardi di euro per salvare le banche degli amici. Proponiamo di abbassare l’orario settimanale di lavoro a 32 ore secondo la logica del lavorare meno e lavorare tutti, passando per portatori di idee superate, poi scopriamo che in Germania l’orario è stato già abbassato a 28 ore settimanali. Vogliamo una scuola pubblica di qualità, con classi di 20 alunni al massimo, con docenti gratificati economicamente, una scuola senza alternanza scuola lavoro e senza dirigenti padroni. Vogliamo una fiscalità equa, che si basi sul principio di buon senso secondo cui chi ha poco paghi poco, chi ha molto paghi molto”.

NICOLA TEOFILO

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